‘Il kimono scarlatto’: il complesso di colpa che travalica l’incipit noir
L'omicidio efferato di una ballerina spinge due poliziotti amici a indagare per risolvere il caso, ma alcuni indizi portano i due a conoscere una bella pittrice che li metterà alla prova, compromettendo il rapporto professionale e l'amicizia che li lega.
Nell’edizione numero 24 del Far East Festival che si tiene a Udine dal 22 al 30 aprile 2022, gli organizzatori hanno proposto una piccola rassegna fuori concorso intitolata “Odd couples”, ovvero “strane coppie”, dedicata ai contrasti che il cinema ha raccontato incentrati sui rapporti di coppia o amorosi tra giapponesi e occidentali.
Tra i quattro film selezionati, figura Il kimono scarlatto, diretto da Samuel Fuller nel 1959.
Il kimono scarlatto – la trama
Ne Il kimono scarlatto l’ omicidio di una ballerina di un night di Los Angeles situato in prossimità del quartiere giapponese, uccisa da un colpo d’arma da fuoco in piena strada dopo essersi data invano alla fuga da un misterioso assassino, mette in moto le indagini di due solerti giovani ispettori di polizia, da tempo amici e collaboratori: George, di razza bianca, e Joe, americano di nascita, ma di evidenti origini nipponiche.
L’indagine si concentra su un quadro raffigurante un kimono, che la ballerina ha commissionato a una giovane pittrice, la cui avvenenza viene subito colta da entrambi i poliziotti, che finiscono entrambi per corteggiarla.
“L’amore è come una battaglia: qualcuno deve farsi male”.
La ragazza s’innamora di Joe, poliziotto di origini giapponesi, che, tuttavia, si sente inadeguato e si tira indietro, rischiando di mandare a monte, non solo i sentimenti di entrambi, ma anche l’amicizia con George.
Il caso verrà poi risolto in una concitata scena finale; ma il fulcro della storia svia presto dalla trama gialla, intenzionato, l’ostinato Fuller, a sondare i meandri di una deriva sentimentale che sfocia in evidenti problematiche di integrazione razziale, oltre che nel contrasto sentimentale in grado di distruggere un’amicizia altrimenti apparsa indissolubile.
Il kimono scarlatto – la recensione
Fuller si concentra sul senso di superiorità che caratterizza suo malgrado il poliziotto bianco, fino a portarlo a un complesso di colpa lancinante, e alla crisi di identità del suo collega, che vive per la prima vera volta questa sua situazione con un atteggiamento di arrendevolezza, tralasciando di considerare ogni tipo di sentimento, sia suo, sia della sua partner.
Un film magnifico travestito da noir che ambisce a trattare tematiche decisamente più mature e circostanziate.
Nel cast, che ancora una volta Fuller contraddistingue per scelte che evitano star di prima grandezza, spiccano i due protagonisti divisi dall’amore per la stessa donna e dalle origini che portano uno a sentirsi in colpa, e l’altro inadeguato.
Il poliziotto bianco è interpretato efficacemente da Glenn Corbett, ma è quello di origine nipponica, interpretato da James Shigeta, ad appassionare e a rendere con grande partecipazione quel senso di inferiorità che è stata da sempre universalmente causa di atteggiamenti di intolleranza e discriminazione tra popoli di una medesima, dilaniata umanità. 9/10