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‘Cinecittà Babilonia: sesso, droga e camicie nere’ di Marco Spagnoli

Su MUBI l’interessante e rigoroso documentario sulla nascita di Cinecittà e sui divi di allora (le dive, soprattutto)

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Cinecittà Babilonia: sesso, droga e camicie nere (2017) di Marco Spagnoli esce su MUBI il 1 luglio (2022). Lo stesso giorno in cui il regista presenta il suo ultimo documentario dedicato a Franco Battiato, La voce del padrone, al Taormina Film Festival. La voce del padrone, afferma il regista,  “Va preso così, come l’omaggio di un ragazzino come tanti che in quell’estate ha visto cambiare la sua percezione della musica, attraverso questo album straordinario. E che restituisce un piccolissimo omaggio a questo immenso maestro che è Franco Battiato”. Grande emozione al teatro antico di Taormina per Battiato.

Anche perché Marco Spagnoli è un regista che sa rendere i suoi  documentari narrazioni sempre coinvolgenti. Vale anche per Cinecittà Babilonia, se pure parli di tempi lontani. Grazie al montaggio sapiente (di Patrizia Penzo) che alterna documenti d’epoca, testimonianze di esperti (Enrico Lucherini, Gian Piero Brunetta) alla giovani attrici del Centro Sperimentale di Cinematografia, che rivivono i ruoli delle dive di allora.

Per tutte le dive che abbiamo dimenticato, recita la chiusura del film, facendole scorrere ad una ad una, insieme ai loro nomi. Secondo l’abitudine, come spiega all’inizio l’attrice che interpreta Alida Valli, di attaccare targhette dorate sui tronchi di pini per consacrare i divi del cinema. Tolte in seguito, come molte altre cose alla fine del fascismo. Una rimozione che, per molte star, sembra simboleggiare quella della loro importanza.

Cinecittà Babilonia: sesso, droga e camicie nere La trama

La storia delle prime dive cinematografiche italiane e del loro rapporto alquanto pericoloso con la politica, le droghe e gli eccessi all’ombra della nascita di Cinecittà (dal sito MUBI)

Cinecittà Babilonia: sesso, droga e camicie nere

Cinecittà Babilonia: il regista Marco Spagnoli con una giovane attrice del Centro Sperimentale di Cinema

Di sesso e droga in realtà non si parla molto. Non c’è compiacimento perché è tutto sottinteso. Così come per i maneggi del mondo dello spettacolo, i compromessi con il regime, gli scandali sottaciuti. Solo un accenno ad “adulteri e passioni sfrenate, droghe e camicie nere in un legame sempre più saldo tra sesso e potere in grado di sopravvivere alle ceneri del tempo ed arrivare fino ad oggi”. Recita così la voce profonda di Vinicio Marchioni, che commenta i settantadue minuti del documentario (insieme a quella di Alessandro Roja, ma solo per le parole di Vittorio Mussolini).

Cinecittà Babilonia: sesso, droga e camicie nere L’esordio

L’esordio di Cinecittà Babilonia è molto vivace: panoramiche in bianco e nero sulla capitale, seguite dalle giovani donne che facevano della ginnastica artistica una danza vitalistica quasi perfetta. La base musicale (le musiche sono di Max di Carlo), una marcia frivola, allegra. I titoli di testa illustrati (da Antonio Palma) come si trattasse di un filmato leggero, a trasmettere tutta la fiducia, o l’incoscienza, del mondo del cinema.

Poi, la nascita ufficiale dell’industria cinematografica italiana con l’inaugurazione di Cinecittà (il 28 aprile 1937, ottant’anni prima del documentario di Spagnoli), dei suoi nove teatri di posa isolati dai rumori esterni: il sogno  hollywoodiano di Mussolini e del figlio Vittorio, che sarebbe naufragato, per loro, pochi anni dopo con la guerra. Le basi invece di ciò che un ventennio più tardi diventerà la grande stagione, se pure breve, del cinema italiano con il neorealismo. Ma la realizzazione di quella Hollywood sul Tevere, voluta dal regime, di più lunga durata.

La notte delle stelle, il crepuscolo degli dei

Poco prima della guerra, una manciata di giorni prima, la serata delle stelle, quelle cadenti e quelle che invece avrebbero avuto un futuro, come Alida Valli, la leggenda nel nostro cinema. È la consegna del premio della rivista Cinema diretta da Vittorio Mussolini, che si bea della sua creatura in mezzo ad attori, attrici, registi, inconsapevoli di ciò che accadrà. Hanno l’aria molto divertita, ballano, scherzano, ma la loro è una danza di morte sull’orlo dell’abisso, che sta per spalancarsi di lì a qualche settimana.

Riconosciamo qualche volto, come quello di Amedeo Nazzari; la maggior parte no, perché di tanti non abbiamo più memoria. C’è Osvaldo Valenti, di cui poi verranno spiegate nel documentario la vicenda e la fine, come ce le ha raccontate nel 2008 anche Marco Tullio Giordana in Sanguepazzo, con Luca Zingaretti, Monica Bellucci e Alessio Boni.

La storia

Un tempio, quello di Cinecittà, di cui Marco Spagnoli coglie tutti gli aspetti. Quelli propagandistici del regime, certo, ma anche quelli di un’industria che gli sopravviverà. Insieme alla contraddizione di una cultura che si dichiara italianissima, ma che guarda all’America come modello da imitare.

Dalla prima pietra del 1936, alla realizzazione finale un anno e mezzo dopo. La portata dell’evento, i costi, i materiali, il numero dei film realizzati e da realizzare ogni anno. Una ricerca rigorosa, quella di Cinecittà Babilonia, quasi una lezione di storia, ma tenuta con lievità.

Sobrietà della narrazione

Dicevamo che nel documentario di Marco Spagnoli non c’è il desiderio di cogliere particolari scabrosi nelle vite altrui. Nonostante Cinecittà Babilonia richiami il titolo del libro di Kenneth Anger, Hollywood Babylonia, uscito negli anni Cinquanta in Francia, negli anni Sessanta in America, censurato e ricomparso nel 1975. Da noi lo pubblicherà Adelphi nel ’79.

Non c’è da stupirsi se seguiranno altre edizioni rivedute, e aggiornate, negli anni a venire, perché i temi scandalistici di cui parla continuano ad affascinare i lettori. I retroscena delle vite di successo sono fatti di scarsa moralità, alcolismo, uso di stupefacenti, morti sospette, tutti i peccati che si possono immaginare, e oltre.

Marco Spagnoli invece si accosta alle dive del cinema con molta attenzione, cercando di farle rivivere un po’ nel suo documentario. E alla materia tutta del suo film con la giusta e rispettosa distanza.

Cinecittà Babilonia: sesso, droga e camicie nere è stato prodotto e distribuito da Istituto Luce Cinecittà.

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Cinecittà Babilonia: sesso, droga e camicie nere

  • Anno: 2017
  • Durata: 72 minuti
  • Distribuzione: Istituto Luce
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Marco Spagnoli