Live Streaming & on Demand

‘I tempi felici verranno presto’: della serie “si stava meglio quando si stava peggio”

l”intrigante e suggestiva seconda opera di Alessandro Comodin

Published

on

Arriva su MUBI  I tempi felici verranno presto,  l’attesa opera seconda di Alessandro Comodin dopo i felici riscontri ottenuti anni fa, nel 2011, col suo delicato L’estate di Giacomo.

Il film fu presentato per la prima volta al Festival di Cannes 69, nella sezione Fuori Concorso della Semaine de la critique.

La storia che si ripete attraverso il mito

Di buon mattino due giovani ergastolani si danno alla fuga calandosi dalle mura di una prigione dalle fattezze non meglio identificate, in un luogo di montagna che non ci viene specificato; come non viene chiarito in che epoca ci troviamo al momento della rocambolesca evasione nella foresta più fitta e disabitata.

Ironia della sorte vuole che i due fuggiaschi, dopo la spensieratezza della nuova libertà inebriante in mezzo a una natura severa, certo, ma anche generosa, si facciano cogliere impreparati al fuoco di due briganti, che li freddano senza il minimo rimorso, al primo incauto brusco movimento.

Ai giorni nostri scopriamo la gente di quegli stessi luoghi rivangare vecchie storie legate alla presenza del lupo, bestia infida e malvagia che uccide per il gusto di uccidere e non solo per esigenze legate alla sopravvivenza istintiva.

La giovane Ariane, mentre raccoglie la legna nel bosco, scopre l’ingresso di una grotta che custodisce i segreti di quel misterioso animale: e viene tentata dalla presenza di uno dei due galeotti, in qualche modo tornato a vivere con le sembianze dei tempi della fuga.

Sarà lui una delle possibili incarnazioni del lupo tentatore?

I tempi felici verranno presto – la recensione

Alessandro Comodin affronta la sua seconda opera, dopo l’ intensa Estate di Giacomo che incantò molta critica per la freschezza dei suoi personaggi, veri oltre ogni immedesimazione, con un coraggio da leoni, più che da lupi.

Il cineasta rielabora con estro e complessità vecchi miti legati alle antiche storie della sua terra, il Friuli, fino a un secolo fa saldamente ancorata nel suo destino alla cura e alla gestione del bosco, con le sue preziose ricchezze e i suoi misteri più inesplicabili e ignoti.

Un coraggio, quello del regista friulano, che si evidenzia attraverso un film enigmatico, scomposto e disarticolato sia a livello temporale che narrativo.

Si tratta anche di un lavoro molto affascinante, di gran carattere, che sfoggia uno stile enigmatico, misterioso e tratti gotici dell’ antica leggenda popolare, rivisti nei dettagli di una realtà vicina al quotidiano attuale.

Un film che può lasciare perplessi, ma che è anche in grado, almeno a tratti, di sorprendere e di affascinare grazie a singole situazioni, talvolta anche quelle più improbabili ed apparentemente forzate, che compongono l’articolata vicenda.

I tempi felici verranno presto necessita di essere assimilato, meditato, momento per momento, piuttosto che essere approcciato restando ancorati al principio, eretto quasi come uno scudo di difesa, a una razionalità che cerca strenuamente di far quadrare il disordine più suggestivo e inestricabile della storia.

Comodin infatti lascia spesso di stucco, e si trova probabilmente in questa caratteristica il cardine del coraggio che gli abbiamo riconosciuto poco sopra.

Allo stesso modo si riconosce all’autore la capacità di affascinare con simbolismi sottili, enigmatici, e inquadrature complesse e piene di suggestioni che richiamano alla mente, con le dovute cautele e distinzioni, anche tratti del cinema controverso e simbolico, nonché sottilmente inquietante di Lynch.

Siamo dalle parti di un cinema ibrido, astratto, di tale portata da mettere a repentaglio una sua reale fruizione da parte di un pubblico vasto.

La coproduzione franco-italiana ha infatti trovato, e non è certo un caso isolato, purtroppo, più distribuzione in Francia che in Italia, rendendo la programmazione in streaming su MUBI un’occasione preziosa per recuperare questo lavoro passato troppo presto in sordina.

Exit mobile version