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‘Agatha Christie – Perché non l’hanno chiesto a Evans?’ La recensione

Agtha Christie – Perché l’hanno chiesto a Evans? è la miniserie scritta, diretta e interpretata da Hugh Laurie.

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Dal 25 giugno 2022 su Sky Investigation e in streaming su NOW, Agatha Christie – Perché non l’hanno chiesto a Evans? è la miniserie che porta la firma di Hugh Laurie. L’attore, celebre per aver prestato il volto a Dr. House, scrive, dirige, produce e recita in questo nuovo adattamento dell’omonimo racconto risalente al 1934.

Brioso, ironico e smaccatamente british, lo show sa bene come intrattenere e sembra farlo con una semplicità disarmante.

Eppure dietro un progetto simile, il lavoro di scrittura e regia deve essere attentamente gestito ed elaborato. Laurie conosce tutte le regole del genere e le onora, così da rendere l’effetto desiderato e da non sminuire in alcun modo il valore dell’opera letteraria su cui si basa.

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Agatha Christie – Perché non l’hanno chiesto a Evans? | La trama

Ex ufficiale della Royal Navy, Bobby Jones (Will Poulter) trascorre le sue giornate tra i campi da golf, in veste di caddy, e la chiesa, dove suona l’organo e accompagna i sermoni del padre vicario. Dopo essere il ritorno tra le lande di Marchbolt, in Galles, il giovane sta per mettersi in affari con l’amico Knocker (Jonathan Jules), in un commercio di automobili usate.

Tutto, però, si complica, quando scopre un cadavere in fondo a un precipizio. Inizia così la caccia agli indizi, affiancato da Knocker e dall’amica d’infanzia Frankie (Lucy Boynton), alla ricerca della verità che si cela dietro l’accaduto.

Non possiamo saperlo, possiamo inventarlo.

Le ultime parole dell’uomo – “perché non l’hanno chiesto a Evans?” – conducono Bobby e i suoi sulle tracce di un certo Roger Bassington-ffrench (Daniel Ings). Per riuscire ad avvicinarsi all’uomo, Frankie decide di simulare un incidente nei pressi dell’abitazione di quest’ultimo.

Mistero e poesia per il nuovo adattamento della Christie

Il racconto della Christie, uno dei pochi che non ha per protagonista i classici personaggi dell’autrice britannica, prende letteralmente vita sullo schermo. Quattro episodi pieni di ironia, eleganza e mistero. Ogni dettaglio, dalla singola inquadratura all’animazione di una fotografia, contribuisce a comporre un’atmosfera accattivante e, in un certo senso, poetica.

Agatha Christie – Perché non l’hanno chiesto a Evans? gioca con i canoni del giallo d’epoca, senza mai banalizzarli. Il risultato è qualcosa di piacevole, leggero e genuino. Se dal punto di vista dell’intrigo non si rintracciano forse grandi colpi di scena, da quello della narrazione tutto fila più che liscio, regalando momenti di spensieratezza e, finanche, riflessione.

Cosa rende una miniserie tra le migliori in circolazione

Le differenze sociali tra Bobby e Frankie appaiono un ostacolo all’eventuale unione dei due, ma solo dalla prospettiva di lui. Essendo il meno abbiente, teme le reazioni della comunità e della famiglia di lei. Dal canto suo, la ragazza non vede alcun problema e, anzi, anticipa, con i suoi comportamenti, quelle che saranno considerate le donne moderne.

L’emancipazione passa per un paio di pantaloni e dei baffetti sotto il naso: con molto savoir faire si mette così in atto una serie di gag adorabili ed emblematiche.

Sono io che porto i pantaloni.

Poulter e la Boynton esibiscono una particolare sintonia, utilissima ai fini della resa, tanto brillante e viva da conquistare immediatamente. In prodotti del genere, le dinamiche tra i personaggi e i loro interpreti fanno tanto, e anche per questo Agatha Christie – Perché non l’hanno chiesto a Evans? si rivela, senza dubbio, uno dei più riusciti in circolazione.

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