Prey è il nuovo capitolo appartenente al franchise di Predator. In cabina di regia torna uno dei registi più interessanti degli ultimi tempi, Dan Trachtenberg (10 Cloverfield Lane), alla guida di un cast di giovanissimi e poco noti attori.
Il film è stato rilanciato su Raiplay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per vederlo.
Prey – La trama
Naru (Amber Midthunder) è una Comanche con la smisurata passione per la caccia. In compagnia del suo inseparabile amico a quattro zampe e di un’accetta alquanto affilata, la ragazza si muove agile e silenziosa tra i boschi. Il suo sogno sarebbe quello di essere presa sul serio, di poter far parte dei gruppi di spedizione e avanscoperta, capitanati dal fratello Taabe (Dakota Beavers).
Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.
Ma gli uomini non vedono di buon occhio che una donna si cimenti con la caccia, specialmente se dovesse rivelarsi meglio di loro. Un giorno, Naru s’imbatte in un orso e, solo per un apparente colpo di fortuna, riesce a scamparla. Quello che doveva essere il suo salvatore, è in realtà un alieno caduto dal cielo. Tanto pericoloso quanto indistruttibile.
Quando il franchise trova nuova linfa
Quando ci si avvicina a saghe di successo, il rischio è sempre quello di snaturare, in qualche modo, l’originale, di svalorizzarlo. Soprattutto se in mezzo ci sono più di trent’anni. La scelta di ambientare questo capitolo nel 1719, all’interno di una tribù Comanche, permette invece di rinvigorire il progetto.
Nuove suggestioni e un punto di vista differente portano lo spettatore a vivere, quasi come fosse per la prima volta, l’esperienza dell’incontro con Predator. La natura selvaggia, che fa da “contenitore” alle vicende, si riflette in tutte le creature via via incontrate, compresi gli esseri umani.
Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.
Naru e Taabe ne hanno assunto i tratti sin dalla loro nascita, imparando a riconoscere il pericolo, ad aggirarlo e affrontarlo. Al tempo stesso, sanno cavarsela in qualsiasi situazione, sapendo di poter contare sulle proprie forze e su quelle del gruppo.
Le cose cambiano quando fa la sua apparizione qualcosa di ignoto, che non rispetta le tradizionali caratteristiche di un animale selvatico. Le conoscenze e gli insegnamenti acquisiti devono, necessariamente, tramutarsi, modellarsi, adattarsi rispetto alla nuova minaccia.
Doppi significati e ribaltamenti di ruoli
Il concetto chiave di Prey (in italiano “preda”) – il cui titolo gioca con il doppio significato, esattamente come faceva Predator – è la caccia. Con un continuo ribaltamento di ruoli, i protagonisti passano dall’essere cacciatori all’essere prede. La medesima sorte subisce la creatura aliena.
Metafora dell’esistenza, durante la quale nulla è fisso, definito, impresso nella pietra, la pellicola propone varie prospettive. E lo fa attraverso il filtro dell’action movie. Ecco allora che, al senso più profondo ed esistenziale della storia, si mescola quello legato al puro intrattenimento, creando un corto circuito di sicuro vincente.
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Il pubblico si ritrova invischiato nel fango e tra le radici degli alberi secolari, continuamente richiamato all’attenzione e divertito dalle sequenze più scenografiche. L’utilizzo della CGI, mai invadente seppur visibile, permette infatti di rendere al massimo il realismo di Predator, facendo percepirne, non solo la materia fisica di cui è fatto, ma addirittura gli odori che emana.
- Foto in evidenza: Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.
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