To die like a man è uno dei film più intensi ed emozionanti della filmografia originale e unica del talentuoso cineasta portoghese Joao Pedro Rodrigues, il cui ultimo, esilarante e sarcastico film, Fogo fatuo, è stato recentemente presentato al Festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs.
MUBI dedica spazio a questo regista, presentando alcuni dei titoli cardine della filmografia del regista: tra questi appunto il melodrammatico e sofferto To die like a man.
To die like a man – la sensibilità è donna
Il travestito Tonia decide che è finalmente giunto il momento di farsi operare, per venire incontro alle esigenze del suo fidanzato etero e tossicodipendente che la vuole solo donna.
Tonia ha combattuto duramente per giungere a una decisione che va contro i suoi rigorosi principi religiosi; una decisione che è frutto di una scelta meditata a lungo ma che non la convince mai completamente, imprigionata com’è in un corpo così mascolino, ma anche così femmineo.
Tonia, per diventare donna, perderà per sempre il contatto con il figlio che concepì da padre in gioventù, figlio ripudiato per necessità e che la cerca ininterrottamente anche a costo di disertare il servizio militare.
To die like a man – la morte che riporta tutto alle origini
To die like a man è un melodramma colorato come il sangue che sgorga dal seno malato del (della) protagonista (Antonio/Tonia, transessuale non operato, icona delle notti trasgressive lisbonesi di avanspettacolo e musical en travesti), come lo stesso sangue che Tonia si ritrova sulle labbra dopo aver chiuso con troppa forza e malizia la lampo di una sua giovane antagonista.
Il rosso e la tragedia dominano questo splendido drammone esagerato e appassionante, l’opera più matura e sentita del bravissimo regista portoghese de O Fantasma; un film visionario e commovente incentrato su un dilemma tutto interiore, ma che si manifesta più che mai nelle forme suadenti e colorate di una esteriorità esibita in vent’anni di spettacoli e palcoscenici.
E forse proprio per questo motivo alla fine, quando la malattia non lascia più molte speranze, il desiderio di Tonia torna ad essere quello di “morire come un uomo”, quasi una necessità di tornare alle origini, morire per rinascere.