Il Festival Cinema e Ambiente Avezzano, edizione 2022, si è appena concluso. Presente un’ampia rosa di titoli con al centro il tema della responsabilità dell’uomo nei confronti del territorio. Fra questi è stato proiettato, in anteprima italiana, Mata, documentario diretto da Ingrid Fadnes e Fábio Nascimento.
Prodotto tra Norvegia e Brasile, il film è stato premiato presso numerose rassegne internazionali.
La terra come fonte di vita.
Mata racconta la lotta degli indigeni di Bahia, nel nord-est del Brasile, per la salvezza della loro terra.
Il Brasile è infatti il maggior produttore mondiale di cellulosa, e l’estensione aggressiva della monocoltura di eucalipto ha lasciato scampo ad appena il 4% della foresta autoctona.
La terra è fonte di vita, e i protagonisti di Mata sono coloro che con la terra vivono un legame simbiotico: la tribù dei Pataxó, ma anche contadini e agricoltori. Nessuno di loro ha scelto di avere legami con la città, eppure patiscono la perdita della biodiversità voluta dall’industria europea.
Una foresta fantasma
Il film è frutto della collaborazione tra Fábio Nascimento, fotografo brasiliano con alle spalle progetti per Greenpeace e il National Geographic, e della giornalista norvegese Ingrid Fadnes. Il documentario ha visto la luce dopo ben cinque anni di lavoro sul campo.
I registi focalizzano la loro attenzione sul suono ambientale. Questa scelta è particolarmente interessante dal momento che le labirintiche foreste di eucalipto bloccano e assorbono molti dei rumori naturali. Da qui, l’appellativo di “foresta fantasma”. Anche la fotografia è forte e diretta, alternando i piccoli dettagli della vita quotidiana degli abitanti a panoramiche sul territorio, in cui le distese di eucalipto appaiono gargantuesche e minacciose.
L’empatia con i nativi, ovviamente non attori, è ottenuta proprio tramite il confronto spietato tra la fredda vastità della monocoltura, e i dettagli delle mani che esplorano la terra ancora vergine, ancora “viva”.
In conclusione, un documentario forte e vibrante come la terra che racconta, nato da un’urgenza reale. Proprio questa urgenza lo rende un prodotto di alto valore educativo: esattamente lo scopo che il Festival si propone.