Su Sky è arrivato La notte più lunga dell’anno, un film italiano uscito qualche mese orsono in sala, dopo essere stato presentato Fuori Concorso al Torino Film Festival 39.
In regia troviamo Simone Aleandri, classe 1980, sceneggiatore e regista, già distintosi per la realizzazione di alcuni documentari tra cui Tre volte Gerusalemme e As time goes by – L’uomo che disegnava i sogni, incentrato sulla figura dell’ultimo grande illustratore di manifesti cinematografici, Silvano Campeggi, in arte Nano.
La notte più lunga dell’anno – la trama
Durante la notte del solstizio d’inverno, nella periferia che circonda la città di Potenza, alcune storie apparentemente scollegate finiscono per tratteggiare i contorni sempre opachi e poco definiti che scandiscono quelle lunghe, interminabili quindici ore di tenebra.
Non storie d’orrore in senso stretto, ma vicende utili a delineare la pochezza umana in un contesto di vita come tanti.
Le vite di un politico noto e in odore di arresto, quella di una cubista con padre malato che scopre di non avere più l’età per fare quello che fa, di uno studente coinvolto nella relazione extraconiugale con una sua ex professoressa, di tre ventenni superficiali e reietti alla ricerca di emozioni, si intrecciano attorno al filo conduttore di una figura che fa da filo rosso per tutti. Quella di un anziano benzinaio-angelo che soccorre quei peccatori semplicemente per aiutarli, fornendo loro un sostegno materiale e morale efficace quanto disinteressato.
La notte più lunga dell’anno – la recensione
Più lodevole sulla carta che nei risultati concreti, l’opera corale di Simone Aleandro, documentarista al suo esordio nella fiction, sparpaglia e disperde storie e destini, incapace poi di ritrovare una forza di sintesi che sappia riallacciare un filo conduttore davvero convincente e coerente a storie che mal si assestano tra di loro, come in un ingranaggio ove tutto finisce per confluire tra stridore di parti un po’ troppo goffamente assemblate.
Peccato. Un cast di interpreti spesso noti caratterizza e tratteggia le storie: tra questi possiamo citare Massimo Popolizio, una lodevole Ambra Angiolini vittima di un personaggio dolente non ben centrato e caratterizzato, Alessandro Haber, Anna Ammirati, i giovani Luigi Fedele e Francesco Di Napoli, oltre la comparsa di lusso che è sempre Antonio Petrocelli.