Con Un passato da cancellare ritornano le avventure di Pipa Pelari (Luisana Lopilato).
Dopo Perdida e L’amica, il regista argentino Alejandro Montiel firma la regia dell’ultimo capitolo che vede coinvolta la nota detective, le cui storie sono tratte dai romanzi scritti da Florencia Etcheves. Il film, prodotto dalla FAM Contenidos, è disponibile sul catalogo Netflix dal 27 luglio.
Un passato da cancellare: la trama
Dopo essersi buttata alle spalle un passato burrascoso, Manuela Pipa Pelari (Luisana Lopilato) si è trasferita a La Quebrada de Humahuaca, sempre in Argentina, dove cerca di crescere suo figlio Tobias (Benjamin Del Cerro). L’improvviso ritrovamento di un cadavere carbonizzato di una giovane adolescente scuote la donna che si ritrova, suo malgrado, a fare i conti con un razzismo imperante nei confronti della figura femminile e con corruzioni politiche. Sarà solo l’inizio di un lungo percorso di indagini che la porteranno a cercare di far luce sul tragico delitto che ha scosso la comunità in cui vive.
Il terzo capitolo che racconta le avventure di Pipa Pelari, personaggio inventato dalla penna di Florencia Etcheves
ConUn passato da cancellare, sembrano chiudersi, molto probabilmente, le avventure che vedono coinvolte Pipa Pelari, la detective argentina che abbiamo avuto modo di vedere nei primi due capitoli, sempre diretti da Alejandro Montiel.
Il personaggio nasce dalla penna di Florencia Etcheves. La nota giornalista di cronaca nera (molto conosciuta in Argentina) ha scritto numerosi romanzi gialli, alcuni dei quali hanno come protagonista Pipa.
Nel 2018 è uscito Perdida, seguito nel 2020 da L’amica, la cui storia si basava sugli anni giovanili di Pipa, da quando, uscita dall’accademia di polizia, iniziò a svolgere le prime indagini. Fin dalla prima immagine di questo terzo capitolo si caousce quanto Luisana Lopilato sia brava a dare anima e corpo a un personaggio controverso come quello di Pipa. Rispetto ai film precedenti, non viene dato ampio respiro alla sua storia, bensì alla soluzione del caso complesso che la vede coinvolta.
Il susseguirsi di eventi che avvengono nelle quasi due ore di questo terzo capitolo non permette allo spettatore di empatizzare con i personaggi, venendo proiettati in una serie di situazioni che, a lungo andare, finiscono con il disorientarlo.
La sceneggiatura sembra concentrarsi solo su alcuni aspetti della storia tralasciandone molti altri, senza mai rendere pienamente ciò che viene raccontato.
Rispetto ai primi due capitoli, questo terzo lungometraggio sembra non essere all’altezza, lasciando deluso chi si aspettava di ritrovare il personaggio di Pipa alle prese con la soluzione di un caso complicato che avrebbe pareggiato definitivamente i conti con il suo passato.
Poteva concludersi con un finale degno dei migliori thriller, ma finisce invece per rimanere in superficie, scontentando chi si aspettava ben altro.