Quando tu sei vicino a me è il nuovo documentario di Laura Viezzoli.
Presentato al Festival dei Popoli, il film segue il percorso della regista sulla comunicazione, cominciato nel 2016, con La natura delle cose.
“La comunicazione esiste se c’è presenza e interazione con l’Altro“

Il documentario
“Quando tu sei vicino a me”, da cui prende il titolo, è il verso di una celebre canzone di Gino Paoli. A cantarla, spesso e a squarciagola, è Milena, una degli ospiti della Lega del Filo d’Oro, punto di riferimento in Italia per la valorizzazione di persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali. Ed è proprio in uno di questi Centri che si inserisce la camera di Viezzoli, un microcosmo immerso nelle colline con una straordinaria concentrazione di linguaggi diversi.
Durante l’arco di quattro stagioni, Milena e altri ospiti del Centro della Lega del Filo D’Oro di Osimo accompagnano la regista alla scoperta del loro mondo, una comunità dove il linguaggio verbale è solo uno dei tanti per esprimersi e, alla distanza di una mano, ci si scambia informazioni, si bisticcia, si impara e si scherza. E dove regna, a dispetto dei limiti fisici, una intensa vita affettiva e comunicativa.
Il metodo Malossi, la LIS tattile, il Pittografico, l’oggettuale, il Tadoma e altri linguaggi individuali creati ad hoc al Centro, così come la macchina da presa della regista, diventano allora ponti fra le persone, passaggi attraverso cui costruire relazioni ed esplorare il mondo.

Quanto tu sei vicino a me: la recensione
Scandito dallo scorrere delle quattro stagioni, intervallate dal magnifico panorama delle Marche, il nuovo documentario di Laura Viezzoli è uno spaccato quotidiano all’interno della vita del Centro della Lega del Filo D’Oro di Osimo. Qui ogni giorno gli ospiti eseguono diverse attività, motorie, ludiche, educative, ripresi dalla Viezzoli, che registra il passare del tempo con un’estrema semplicità, incontrando alcuni ospiti o rimanendo in disparte a osservare quello che fanno.
Paola e Angelo rispondono volentieri alle sue domande. Paola, in particolare, si apre a un dialogo emozionante, il cui messaggio è quello finale del film, ovvero “Si può vedere anche con altro“.
«Se non poter vedere, parlare e sentire sono le premesse per un isolamento assoluto, cosa succede a chi non ha questi strumenti? Cosa significa per loro che io giri un film?» -Laura Viezzoli
Le risposte a questa domanda vengono date attraverso le immagini di cui si compone il documentario. Dai pasti, ai momenti di svago, alle giornate in piscina, il messaggio finale è lo stesso: c’è un modo per comunicare. Che siano la LIS tattile o il linguaggio gestuale e oggettuale o le setole di un pennello… ognuno di noi sa come farlo. Dimenticandosi della presenza di una regista e di una macchina, il Centro si dimostra una vera e propria casa, un nido accogliente in cui, senza patetismi, ognuno è libero di essere se stesso.

Viaggio nella comunicazione
Angelo, appassionato di musica, commenta ironicamente gli ultimi successi del Festival di Sanremo 2020, e spiega che ama le vecchie canzoni. Interrogato dalla Viezzoli su quale genere di film preferisca, risponde elencando il cinema degli anni ’70 e ’80, i bei film con Alberto Sordi e Monica Vitti, ma anche Carlo Verdone. Paola, sempre sincera, si lascia andare a lunghi dialoghi con la Viezzoli. Anche a lei piace il cinema, ma non quanto leggere un libro! Convinta di avere un carattere particolare, la donna confida che le sarebbe piaciuto essere madre ma che, forse, con il suo carattere è stato meglio non avere figli.
Spaccati di vita quotidiana, confidenze, canzoni e sogni. Il mondo raccontato dalla Viezzoli, la nuova tappa nella comunicazione che ha realizzato con questo secondo film, conferma che siamo tutti uguali: tutti abbiamo sogni, speranze e paure. Quello che dimentichiamo è che sì, come ci dice Paola, e come scriveva Antoine de Saint-Exupéry: «Non si vede bene che col cuore».
Il trailer ufficiale
Altre informazioni su Quando tu sei vicino a me
L’opera di Viezzoli è stata già recentemente premiata alla sua anteprima mondiale al Ji.hlava International Documentary Film Festival.
Il film è prodotto da Ladoc insieme a Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione generale Cinema e audiovisivo e della Regione Campania per la distribuzione, con la collaborazione di Fondazione Film Commission Regione Campania.