fbpx
Connect with us

Magazine

‘Better Call Saul 6’ recensione dell’ultima, attesissima, stagione

La stagione conclusiva di Better Call Saul sembra mantenere la stessa genialità delle precedenti. Una riflessione dopo i primi tre episodi

Pubblicato

il

Better Call Saul 6. Dopo due anni, finalmente, dal 19 aprile in Italia su Netflix, i primi due episodi dell’attesissima sesta stagione di Better call Saul. Di seguito, una puntata a settimana, per le prime sette; le altre sei rimandate a luglio.

Dopo i primi cinquanta episodi delle stagioni precedenti, la serie ne conterà ben sessantatré: uno in più rispetto a Breaking Bad, di cui è nata come spin-off e prequel nello stesso tempo.

La serie è candidata agli Emmy 2023.

Better call Saul 6: i contenuti

Ci piacerebbe saperne di più sulla trama, per la quale cerchiamo indiscrezioni in rete o le rare dichiarazioni di Vince Gilligan e Peter Gould, che ne sono stati gli ideatori e lo sono tuttora.

La stagione precedente ci ha lasciato due quesiti irrisolti: cosa ne sarà di Kim (Rhea Seehorn), la moglie di Jimmy-Saul (Bob Odenkirk) e di Gene Takovic, la nuova identità dopo Breaking Bad, del nostro avvocatucolo (ma quanto ci siamo affezionati, a lui e alle sue intemperanze!).

La sesta stagione inizia con Saul e Kim insieme come non mai, complici nel voler affondare il loro nemico comune: Howard Hamlin (Patrick Fabian). Kim ritrova il piglio con cui l’abbiamo conosciuta, la voglia di superare i limiti, trasgredendo, dietro i suoi tailleurini così perbene e la sobrietà della pettinatura. Un’anima inquieta, che, camuffata dall’apparente serietà, riprende ora il suo fare d’insospettabile dark lady, stupendoci e spiazzando persino Saul.

Better Call Saul 6 recensione

Bob Odenkirk e Rhea Seehorn (Saul e Kim)

Gene Takovic, non compare più all’inizio, almeno nei primi tre episodi, come ci avevano abituato le stagioni precedenti, che iniziavano tutte con qualche sequenza in bianco e nero. Takovic, un Saul stempiato e con i baffi, lavora in un’anonima tavola calda all’interno di un altrettanto anonimo centro commerciale. A casa, poi, in solitudine, guarda nostalgicamente una videocassetta di cui si sente solo il sonoro, ma si capisce che si tratta di Saul al colmo della sua energia e della capacità affabulatoria. Ora è triste, silenzioso, sospettoso. L’ultima volta che lo incontriamo è stato appena scoperto, prima che ne perdiamo le tracce. Tornerà?

L’incontro tra Better Call Saul e Breaking Bad

Un altro evento in sospeso, ma ce ne eravamo quasi dimenticati, tanto ci avevano preso la mano quelli nuovi, era il possibile incontro con Walter White (Bryan Cranston) e Jesse Pinkman (Aaron Paul). La congiunzione tra Better Call Saul e Breaking Bad. Sarebbe avvenuta? Se sì, come? Quando?

Better Call Saul 6 recensione

Bryan Cranston e Aaron Paul in ‘Breaking Bad’

A dire il vero, è stata una domanda assillante durante le prime stagioni, ma a mano a mano che la storia di Jimmy McGill si approfondiva, Breaking Bad si allontanava per diventare uno sfondo sempre più sfocato e poi quasi dimenticato. Jimmy doveva sanare le ferite della sua anima e ce n’è voluto per acquisire un po’ di autonomia.

Better Call Saul 6  L’anima ferita di Jimmy McGill-Saul Goodman

L’indipendenza psicologica, tuttavia, non è mai raggiunta fino in fondo; ma pare che ora Jimmy si avvicini ancora di più a Saul, fino ad aderire quasi completamente alla sua identità più fasulla, e più cinica, che abbiamo conosciuto in Breaking Bad.

Riccardo Staglianò, su La Repubblica, lo definisce un uomo danneggiato: “che, durante tutto il suo arco narrativo, fa di tutto per essere visto, riconosciuto e infine amato dalle persone cui tiene di più: il fratello, avvocato di successo e la moglie, legale di grandi società mentre lui è rimasto a tutti gli effetti un ambulance chaser, un ‘parafangaro’ che arriva come un avvoltoio sul luogo di qualche incidente e non ha problemi a mettere la sua faccia su un enorme cartellone pubblicitario, con quel nomignolo assurdo che lo renderà popolare ma mai rispettato”.

