Tra chiaroscuro e fluo, All the Crows In The World di Tang Yi è il manifesto di una Cina decadente e grottesca, negli occhi di una diciottenne.
La giovane Shengnan (la ipnotica e perfetta Chen Xuanyu), in tuta bianca e nera acetata, è a mangiare patate dolci con la sua amica al chioschetto di sempre. Qualcuno le grida che la cugina vuole vederla. Arriva ad una festa già in corso, presenziata da viscidi vecchi. La cugina la chiama a sé e la invita ad unirsi a questo strampalato banchetto.
Il triste e ridicolo mondo adulto
Shengnan tira bene in su la lampo del suo giacchetto. Tra bigliettini rossi ceduti avidamente alla giovane e alla cugina dagli astanti, oroscopi che sanciscono unioni benedette e pianificate dagli astri (Shengan, studiosa e presunta vergine, alza l’asticella dei bestiali istinti sessuali e insieme di combinati futuri matrimoni), preghiere a Buddha, parterre di giovani prostitute a disposizione dei viziosi e facoltosi ospiti, All the Crows In The World combina una visionaria e moderna denuncia a uno scherno riuscito di una cultura cinese ancora radicata a una visione femminile di sottomissione e sfruttamento. Sesso, soldi, bellezza, verginità, matrimoni combinati vanno ancora a braccetto in modo spietato e beffardo.
L’unica diversità della serata a cui la ragazza si ‘aggrappa’ in un inconscio istinto di protezione è quella del giovane Jianguo (Xue Baohe), anche lui un pesce fuor d’acqua, che grida alla luna: “Morte a tutti gli eterosessuali!”.
La bolla visiva del film è dotata di una fotografia dirompente: siamo dentro il reale ma già trasfigurato. Scandito da un tempo e un suono che apre e chiude un originale e trasversale viaggio di giovani angeli a contatto con i demoni.
Tang Yi: già una promessa
Artisticamente versatile, la giovane regista è stata anche cantautrice. A conferma di ciò, la musica di All the Crows In the World lascia un proprio segno. Dalla Cina, Tang Yi si è trasferita a New York per studiare cinema alla New York University. Il suo primo cortometraggio, Black Goat (2019) girato in Nepal, si era fatto notare per l’attenzione a tematiche femminili da una prospettiva poco accomodante. Teniamola d’occhio.
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