Dal 25 luglio (2022) sulla piattaforma Sky dedicata al cinema in streaming, è possibile vedere un action intitolato Blacklight, che vede nuovamente coinvolto, nel ruolo di protagonista, un solido attore da anni sin troppo abbonato al thriller e al prodotto commerciale, come Liam Neeson.
Interprete di gran fama ed apprezzato, ma noto anche come attore dotato di sfumature espressive e talento, al punto da annoverare, nella sua quarantennale carriera, pure una meritata candidatura al premio Oscar nel film di Steven Spielberg, Schindler List, del 1994, e il prestigioso Premio Coppa Volpi a Venezia 1996 per il ruolo da protagonista in Michael Collins, di Neil Jordan.
Blacklight – la trama
Travis Block è un attempato ma ancora scattante agente dell’FBI. A causa di un compromettente errore durante una missione di cui era responsabile, è stato ricollocato a svolgere un ruolo non ufficiale quanto importante, come angelo custode di colleghi in missione che hanno perso la loro copertura.
A un certo punto, però, viene coinvolto dai suoi stessi capi in un intrigo, in cui s’imbatte cercando di catturare una scheggia impazzita della sua stessa unità. É il giovane e noto attore Taylor John Smith, in realtà agente ribelle con troppi segreti per poter essere lasciato in vita.
Il problema è che Block (vedovo e in rapporto un po’ teso con la figlia, che non lo ritiene un nonno responsabile a cui affidare la nipote ancora bambina), con il suo voler ricostruire i segreti celati dal suo capo bieco (lo interpreta un redivivo Aidan Quinn), rischia di compromettere quello scampolo di serenità familiare a cui l’uomo tiene più di ogni altra cosa.
Blacklight – la recensione
Dietro la regia, diligente ma ordinaria di Mark Williams, già coinvolto in action con Neeson nel recente e per nulla eclatante Honest Thief, Blacklight si sviluppa come un thriller discretamente congegnato, in modo che eventi cruenti o adrenalinici apparentemente scollegati uno dall’altro, in realtà risultino come i tasselli scomposti di un diabolico complotto ordito da forze che, al contrario, dovrebbero salvaguardare la pubblica sicurezza.
C’è del marchio pure nell’FBI, ma quando vengono coinvolti buoni “nonni” di famiglia, come l’ancora aitante Travis Block, anche le più potenti congiure devono rassegnarsi a desistere.
Come avviene in quasi tutti i film dell’ormai collaudato filone commerciale thriller/noir che sempre più vede impegnato l’assai richiesto e infaticabile Liam Neeson, la vera forza del film risiede proprio nel carisma del grande (anche a livello di statura) attore britannico protagonista.
Incredibile pensare ai settant’anni suonati che pesano addosso a Neeson, e che tuttavia il grande attore non dimostra affatto, scontando a prima vista almeno vent’anni rispetto all’età anagrafica.
Nel film, come in quasi tutti quelli che la star interpreta negli ultimi anni, lo ammiriamo ancora muoversi e correre con una certa destrezza, nonostante il traguardo di maturità raggiunto, che in molti altri casi di colleghi coetanei non così prestanti, lo vedrebbe relegato a ruoli parimenti di nonno costretto in pantofole.