The Wilds 2: la recensione della seconda stagione

The Wilds 2 è una serie distribuita da Prime Video, la cui seconda stagione, composta da dieci episodi, è stata distribuita il 6 maggio.

La trama

Una misteriosa organizzazione ha messo in piedi un pericoloso ed enigmatico esperimento sociale: ha attirato un gruppo di ragazze su un aereo promettendo loro una vacanza, per farle poi precipitare in mezzo all’oceano e su un’isola deserta, osservando poi il loro comportamento per la sopravvivenza.

Alla fine della prima stagione di The Wilds, si era scoperto che dell’esperimento faceva parte anche un gruppo di ragazzi, lasciati su un’altra isola: vediamo adesso come hanno fatto loro per andare avanti e se i due gruppi riusciranno a riunirsi.

La recensione

Se fin dal principio si ha l’onestà di ammettere le proprie fonti, il gioco è scoperto e si può giudicare in maniera più obiettiva: The Wilds non ha mai nascosto il debito narrativo con la madre di tutte le serie, ovviamente il Lost di Damon Lindelof e J.J.Abrams, al contrario probabilmente di tantissimi altri (citiamo i due esempi più illustri, uno riuscitissimo, l’altro molto meno, quindi Yellowjacket e Manifest) che hanno tentato di replicarne sia la struttura, sia la forza iconica.

Anche per questo, The Wilds ha saputo conquistare fin dall’inizio, con una prima stagione (qui la nostra recensione) incredibilmente ben scritta e che sapeva stare in equilibrio tra il teen drama, il mistery e il survival senza alcuna concessione all’easy telling o a scorciatoie facili.

Anzi: a ben guardare, il serial creato da Sarah Streichter ha saputo lentamente guadagnare terreno e staccarsi dal modello (senza dubbio inarrivabile) originale, aggiungendo tasselli -tra i brandelli di trama, la messa in scena, i particolari, la macrostoria- che la rendevano sempre più apprezzabile.

Il discorso si ripete uguale per questa seconda stagione. Che, come i secondi capitoli delle saghe cinematografiche e in genere tutti i seguiti, correva rischi non da poco: di risultare ripetitiva, di non sapere essere all’altezza delle aspettative, di non riuscire a confermare la qualità, insomma di perdersi prima del tempo scontrandosi paradossalmente contro gli ottimi risultati dei primi dieci episodi.

Ma sono tutti dubbi spazzati via fin dal primo episodio: che parte esattamente da dove ci eravamo lasciati due anni fa, e continua imperterrito nella sua costruzione di una storia a scatole cinesi che non smette di stupire con i suoi continui colpi di scena e ribaltamenti, piazzati e divisi intelligentemente tra cliffhanger e midseason per tenere ben fermo lo spettatore sulla poltrona.

E in questo senso, è particolarmente importante notare come gli sceneggiatori siano stati abili a stendere le linee narrative e gli sviluppi psicologici del nuovo gruppo di ragazzi disperso sulla seconda isola: se il primo focus era puntato sulle componenti femminili, adesso ci spostiamo sui maschietti.

Bilanciando in maniera incredibilmente sottile ma potente le differenze come le uguaglianze, dividendo la costruzione emotiva dei due sessi in modo straordinariamente lucido quanto inesorabile.

E così come la trama di The Wilds guarda da vicino agli esperimenti sociali senza scrupoli (vedi l’esperimento carcerario di Stanford), anche le sue sottotracce identificano il gruppo di ragazzi con la competizione per la leadership, la mascolinità tossica e all’eccesso di violenza, caratteristiche che riecheggiano in maniera più o meno sincera, più o meno esatta,il lato più pericoloso e distruttivo della società patriarcale.

E nonostante uno dei piatti forti di questa stagione è, sempre nelle tracce di Lost, la scoperta di un gruppo di “altri” sulle isole deputate deserte; nonostante questo, i dieci nuovi episodi di The Wilds dimostrano che la serie ha una sua profondità identitaria, qualcosa di importante da dire e soprattutto sa bene come dirlo.