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‘Prey’ La conferenza stampa del nuovo film Star
Ecco il resoconto della conferenza stampa di Prey, prequel di Predator, su Star dal 5 agosto 2022.
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3 anni agoon
Disponibile su Star, all’interno di Disney+, dal 5 agosto, Prey è il nuovo capitolo appartenente al franchise di Predator. In occasione dell’uscita su piattaforma, si è tenuta la conferenza stampa, via Zoom, del film diretto da Dan Trachtenberg. Il regista, in compagnia della produttrice Jhane Meyers, e dei protagonisti Amber Midthunder e Dakota Beavers, ha presentato il suo nuovo lavoro.
Tante le curiosità emerse, tra ricordi d’infanzia e sogni nel cassetto. Il tutto all’insegna di una grande e preziosissima passione.
‘Prey’ Il nuovo capitolo di Predator
Prey | La conferenza stampa del nuovo film targato Star
Dopo 10 Cloverfield Lane, Dan Trachtenberg torna in cabina di regia per un lungometraggio alquanto ambizioso. Un po’ per la radice da cui nasce – è infatti il prequel di Predator – un po’ per l’impiego di effetti che hanno dato vita alla celebre e terrificante creatura.
Nonostante il terreno minato su cui si muoveva, il regista statunitense, originario di Filadelfia, sembra aver raggiunto lo scopo. «Volevo fare un film che fosse guidato soprattutto dall’azione. La lavorazione ha richiesto tanto tempo, ho iniziato a svilupparlo forse un anno dopo l’uscita di 10 Cloverfield Lane. Poi la fusione Fox-Disney ha rallentato un po’ le cose. Ma l’ispirazione principale era una sorta di confluenza tra un film d’azione, raccontato per lo più visivamente, e un innesto di cuore ed emozioni. La genesi del film si focalizza poi su un differente tipo di personaggi, che normalmente non sono eroi».
Pensare che Trachtenberg ha recuperato il primo Predator solo qualche tempo fa, prima di iniziare a lavorare su Prey. «Il gancio iniziale del titolo aveva lo stesso doppio significato di Predator, e mi piaceva.
È un racconto reale di sopravvivenza. Ed è uno dei film in cui si vede di più Predator.
Poi avevo questo ricordo del finale di Predator 2, a cui mi sono ricollegato, dove si intuivano dei precedenti in questo periodo storico (Prey è ambientato nel 1719, ndr.)».
Gli attori di Prey raccontano la loro esperienza
Fenomeno in ambito musicale, Dakota Beavers è al suo primo film. «Ho sempre voluto fare attore, ma non conoscevo nessuno nell’ambiente e non sapevo come fare.
Non sono un uomo elegante, ma mi diverte l’idea.
Avevo fatto vari provini per altri film, poi è arrivato il Covid. Quando mi hanno consigliato di andare a fare il provino per questo film, non sapevo nemmeno cosa Dan e Jhane avessero fatto. Ho imparato davvero molto da loro e dagli altri, e ora vorrei farlo per sempre. Ho anche fatto tutti gli stunt che ho potuto, per cui ringrazio Steven Davis, stuntman de Lo Hobbit».
Dal canto suo Amber Midthunder, vista nelle serie Legion e Roswell, New Mexico, ricorda l’emozione quando ha saputo che il progetto per cui era stata scelta era stato rimesso in piedi: «Ho pianto lacrime di paura e prima di iniziare sentivo l’ansia crescere. Quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta ho capito quanto grande sia tutto ciò. Il lavoro è stato interamente fisico, con 4 settimane di boot camp prima di iniziare a girare.
Ci siamo addestrati a usare armi Comanche.
Ed è stato fondamentale avere qualcuno come Jhane, esperta della storia Comanche, e molto vicina a loro. Ma il fiume è stata la cosa più spaventosa per me, era così freddo».
Tra suggestioni Comanche, un Predator in carne e ossa e un cane di nome Coco
La produttrice Jhane Myers, di origine Comanche appunto, spiega come è stata ricreata l’atmosfera, grazie a fotografie e dipinti dell’epoca. «Per me è stato un sogno, ho usato tutto quello con cui sono cresciuta. Passavo i pomeriggi al torrente con mia cugina.
Ed è stato incredibile girare per 40 notti. È stato come tornare indietro nel tempo e nei luoghi dove vivevano i miei antenati.
Abbiamo anche fatto i provini in Comanche. E non avevo mai visto un film interamente nella mia lingua, ed è molto importante. Qui c’è qualcosa di autentico».
I riflettori si puntano poi sull’amico a quattro zampe della protagonista Naru, nella realtà un’energica cagnolina di nome Coco. «Amo quel cane, sul set aveva così tanta energia, correva selvaggia ed eccitata da una parte all’altra». A quanto pare, c’era una bella differenza tra il personaggio che interpretava e il suo vero essere, «ed è lì che stava la bravura di Dan (ride, ndr.)».
Diverso invece il caso della creatura conosciuta come Predator, realizzata con l’aiuto della CGI e con il fisico di Dane DiLiegro, ex giocatore di basket, alto più di due metri. «Vederlo di persona è incredibile, quando te lo trovi di fronte, pensi lo posso uccidere ma…» – ricorda la Midthunder, simulando la reazione, con tanto di bocca spalancata, che ha avuto in quel preciso momento.
Medesima risposta da Beavers: «Mi sono sempre spaventato a guardare Predator, ma ricordo che quando è emerso dalla nebbia ho pensato, cavolo!».
Le ultime battute spettano a Trachtenberg, che spiega come ha raggiunto un simile effetto. «Volevo davvero combinare la CGI con l’essere umano dietro la creatura. Volevo che si sentisse, si percepisse la ferocia, il suo essere alineo ed è terrificante trovartelo davanti».
- Immagine in evidenza: Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.
*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.