Better Call Saul recensione

Bob Odenkirk in ‘Better Call Saul’

Fino a tutta la terza stagione compresa, ci ha coinvolto il passato di Jimmy, soprattutto per la sua necessità di aggiustare i conti. Ne avrebbe fatto volentieri a meno, se non fosse stato per il fratello maggiore che lo tiranneggiava con la sua stravagante malattia. Un ricatto pesante: aggressivo attivo lui nei confronti di Jimmy, aggressivo passivo Jimmy, che non riusciva a liberarsi della paralizzante coazione a ripetere di tutta la sua vita.

Incipit ed esordio della sesta stagione

Abbiamo già detto, a proposito di Better Call Saul 5, quanto la serie si avvicini al cinema: nelle scelte registiche, negli intrecci, nelle recitazioni, nella creatività delle svolte narrative, nella sceneggiatura e nelle scenografie. E Better call Saul 6 sembra non smentirsi.

Inizia con un bianco e nero che potrebbe farci pensare a Gene Takovic, solo perché noi siamo legati alle consuetudini. La scena invece è tutta occupata dalle cravatte di Saul che in una danza avvincente, prendono presto colore. Ci troviamo subito dopo all’interno del suo appartamento, quello di Saul prima della fuga finale di Breaking Bad. Non l’abbiamo mai visto prima d’ora, ma tutto ci parla di lui: le camicie sgargianti, le cravatte, le scarpe a punta, fino alla sua figura di cartone. Tutto viene buttato in enormi scatoloni e tutto, insieme alla sua macchina, caricato per essere portato via.

Gesti lenti di più persone che non parlano, non si guardano. Meticolosamente, rimuovono ogni oggetto, dal viagra nel bagno dorato, ai vestiti, ai mobili, ai soprammobili. In sottofondo, la musica di Wine and Roses di Frank Sinatra, eseguita dalla Jakie Gleason Orchestra. Un rito quasi religioso per lo smantellamento definitivo di una casa, ma potremmo dire di un’identità. Ci avviciniamo così tanto al Goodman dopo Breaking Bad che non abbiamo più dubbi. Il ricongiungimento ci sarà.

Better Call Saul 6

Torna l’amore per i dettagli

Abbiamo anche già notato quanto siano importanti i dettagli in questa serie così sorprendente. Cos’è quell’oggetto che cade dal cassetto del mobile già caricato sul furgone? Un tappo, il tappo che Kim conservava gelosamente nella quinta stagione.

La macchina da presa si avvicina all’asfalto per inquadrare l’oggetto che prima appare misterioso e poi ci si svela. Allora Kim è stata nella casa kitsch e lussuosa di Saul? Non muore, non si lasciano, almeno fino a quando lui non esce dalla provvisorietà? Chissà quando e come questa ammiccante pistola di Cechov sparerà. Quando e come conosceremo finalmente il destino di Kim!

Altri dettagli: una lucertola in primo piano, due fiori blu dopo una carrellata nel deserto prima della pioggia, ma soprattutto il contenitore del caffè, che ora ritorna, regalo di Kim a Jimmy,  oggetto transizionale  del loro legame. Il contesto in cui ricompare, però, ahinoi, non è affatto promettente!

Il cartello della droga e le sue intricate vicende

Abbiamo tralasciato la narrazione dei personaggi di Lalo ed Hector Salamanca,  Gustavo Fring, Nacho Varga, Mike Ehrmantraut, che all’inizio di questa sesta stagione hanno un ruolo importantissimo. Il terzo episodio è quasi esclusivamente dedicato a loro e alle loro vicende. Le fughe, gli intrighi, gli inseguimenti, le rese dei conti  occupano più spazio della storia personale di Saul Goodman. Le avventure si fanno più vorticose, il rimo più incalzante.

Ma da sempre il nostro sguardo si è posato di più sulle identità di Jimmy, Saul e Gene. Sui passaggi intriganti dall’una all’altra. Perché, pur tra i racconti mirabolanti dei cattivi, fin dall’inizio la nostra simpatia è tutta per lui. Per il suo percorso esistenziale che spiega, se pure non giustifica, una personalità così sopra le righe, l’istrionismo della canaglia che abbiamo cominciato ad amare.

Come un amico di cui conosciamo tutti i difetti, ma che, forse per questo, non possiamo fare a meno di proteggere.

Per le stagioni precedenti:

Better Call Saul 5: una serie che continua a regalarci pagine di cinema – Taxidrivers.it

Better call Saul, quarta stagione: un episodio a settimana a partire dal 6 Agosto su Netflix – Taxidrivers.it

Better call Saul: la terza stagione dello spin-off di Breaking Bad – Taxidrivers.it

Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers

Better Call Saul 6

  • Anno: 2022
  • Durata: 13 episodi di circa cinquanta minuti
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: serie tv
  • Nazionalita: Stati Uniti
  • Regia: Vince Gilligan e Peter Gould
  • Data di uscita: 19-April-2022