Emiliano Saudato (Emiliano De Magistris) è un giovane scrittore, appassionato di misteri. Al lavoro sul suo nuovo libro, uno studio etno-antropologico sulle tradizioni popolari italiane, Saudato s’imbatte, in un piccolo paese delle Marche, in un’oscura credenza di cui, sul posto, nessuno sembra voler ricordare nulla: il seme di Dio.
L’apparente benevolenza di tutti gli appartenenti alla piccola comunità nasconde, anche troppo palesemente, l’intenzione di mettere a tacere le indagini dello scrittore, persuadendolo con le buone maniere, inizialmente, ma senza per questo evitare di mostrarsi decisi a compiere quanto in loro potere per allontanare sgraditi curiosi che minano l’assolutezza dell’oblio in cui il fantomatico seme di Dio sembra essere destinato a rimanere. I guai seri inizieranno quando Saudato arriverà a concentrare le sue ricerche intorno alla figura del defunto parroco del paese.
Lungometraggio no-budget scritto e diretto da Giuliano Giacomelli e Lorenzo Giovenga, La progenie del diavolo (2010) rappresenta un singolare episodio nella produzione indipendente nostrana. I due autori decidono di continuare a lavorare nell’ambito del genere horror (dopo il corto Il pianto rosso, 2009], cercando, però, di virare sul senso di inquietudine di cui sono colme molte tradizioni popolari dello Stivale. Volendo trovare un paragone alto, Giacomelli e Giovenga sembrano ispirarsi al gotico padano di Pupi Avati e, pur con tutte le riserve del caso (alcuni attori poco intonati, un audio difficile), La progenie del diavolo può dirsi un esperimento riuscito.
Luca Ruocco
Regia: Giuliano Giacomelli, Lorenzo Giovenga
Con: Emiliano De Magistris, Pietro Seghetti
Sceneggiatura: Giuliano Giacomelli, Lorenzo Giovenga