Ora disponibile su Prime Video, ‘Nope’ l’atteso titolo Universal, cioè terzo lungometraggio del regista di Scappa – Get Out (2017) e Us (2019) si paventava come uno dei più misteriosi degli ultimi tempi, almeno in fatto di trama.
Già la locandina criptica e celestiale, faceva presagire qualcosa derivante dai cieli, extra terrestre di sicuro, per riuscire ad aspirarsi via un cavallo inerme, “main subject” del poster, meglio di Hoover.
La locandina di Nope
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La sinossi
Protagonisti della storia sono tre persone. Interpretate da Steven Yeun, Daniel Kaluuya, Keke Palmer. Gli ultimi due, fratelli afroamericani, sono proprietari di un ranch. Tutti e tre tre vivono in una gola della California. Si ritroveranno in tempi diversi ad essere testimoni di realtà non tangibili. Scoperte incomprensibili, inquietanti.
Fratello e sorella con difficoltà economiche, dalle ristrettezze di una scuderia a gestione familiare sono a caccia della svolta. Cercano il video che immortali l’impossibile. Anche a costo estremo e poco credibile della vita. Eventi paranormali terrorizzano da sempre la valle, abitata e vissuta anche nell’extra-percepito da Steven Yeun, l’attore di The Walking Dead, che ora nel film essendo benestante potrebbe rilevare il ranch.
La recensione di Nope. “Cos’è un miracolo cattivo?”
Di sicuro l’attesa, la curiosità e la bravura a veicolarla, anche col marketing, non sono mancate. E gli effetti, 6.4 milioni di incassi nei primi giorni, lo hanno confermato. Purtroppo qui c’è da dire che è più l’attesa della resa.
Nope è di sicuro un filmone. Tensione, sorpresa, effetti.. alcuni di questi elementi ci sono tutti, dovendo essere onesti per lo più nella prima mezz’ora. Un ‘blockbusterone’, a dire il vero, che però non soddisfa del tutto e, con lui, nemmeno il cast.
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LOS ANGELES, CALIFORNIA – JUNE 16: (L-R) Karlee Leilani Perez and Donny Savage attend as Universal Pictures, Monkeypaw Productions (Photo by Leon Bennett/Getty Images)
Il cast e il giudizio
Il film è scritto e diretto da Jordan Peele, prodotto da Ian Cooper e Jordan Peele per Monkeypaw Productions, sarà distribuito da Universal Pictures in tutto il mondo. Tutti: Daniel Kaluuya, Keke Palmer e Steven Yeun seppur attenti, credibili risultano per lo più scolastici. Nel complesso le loro performances sono deludenti, unite a qualche buco di troppo di sceneggiatura e un insieme di idee forse troppo frammentate. La crisi economica, energetica, gli alieni, i diritti afroamericani, la caduta dello star system televisivo o cinematografico, i temi sono svariati, ma rimangono solo in superficie.
Il personaggio più attraente, meglio interpretato e concepito, è indubbiamente quello di Steven Yeun (l’interessante attore coreano di Minari e Walking dead) che vive nel ricordo del suo passato come bambino tv star, indossando una grande capacità di resa nel colpo di scena che lo riguarda tra flashback d’infanzia col suo alter ego paffutello e bambino.
Il cast include poi anche Michael Wincott (Hitchcock, Westworld) e Brandon Perea (The OA, American Insurrection).
Venendo poi al film in sé, tolti i primi 40 minuti dove la suspense regge, il resto diventa troppo lungo, pesante, auto-celebrativo, ripetitivo e per certi versi assurdo (una sorta di animale astronave diventa mongolfiera??). O i due fratelli che per fare soldi cercano il video che immortali l’impossibile. Anche a costo estremo e poco credibile della vita.
L’attesissimo lavoro di Peele non arriva infatti all’efficacia della sua affascinante tematica: incontri alieni, ufo e scollamento tra pianeta e suo sfruttamento, anche energetico.
Descritto come sorta di horror nero che trascende, partendo da Eadweard Muybridge e dalle prime sequenze del cinema, in un dimenticato fantino di colore, il regista vuole affrontare anche la tematica afroamericana, ma non va in profondità su quello che vuole veicolare, rimanendo in tutto Pop.
Non ha, ad esempio, l’eleganza intellettuale e visiva di Arrival, dal punto di vista fantascientifico. Denis Villenueve rimane quindi ineguagliabile nei contatti ravvicinati.
Pur avendo ottime premesse, un’idea sempre attraente, come l’arrivo sul pianeta terra di altri esseri: mostri, buoni o cattivi, alieni o meno, la fantascienza da sempre ha sperimentato assieme a registi, scrittori, filosofi, la curiosità verso l’aldilà, il cosmo, l’irraggiungibile. Forse partendo da queste premesse ambiziose, Peele ha dimenticato i capolavori generati prima di lui da colleghi o, volendo trascendere un thriller horror sci-fi li ha semplicemente ignorati.
La major lo ha descritto perfettamente come una cupa “rivisitazione del classico film estivo, un nuovo incubo pop e un’epopea horror espansiva” .
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Daniel Kaluuya in Nope, written and directed by Jordan Peele.
Stando ai resoconti di Variety Nope, l’horror trasceso in thriller, ha debuttato in anteprima nei cinema nordamericani, incassando 6.4 milioni di dollari. Sebbene in leggero calo (-14%) rispetto ai 7.4 milioni di dollari che aveva raccolto Noi – Us che fu il miglior debutto di sempre per un horror originale vietato ai minori, Scappa – Get Out, invece raccolse 1.8 milioni alle anteprime.