Sette storie, dirette da registe donne, interpretate da sette attrici internazionali. Non solo un film, ma un vero e proprio movimento che trasferisce parità di genere. Un ‘onda di diffusione di consapevolezza sulla difficoltà, forza, reazione e unione nell’essere donna.
Già per la sua complessità il film ha portato grandi sfide a una co-produzione internazionale, tutte brillantemente superate, nonostante Covid 19.
I sette racconti di ‘Tell it like a woman’
Commoventi, autentici, drammatici, tutti gli episodi raccolgono interessi diversi e sono ben calibrati tra realtà e finzione, oltre ad avvalersi di un cast di attrici internazionali. Da Eva Longoria a Margherita Buy, da Cara Delevingne a Marcia Gay Harden o Jennifer Hudson e Jacqueline Fernandez.
Unspoken diretto da Mariasole Tognazzi è il corto italiano basato su una storia vera scritta da Giulia Stigerwalt in cui una donna, come unica via di salvezza ferisce il suo cane per riuscire ad andare da un veterinario e denunciare gli abusi che vive segregata in casa dal marito. Enorme storia di ascolto, comprensione ed empatia tra donne dove una salva l’altra. E viceversa. Ottimamente scritto da Giulia Stigerwalt, sempre garanzia di originalità e qualità, ben interpretato da Margherita Buy, il film risulta commovente oltre ad essere un grande insegnamento per capire che l’unione fa la forza tra donne intelligenti e gettare ponti conviene sempre.
Lagonegro diretto da Lucìa Puenzo. Essere o non essere una madre, a causa di traumi infantili e familiari regressi. Di questo parla l’episodio di Eva Longoria. La protagonista donna di successo ha seppellito i suoi ricordi dolorosi di un’infanzia malsana. Nata in una famiglia disfunzionale e problematica dove la madre e la sorella con gravi problemi mentali finiscono per suicidarsi entrambe, la Longoria vedrà affiorare il suo blocco emotivo, psicologico derivante dal passato che le impedisce di evolvere come madre.
A week in my life. Sensibilmente diretto da Mipo O, l’episodio racconta una settimana di vita (estenuante) di una donna normale. Un’eroina silenziosa come migliaia in tutto il mondo. Fagocitata dalla routine quotidiana, questa donna giapponese è l’esempio universale di una persona multitasking e di ciò che le richiede, come sforzo sovra umano, la società odierna. Madre, lavoratrice, sola, colf di se stessa, bambinaia, colpita dalla scansione di ritmi quotidiani estenuanti tra cucinare, lavare i panni, pulire casa, allevare i bambini, seguirli a scuola, correre al lavoro. In sostanza la stanchezza e la solitudine di una donna, spesso non denunciata, non capita o semplicemente data per scontata.
Sharing a ride diretto da Leena Yadav. Con Anjiali Lama, primo trans indiano di un’eleganza sopraffina, narra l’incontro e la comprensione di diversità e attrazione facendo cadere stupidi preconcetti e blocchi emotivi.
La conferenza stampa di ‘Tell it like a woman’
La parola a Diane Warren
‘Sono felice di aver dato il suo contributo per un film così importante in un momento così particolare per il mio paese, gli Stati Uniti’ ‘E soprattutto sono molto più brava a scrivere canzoni. In realtà ovunque c’è lo stesso problema, riguarda l’umanità in generale. Il sesso è un problema sia per gli uomini che per le donne. Qui parliamo delle donne e dobbiamo farlo assieme ma ci rivolgiamo a tutti. Questa è una lotta di consapevolezza e di riaffermazione dei diritti che si davano per acquisiti e che invece paiono scomparire di nuovo’.
La parola a Maria Sole Tognazzi
‘Il progetto è nato da una storia vera. Assieme all’autrice si voleva dare vita a una storia che è il proseguimento di un discorso iniziato già anni fa. Poche sono ancora le donne che vedono quella donna che andiamo a raccontare noi che deve essere raccontata in maniera realistica e veritiera’
La parola ad Eva Longoria
‘Ho avuto una bella reazione dagli italiani e un’ottima accoglienza. Spero vivamente che la situazione negli Stati Uniti venga rivista. Purtroppo ciò che è successo li, potrebbe accadere ovunque in tutto il mondo, togliendo ancora diritti dati per acquisiti da anni e per cui molte donne hanno lottato e sofferto’.
La parola a Sofia Carson
Cantando la canzone di Diane Warren, dal titolo Applause, concepita apposta per il film racconta: ‘E’ inconcepibile e assurdo che noi donne veniamo private dei nostri diritti. Dovremmo difendere i nostri valori e diritti per cui le nostre nonne hanno combattuto tanto per noi negli anni’.
La produzione
Complessa, internazionale e articolata la sinergia tra produttori visionari che si sono uniti in questo progetto concepito da Chiara Tilesi. Tra i produttori Lucas Akoskin, Lady Monika Bacardi, Andrea Iervolino, Chiara Tilesi. Prodotto da Iervolino & Lady Bacardi Entertainment in associazione con We Do It Together, 501 produzione di film non profit il cui scopo è quello di raccontare storie di donne per le donne e per tutti.