Cannes

Domingo y la niebla – la nebbia che conserva i ricordi per cui vale vivere

Un film contemplativo, ma anche teso e duro

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Al Festival di Cannes 75, nella sezione Un Certain Regard, si è fatto notare, per intensità di racconto e la risolutezza che guida il tenace protagonista della vicenda, il film costaricano Domingo y la niebla, diretto dal regista Ariel Escalante Meza, alla sua seconda regia dopo El sonido de las cosas del 2016.

Domingo y la niebla – la trama

Domingo è un vedovo  settantenne che vive da solo nella casa tra i boschi in cui ha abitato con l’ adorata moglie, da tempo defunta.

Quando attorno alla zona rurale in cui vive agenti in valigetta cominciano a contattare i suoi vicini, proponendo compensi per cedere le loro abitazioni, l’uomo viene a sapere che la zona è interessata ad un’ operazione di urbanizzazione e di costruzione di un’ importante via stradale di collegamento.

A differenza dei suoi vicini di casa, Domingo rifiuta categoricamente ogni tipo di contatto e negoziazione con le persone che tentano di incrociarlo.

L’uomo si rifiuta di traslocare, perché in quei boschi, tra quelle valli desolate, risiede una nebbia densa ed amica all’interno della quale, l’uomo ne è convinto, risiete lo spirito della moglie morta.

Ma quando cominciano ad arrivare ultimatum sempre più pesanti per dissuaderlo, quando anche la figlia ha rinunciato a convincerlo (e l’uomo la convince a lasciarlo al suo destino)  ecco che Domingo si prepara ad affrontare con tutto se stesso la risolutezza di chi manda avanti quel progetto di costruzione.

L’uomo è conscio tuttavia di aver dalla sua la presenza, ormai amica e collaborativa, di quella nebbia quasi irreale che gli giunge in soccorso.

Domingo y la niebla – la recensione

La resistenza al cambiamento imposto da un’ intrusione forzata e risoluta si scontra con la ragione degli affetti perduti che il tenace e non più giovane protagonista cerca di far rivivere nei fenomeni della natura rigogliosa che circonda la sua dimora in un contesto fino a quel momento rimasto vergine ad ogni cambiamento.

La nebbia si trasforma in un elemento amico che mantiene il suo fascino misterioso, ma si rivela un alleato utile ed indispensabile contro un nemico troppo forte e risoluto per pensare veramente di riuscire a sconfiggere.

Ma Domingo non si arrende e preferisce immolarsi in un sacrificio cosciente ed inesorabile che nasce dalla impossibilità di coniugare la liturgia misteriosa di un passato intransigente con la modernità di un futuro che non riesce mai a portare avanti i suoi progetti nel rispetto, almeno di facciata, dei dogmi della tradizione.

Un film contemplativo, ma anche teso, duro come la scorza di irriducibilità che avvolge il tenace e anziano protagonista in una lotta impari, ma proprio per questo eroica e votata al martirio.

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