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‘Eden’: i ritmi coinvolgenti della disco music anni ’90

Eden è una commedia dagli sviluppi drammatici, in cui i dolori e gli insuccessi (anche i suicidi) si annientano davanti al ritmo indiavolato e affascinante di una musica che può essere considerata a buon titolo vuota e artificiale dagli esperti in materia, ma che ha la gioia di un ritmo travolgente che incendia le membra, risultando ai più irresistibile.

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Da qualche tempo è possibile recuperare su Prime Video un bel film intitolato Eden, diretto dall’apprezzata regista francese Mia Hansen-Love, e presentato anni fa alla Festa del Cinema di Roma.

La regista del recente Un beau matin (Quinzaine del Réalisateurs di Cannes 2022) e di Sull’isola di Bergman (in Concorso a Cannes 2021), ci trascina letteralmente nei ritmi della sfrenata e coinvolgente disco dance anni ’90, nell’ambito di quel genere ibrido dance-elettronico, noto anche come “Garage”.

Eden è un film che appassiona e coinvolge, riportando lo spettatore cinquantenne ai tempi della propria ebbrezza giovanile, ormai inesorabilmente lontana, ma non per questo dimenticata.

Eden – la trama

La storia racconta la vicissitudini dei due DJ che hanno inventato la dance acustica accompagnata da vocalist d’eccezione,  diffusa nei locali dopo averla suonata nelle feste private, coinvolgendo le  masse verso un nuovo mondo di intendere la disco.

Una musica in cui i suoni dell’elettronica si fondono con la potenza della voce, valorizzando ritmo e tonalità dance accattivante che gli ex ragazzi degli anni ’90 ben ricordano con una certa nostalgia.

La musica con cui sono nati i famosi Daft Punk, e quella degli italiani Eiffel 65 (citati pure da Dolan in Mummy con la famosa “Blue”), e quella dei Clean Bandit dei primi anni ’10, per citare gli esempi più noti.

I Daft appaiono a fine film col sottofondo delle note malinconiche ma ritmate del loro disco più recente, almeno ai tempi dell’uscita del film.

Eden segue i passi di Paul, i successi e la caduta quando il ragazzo si ritrova DJ troppo anziano senza aver sfondato come avrebbe voluto, pieno di debiti, di dipendenza da cocaina, di donne spesso bellissime (una è Greta Gerwig che sembra vivere un secondo capitolo di Frances Ha, l’altra la splendida iraniana Golshifteh Farahani), con cui ha percorso strade fondamentali della sua esistenza, senza mai riuscire a raggiungere un traguardo definitivo.

Eden – la recensione

Eden è una commedia dagli sviluppi drammatici. I dolori e gli insuccessi (anche i suicidi) si annientano davanti al ritmo indiavolato e affascinante di una musica che può essere considerata a buon titolo vuota e artificiale dagli esperti in materia, ma che ha la gioia di un ritmo travolgente che incendia le membra. Ci si  allontana, solo momentaneamente (come utilizzando una droga innocua che non crea dipendenze pericolose) dai dispiaceri e dai dolori di cui sono piene le esistenze e le quotidianità.

Pezzo forte del film è sicuramente una colonna sonora magnifica che incendia di emozioni i cinquantenni di oggi che nei ’90 ballavamo quelle musiche.

Tra gli altri interpreti (oltre al combattuto protagonista Felix de Givry), l’ormai celebre quarantenne mai cresciuto Vincent Macaigne, ora una celebrità in Francia,  e la biondona fatale Laura Smet, viziata e spendacciona ‘coi soldi degli altri’  che porta alla rovina il nostro debole DJ.

Ma anche Brady Corbet, futuro apprezzato regista di L’infanzia di un capo del 2015 e del controverso Vox Lux del 2018), e l’esordiente Vincent Lacoste, oggi interprete assai attivo e ricercato in Francia.

Eden

  • Anno: 2014
  • Durata: 131
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Mia Hansen-Love

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