Su MUBI è possibile recuperare un film molto interessante e riuscito: Colpo di spugna.
Si tratta di un film del 1981, diretto dal grande regista cinefilo Bertrand Tavernier (Una domenica in campagna – 1984, La vita e niente altro – 1989, Legge 627 – 1992, La princesse de Montpensier – 2020) giunto inspiegabilmente nei nostri cinema diversi anni dopo rispetto all’uscita in Francia.
Il film concorse all’Oscar come Miglior Film Straniero.
Colpo di spugna – la trama
In un paese della colonia africana francese di fine anni ’30, il poliziotto locale, l’indolente Lucien Cordier (uno strepitoso Philippe Noiret), non si occupa d’altro che dei propri comodi e interessi: gira senza divisa, non interviene a sedare risse in pubblico; si fa sovrastare da concittadini francesi, due magnaccia prepotenti e molesti (uno tra questi è interpretato dal bravissimo Jean-Pierre Marielle) che lo usano e corrompono per pochi soldi.
A casa la moglie (Stéphane Audran) se la intende con un francese perdigiorno (Eddy Mitchell) senza che il tradito riesca a far valere il suo onore. Le sue attenzioni sono rivolte verso la bella e pruriginosa, oltre che insaziabile Rose (Isabelle Huppert), giovane sposata con un uomo greve e anziano che sa solo picchiarla.
Quando Cordier si rende conto che l’unico modo per risolvere definitivamente i suoi problemi è agire d’istinto ed eliminare gli avversari scomodi con un colpo a bruciapelo, ecco che, seguendo il consiglio ironico del suo superiore Chavasson (Guy Marchand), quello strambo e atipico tutore della legge si trasforma in un giustiziere che agisce di sorpresa, vigliaccamente, ma portando a segno le sue azioni.
Finirà anche per plagiare la disincantata ed ingenua Rose, trasformandola in una assassina utile a risolvere tutti i problemi che un tempo lo avrebbero sovrastato senza una soluzione possibile.
Intanto la vita nella colonia africana procede nella sua pigra lentezza, entro le sonnacchiose atmosfere di un villaggio in cui tutto è possibile e in cui le vite degli abitanti contano meno di nulla.
Colpo di spugna – la recensione
Dal romanzo di Jim Thompson intitolato Pop. 1280, originariamente ambientato nel West americano, Tavernier mantiene le basi del racconto per spostare l’ambientazione nel periodo della Francia coloniale della prima metà del ‘900.
E trasforma la vicenda in un film tutto personaggi unici, strepitosi, che la scelta di un cast azzeccatissimo rende quasi memorabili.
Tavernier poi si trova completamente a suo agio nel raccontare fatti, misfatti e atrocità di vita da colonialisti indolenti e capricciosi, aiutato non poco dalla verve grottesca e acuta che lo ha sempre contraddistinto come autore, e fornendo a Philippe Noiret un ruolo esemplare che rientra senza dubbio tra quelli cardine della sua straordinaria carriera di interprete.
Ne emerge in modo superbo il connotato di una società occidentale approfittatrice, che ricalca l’esecrabile e tipico atteggiamento coloniale e sfruttatore dell’uomo che si crede civile e civilizzato, ai danni della vittima locale, sfruttata, vilipesa e raggirata.
In Italia il film giunse nei cinema solo nel 1986, distribuito in modo sommario e non certo consono alla qualità intrinseca del prodotto.
Il titolo “Colpo di spugna” allude proprio alla volontà di risolvere in modo definitivo un caso. Soluzione che finisce per diventare lo stile estremo e disinvolto del nostro indolente e insieme spregiudicato protagonista: un individuo di fatto spregevole e vigliacco, ma forse più umano di ogni altra inquietante macchietta che interviene, anche solo di striscio, a coronare i delittuosi avvenimenti che fanno da sfondo alla storia.