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‘Lightyear-La vera storia di Buzz’. Verso l’infinito e oltre

L’emozionante storia dietro il mito: ecco il nuovo film Disney Pixar

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In sala, dal 15 Giugno, arriva Lightyear-La vera storia di Buzz.

La versione italiana vede Alberto Malanchino come Buzz. Con lui ci sono Ludovico Tersigni, Domitilla D’Amico, Massimiliano Alto, Rossa Caputo, Ester Elisha e Massimo Bitossi.

Il film è prodotto da Galyn Susman ed è l’esordio alla regia di Angus MacLane, storico animatore Pixar.

«Ognuno di noi prende delle decisioni sbagliate, ma trascorrere la vita a pentirsi di quelle decisioni invece che investire nel nostro futuro non è vivere, giusto? »- McLane

Lightyear-La vera storia di Buzz : la trama

La nuova avventura Disney e Pixar, che racconta le origini dell’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy Story, segue il leggendario Space Ranger dopo essere rimasto bloccato su un pianeta ostile a 4,2 milioni di anni luce dalla Terra insieme al suo comandante e al loro equipaggio. Mentre Buzz cerca di trovare un modo per tornare a casa attraverso il tempo e lo spazio, si unisce a lui un gruppo di ambiziose reclute e il suo irresistibile gatto robot, Sox. L’arrivo di Zurg, una presenza imponente con un esercito di robot spietati e un fine misterioso, complica le cose e mette a rischio la missione.

Lightyear-La vera storia di Buzz : la recensione

Buzz  Lightyear, appassionato Space Ranger, è in perlustrazione di un nuovo, misterioso, pianeta con la sua collega e miglior amica Aisha, quando, improvvisamente, vengono attaccati da insetti e piante rampicanti. Intenzionato a portare tutta la sua squadra in salvo, Buzz si mette in volo verso la Terra con tutto l’equipaggio ma, nella partenza, la nave da esplorazione su cui viaggiano si schianta sulle rocce del pianeta. Mortificato per l’incidente, Buzz decide che sarà solo suo il compito di riportare tutti a casa, ma la nuova missione si complica…

Era il 1995 quando il mondo si innamorava di Toy Story e dello speciale legame tra Woody, Buzz ed Andy. Dopo ben 27 anni, Disney e Pixar raccontano la storia dietro il giocattolo di Buzz. E questa storia è quanto di più bello la stagione dell’animazione cinematografica ci abbia offerto.

«Maggiore è la velocità di volo, più io viaggio nel futuro. Ho capito!»

Ostinato nella sua missione, Buzz non ascolta i consigli di Aisha, che gli chiede di aspettare prima di gettarsi a capofitto nell’ignoto. Buzz però, come risponde a tutti coloro che provano a farlo ragionare, è uno Space Ranger e non può fare altrimenti.
Intenzionato a raggiungere l’iper-velocità che permetterà di riparare ai danni, Buzz fallisce la sua prima missione, scoprendo di essersi assentato per quattro anni!
Spaesato dalla notizia, non può arrendersi e continua a riprovare. I suoi quattro minuti di tentativi però corrispondono a quattro anni di vita del suo equipaggio e, se per lui il tempo non passa, passa per chi aspetta che la missione si compia.
Rientrato dall’ultima, fallimentare, missione, scopre che la sua cara amica Aisha è morta e, per la prima volta, capisce di aver perso tutto.

Una questione di solitudine

La bellezza di questo film, oltre a quella di riportare in auge un personaggio a cui tutti siamo affezionati, è quella di mostrare il lato umano del grande eroe. Come la storia, la letteratura, e lo stesso cinema, spesso ci hanno insegnato, l’eroe è una persona solitaria. Le sue gesta, legate a un destino ineluttabile, lo conducono a compiere una serie di azioni che lo lasceranno solo. Come se Buzz si sentisse un predestinato, si scorda di non essere l’unico sul pianeta e, inevitabilmente, perde chi gli è più caro. La morte di Aisha lo pone di fronte a una solitudine, fisica ed emotiva, mai provata. L’eroe, ancora ignaro di essere tale, inizia ad avere un tentennamento e a ricondurlo sulla giusta via sarà solo un nuovo incontro.

«Verso l’infinito e oltre!»

Arrivato alla sua ultima missione, Buzz scopre che il pianeta ora è sotto la minaccia di Zurg e del suo esercito di robot e nel caos incontra un trio di nuove reclute disposte ad aiutarlo in tutto e per tutto.
Intervallato dalla bellissima colonna sonora di Michael Giacchino, che in alcune sequenza sembra rendere tributo a Guerre Stellari, Lightyear- La vera storia Buzz è un film che, oltre a racchiudere un importante messaggio, non smette di meravigliare e conquistare lo spettatore. L’arrivo delle nuove reclute infatti, oltre ad arricchire la narrazione della giusta dose comica alla quale la Pixar ci ha abituato, innalza il livello narrativo, già buono di per sé. Incalzante e adrenalinica, la storia di Buzz è un susseguirsi di colpi di scena. Il tempo e lo spazio, grandi co-protagonisti della storia, si amalgamano al resto della narrazione, contribuendo alla resa finale del film che è veramente ottima.
Se nel 1995 avessimo pensato che un giorno avremmo visto il motivo per cui Lightyear era così importante, non avremmo di certo immaginato -o almeno non lo avrebbe fatto chi scrive- uno straniante viaggio nel tempo e, soprattutto, una tale frustrazione vissuta dal personaggio.
Ciò che convince, infatti, non è solo la minuziosa ricostruzione tecnica dell’argomento scientifico, ma la caratterizzazione psicologica.
Buzz è un uomo convinto di essere solo uno Space Ranger e davanti a questa convinzione si dimentica di vivere. Ossessionato dal senso del dovere, crede che il suo destino sia quello di essere solo. Ma sarà invece questa nuova missione, e il colpo di scena finale, a fargli capire che la sua strada è un’altra. E così, dopo 27 anni, anche la famosa frase :«Verso l’infinito e oltre!» acquisisce il vero significato, ovvero la certezza che nessuno si salva da solo.

Il poster

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