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Documentari

‘Telling my son’s land’. La Libia attraverso gli occhi di una freelance

Ilaria Jovine e Roberto Mariotti danno voce e immagine all’auto – narrazione di una freelance coraggiosa e appassionata. Il 20 maggio alle ore 21:00 al Cinema Apollo 11 di Roma (via Nino Bixio, 80A) la proiezione-evento di 'Telling my son's land'. Alla serata saranno presenti i registi e in collegamento Nancy Porsia.

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Telling my son's land

Telling my son’s land, diretto da Ilaria Jovine e Roberto Mariotti, racconta la vicenda professionale e privata di Nancy Porsia, l’unica giornalista italiana rimasta in Libia dopo il 2011.

Un documentario all’insegna dell’umanità e della passione politica.

Ilaria Jovine e Roberto Mariotti danno voce e immagine all’auto – narrazione di una freelance coraggiosa e appassionata. Tellyng my son’s land è una preziosa testimonianza sulla gravosa questione libica e l’insanabile piaga del traffico di esseri umani. Non ci troviamo, però, dinnanzi al solito resoconto di eventi. Il documentario di Jovine e Mariotti offre un continuo rimbalzo tra Grande Storia e microstoria. È quest’ultima che Nancy Porsia, in quanto giornalista, vuole raccontare, diventando, con la sua vicenda, parte di essa.

La trama

Una giovane freelance, Nancy Porsia, si reca per la prima volta in Libia nel 2011, quattro giorni dopo la morte di Gheddafi. Trasferitasi definitivamente nel paese, per un lungo periodo è l’unica giornalista internazionale a raccontare il travagliato processo di democratizzazione. A causa della pubblicazione di una scottante inchiesta sulla collusione tra Guardia Costiera Libica con il traffico di immigrati, nel 2017, è costretta a lasciare il paese. Dopo tre anni, la terra di suo figlio continua ad essere pericolosa per la sua sicurezza, ma lei non si arrende a rimanerne lontana.

telling my son's land

 

Tra Storia e microstoria

Noi giornalisti di guerra ci autodefiniamo, ironicamente, avvoltoi, perché in qualche modo campiamo sulle disgrazie altrui.”

Con queste parole, pronunciate dalla voce con il tono quasi infantile di Nancy Porsia, inizia Telling my son’s land. Ma la giovane freelance non è affatto un avvoltoio né tantomeno una bambina.

Nancy Porsia, che ha collaborato con diverse testate nazionali e internazionali, arriva in Libia nel 2011. Gheddafi, al potere dal 1977, è stato ucciso da pochi giorni, e nonostante la NATO abbia annunciato la fine del suo regime, nel paese nord africano è in corso una guerriglia civile tra i gheddafiani e i loro oppositori. Nelle vie della capitale, Tripoli, c’è fermento e Nancy Porsia si appresta a raccontare il difficile processo di democratizzazione della Libia.

Il paese è molto diverso da come appare nelle cronache ufficiali e la giovane freelance scopre una situazione più complessa. Già nei primi minuti di Telling my son’s land è percepibile una dicotomia, tra Storia e microstoria, decisiva nella narrazione del documentario. Ma Nancy Porsia non riporta la Storia dei grandi personaggi, che subisce, in ogni modo, un processo di semplificazione. La sua attenzione è invece rivolta alle vicende degli uomini e delle donne comuni che vengono travolti e schiacciati dagli eventi. È un’operazione per nulla semplice, ma portata avanti con passione e professionalità.

La Resistenza

La protagonista di Telling my son’s land non si limita a raccontare i fatti, vive con essi e li condivide, con un grande spirito di umanità, insieme ai suoi personaggi. Le vicende del popolo libico diventano sue, le appartengono e in maniera del tutto naturale. Si realizza così un interessante parallelismo con la resistenza partigiana contro il nazi – fascismo. In questo Paese dell’Africa mediterranea, Nancy Porsia vede prendere forma le storie raccontante da sua nonna, che ha vissuto gli anni bui del fascismo.

Dopo quarant’anni di dittatura, la freelance si trova di fronte all’entusiasmo e alla speranza per una nuova esistenza. Il cammino per la pacificazione del paese non è facile e Telling my son’s land narra tutte le difficoltà attraverso l’attività giornalistica di Nancy Porsia. Il suo lavoro è sempre partecipativo, appassionante e i suoi occhi diventano i nostri. Lo spettatore ha il privilegio di entrare nella storia e percepire il senso di pericolo di una guerra ancora in corso, nonostante le rassicurazioni dell’Occidente.

La Libia raccontata in Telling my son’s land è un Paese molto più vicino di quanto appare negli altri mass media. Ciò diventa possibile proprio per merito della sua protagonista, che racconta i fatti con un forte spirito di umanità.

Il credo politico

Sono l’ultima persona che si potrebbe occupare di guerra. La dimensione militare non mi interessa, io faccio questo lavoro e mi accollo il rischio che ne consegue, perché ho un forte credo politico”.

Telling my son’s land è una preziosa testimonianza umana dedicata a un popolo travolto dalla guerra. Ma non si tratta di una semplice narrazione di fatti fine a sé stessa. Il racconto di Nancy Porsia è carico di umanità e si percepisce, inoltre, una forte carica politica, mirata a cambiare le sorti di un’intera nazione e del suo popolo, minacciato per l’ennesima volta dalla nascita dello Stato Islamico.

La componente politica è determinante per Telling my sons’s land. È da qui che nasce il modus operandi della sua protagonista che diventa parte integrante della comunità libica. La nascita di suo figlio, concepito con un uomo libico, l’avvicina ancora di più al paese africano e rende ancora più umano il suo racconto. È sempre il suo credo politico, però, che le permette di non arrendersi e continuare a denunciare la mafia che si è strutturata sul business del traffico degli esseri umani.

Verso la Libia nutro un sentimento di odio e amore. La amo perché si è fidata di me e mi ha regalato una famiglia. La odio perché mi ha tolto la tranquillità che l’essere italiana ed europea mi aveva dato”.

 20 maggio alle ore 21:00 al Cinema Apollo 11 di Roma (via Nino Bixio, 80A) la proiezione-evento di ‘Telling my son’s land’, film documentario di Ilaria Jovine e Roberto Mariotti incentrato su Nancy Porsia, unica giornalista internazionale a raccontare la Libia post Gheddafi, diventando una dei massimi esperti del Paese.

Alla serata saranno presenti i registi e in collegamento Nancy Porsia.

TELLING MY SON’S LAND – Il documentario su Nancy Porsia (Tralier)

‘Telling My Son’s Land’ al Biografilm il nuovo documentario di Ilaria Jovine e Roberto Mariotti

Tellyng my son's land

  • Anno: 2021
  • Durata: 1x84'
  • Distribuzione: BLUE PENGUIN FILM
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Ilaria Jovine e Roberto Mariotti

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