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In Sala

Ligabue – Campovolo 2.0 in 3D

Dopo “Radiofreccia”, “Da Zero a Dieci” e 9 anni di relativa assenza, Luciano Ligabue torna al cinema con “Campovolo”, un film/concerto/evento che lo vede totalmente protagonista insieme al suo pubblico, in tutte le dimensioni possibili

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Anno: 2011

Distribuzione: Medusa

Durata: 108′

Genere: Musicale

Nazionalità: Italia

Regia: Marco Salom

Dopo Radiofreccia, Da Zero a Dieci e 9 anni di relativa assenza, Luciano Ligabue torna al cinema con Campovolo, un film/concerto/evento che lo vede totalmente protagonista insieme al suo pubblico, in tutte le dimensioni possibili.

Infatti non è un film/concerto come tanti altri: oltre ad una selezione dei migliori brani eseguiti nella serata e alcuni retroscena e riprese nel backstage, il tutto è girato con telecamere a ripresa stereoscopica, ossia in 3D.

Con questo ambizioso progetto, Ligabue porta a casa il titolo di primo artista italiano ad aver un concerto (e che concerto!) immortalato in 3D, preceduto solamente dagli U2, i Pearl Jam e pochissimi altri al mondo.

La tridimensionalità è senza dubbio il valore aggiunto, ed unico motivo per l’uscita nelle sale, di questo lungometraggio: la profondità rende al massimo, coadiuvato da un degno impianto audio, l’effetto che si prova nel partecipare ad un maxi evento come quello svoltosi all’interno dell’aeroporto emiliano nel Luglio 2011. L’effetto è impressionante proprio grazie alla dimensione aggiunta, la profondità, e nessuno riuscirà a trattenere l’emozione nel momento in cui la telecamera sale sul palco insieme agli artisti accolti dal boato delle quasi 110mila persone accorse; vedendo Campovolo – Il Film 3D potrete, inoltre, godervi il Liga da molto molto vicino che quasi vi sembrerà di toccarlo.

Il mezzo però richiede grande preparazione: qui pecca la regia di Cristian Biondani che, nonostante la grande esperienza, rimane molto vincolato dai limiti tecnici, logistici e produttivi: in generale le riprese sono fatte esattamente come con il 2D, svilendo per il 50% la resa totale.

Il caso, però, ha voluto che ad un uso improprio della tecnica si sopperisse con una strana coincidenza: grazie ad un piccolo difetto delle telecamere, ogni riflesso su un oggetto traslucido come il metallo si manifesta con un particolare effetto e viene percepito anch’esso avente profondità. E qui arriva il bello: oltre ai ciondoli o i pendagli che Luciano Ligabue porta addosso, anche i suoi occhi presentano questo riflesso, specialmente quando si fanno lucidi per la grande emozione; in quei momenti sembra che l’artista abbia occhi infiniti e pieni di luce.

Campovolo non è un film come tanti, l’abbiamo già detto, non solo per il 3D.

Esso contiene al suo interno, come in una scatola cinese, un altro film diretto da Marco Salom dove si ripercorrono le tappe principali della carriera di Ligabue, con la viva voce dei protagonisti e degli amici di sempre. Qui, nonostante una retorica non sempre equilibrata, il risultato è migliore e piacevole, pur occupando minore spazio rispetto alle riprese dello show.

Un progetto, insomma, veramente coraggioso che non poteva rimanere distribuito solo in home video come gli altri concerti, ma anche nei cinema, sia per l’impiego della stereoscopia che per l’enorme sforzo produttivo che ha mosso l’operazione.

Non è un film per tutti, sia chiaro.

Gli amanti del Liga passeranno sicuramente due ore di idillio celeste nel vedere da vicino il loro mito, mentre un estimatore occasionale, o peggio ancora un non fan, troverebbe la visione del film addirittura una tortura.

Probabilmente dovranno passare altri anni prima di un terzo Campovolo, ma grazie a questo regalo i fan di Ligabue potranno vivere e rivivere innumerevoli volte le forti emozioni di un grande concerto di un grande artista.

Giovanni Villani

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