Su Netflix è disponibile Noi, l’ horror trascinante ed emotivamente coinvolgente del regista Jordan Peele, divenuto celebre con l’altrettanto inquietante Scappa – Get Out del 2017.
Un regista di cui attendiamo con una certa ansia l’uscita in sala (prevista per l’11 agosto 2022), del suo prossimo Nope: un altro horror a sfondo civico-razziale che si preannuncia dirompente.
L’incontro con il proprio doppio malvagio
Adelaide vive la sua vita agiata e realizzata di madre di famiglia, ma non riesce a togliersi di dosso un fosco ricordo legato alla sua infanzia, dunque lontano ( ma non per questo meno disturbante) che l’assilla e la rende istintivamente diffidente e insicura ogni qualvolta le si pongano dinanzi scelte o incognite da affrontare.
Un labirinto di specchi di un luna park a Santa Cruz in cui la bambina ebbe l’occasione, rara, di incrociare il suo doppio malvagio, il suo negativo, rimanendo scossa in modo perenne.
Quando la famiglia fa ritorno nella casa natia della donna, in una località amena di vacanza sul mare, dopo una giornata di totale spensieratezza trascorsa con gli agiati vicini di casa, ecco che, improvvisamente, quattro figure simili ai componenti della famiglia, si materializzano.
É l’inizio di un incubo che, molto presto, ci accorgeremo di come si configuri nella sua manifestazione globale, catastrofica, forse definitiva.
Una sorta di sommossa in cui l’ombra prende il sopravvento sulla figura da cui essa deriva, sostituendosi.
Ma la catastrofe, nella tragedia che si porta dietro, è anche la tremenda occasione per ridare consapevolezza a una donna altrimenti bloccata da una frustrazione costante e inspiegabile che la rende irrealizzata.
Noi – un altro horror a sfondo politico-sociale
C’era molta attesa dopo il richiamo che il pregevole horror, Scappa – Get Out, aveva gettato sul suo regista Jordan Peele: questo nuovo incalzante, appassionante, ritmatissimo, anche se a tratti un po’ confuso, horror mantiene le promesse irradiate dal precedente film, e anzi c’immerge in atmosfere malate e rituali che risultano davvero allarmanti, quasi possibili, nonostante l’improbabilità dell’assunto di base.Il lavoro sopraffino di Jordan Peele sul ritmo, sulla descrizione intima e scandagliata dei personaggi, sullo svolgimento della dinamica dei fatti, appare controllato nei minimi dettagli, proprio di un horror maturo, insolito. Certo a sottofondo politico evidente, non meno del film precedente, pensato con ancor più cura e ambizione, e affrontato nei minimi dettagli di scrittura e di psicologia dei personaggi coinvolti.
Tra gli attori, il premio Oscar Lupita Nyong’o dimostra meglio di ogni sua altra occasione (anche quella che le è valsa l’ambito premio) la sua eccellenza di interprete, ma tutto il cast è bravissimo a sdoppiarsi nella copia oscura e malvagia che attacca e travolge.
Curatissima e incalzante la musica, un ritmico martellare di bassi e percussioni che tengono perfettamente il ritmo concitato dell’azione, contribuendo a provocare nello spettatore momenti di cardiopalma esemplari, necessari, irrinunciabili, ma non poi così frequenti o scontati in un mondo horror che raramente assume tali raffinate e ben costruite fattezze