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‘Bocche inutili’: la resistenza delle donne nei lager

Il racconto di Claudio Uberti sulla femminilità negata negli anni più bui della nostra Storia. Con Margot Sikabonyi e Lorenza Indovina

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Vi riproponiamo la recensione di Bocche inutili, del regista Claudio Uberti, con Lorenza Indovina e Margot Sikabonyi. Il film è stato recentemente rilanciato su Raiplay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per vederlo.

La testimonianza

Il film racconta la drammatica storia di donne sopravvissute all’Olocausto. Si ispira a testimonianze reali e documentate e sarà presentato a Roma nei giorni 25, 26, 27, 28 e 29 aprile 2022, distribuito in collaborazione con la rete degli esercenti di Galassia Cinema e con il supporto di alcune associazioni territoriali e nazionali.

Il 28 aprile, in contemporanea al film, uscirà il libro “Il tempo e l’altro” di Emmanuel Lévinas a cura di Francesca Nodari, sceneggiatrice del film “Bocche inutili” (edito da Mimesis Edizioni), volto ad indagare il rapporto tra gli esseri umani, uno dei temi di riferimento del filosofo francese di origine lituane.

Bocche inutili

La trama di: “Bocche inutili”

Bocche inutili assume una valenza particolare, quella del documento storico. Rievocando le specifiche sofferenze riservate alle donne nei campi, in particolare quello di Ravensbrück, dove  veniva perseguito l’annullamento della personalità delle donne attraverso il lavoro insostenibile e la violenza quotidiana a ogni livello. Per non parlare poi, degli esperimenti falsamente scientifici sui loro corpi. La peculiarità assunta dal film, è l’idea dominante di ‘femminilità negata’: “elemento che, se per un verso fa luce su un non-detto circa la resa cinematografica della Shoah per l’altro fa segno alla piaga legata alla violenza sulle donne”.

Una storia, tante storie

Il film, nel raccontare le tragiche vicende di donne sopravvissute all’orrore dei lager testimonia anche la loro amicizia, solidarietà ed i legami umani che esse seppero creare. Protagonista è Ester, ebrea italiana di 40 anni, che viene lasciata sola dopo che la sua famiglia è stata radunata e portata altrove. Inviata al campo di transito di Fossoli, stringe una forte amicizia con Ada, ma la mano crudele del destino interviene per rimuoverla da lì in breve tempo. Ester non si perde d’animo, nemmeno quando viene mandata nel campo di Ravensbrück, evitando il convoglio verso Auschwitz che l’avrebbe portata a morte certa. Ester e Ada hanno una missione: salvare il bambino che Ester ha scoperto di aspettare e che sta crescendo dentro di lei. Ma il seme del dubbio s’insinua fra le due donne. Sarà ancora possibile avere fiducia l’una nell’altra o Ester verrà tradita? Lei e il suo bambino non ancora nato si salveranno o li attende la morte?  

Bocche inutili

Braccate dalla luce

La ‘location’ principale del film è il campo di prigionia e concentramento di Fossoli, nell’omonima località dell’Emilia Romagna, vicino Carpi. Allestito dagli italiani nel 1942 e oggi Museo-Monumento del Deportato, meta di oltre 30mila visitatori l’anno.

Dall’idea di femminilità negata alla piaga della violenza sulle donne, è nata la scelta di utilizzare nel film la finestra come membrana di separazione. Ma nello stesso tempo di condivisione, di due mondi. All’esterno la violenza gratuita perpetrata dagli aguzzìni nazisti, all’interno della baracca la messa in scena della specificità stessa del femminile. Il senso dell’accoglienza, della protezione, della famiglia, del pudore, di colei-che-è-irraggiungibile in quanto tale. Per questo la luce abbagliante della garitta ha la funzione di mostrare il pervicace tentativo di spogliare queste donne del loro stesso corpo, della loro più intima natura. Essa, nella notte di Ravensbrück, pare costituire l’unico spiraglio di luce e, quindi di orientamento per le prigioniere. In realtà nella sua temibile ambivalenza, genera l’effetto contrario: non le salva, non le protegge, ma le fa sentire braccate. In quell’abbaglio la minaccia di morte può diventare realtà”.

Sceneggiatura, cast, produzione

Sceneggiato dallo stesso regista con Francesca Nodari e Francesca Romana Massaro. Interpretato da Margot Sikabonyi, Lorenza Indovina, Nina Torresi, Morena Gentile, Anna Gargano, Sara Zanier, Lavinia Cipriani con la partecipazione di Patrizia Loreti. Il film si avvale della direzione della fotografia di Nino Celeste. Montaggio di Marco Guelfi. Scenografia di Paolo Innocenzi. Costumi di Magda Accolti Gil. Musiche originali di Andrea Guerra, già Premio come Miglior Compositore agli European Film Awards e nomination ai Golden Globe e ai Grammy Awards per Hotel Rwanda. Il casti si è servito della collaborazione di Cisco Belotti nella realizzazione di un brano del film.

Bocche inutili è prodotto da Angelisa Castronovo ed Antonino Moscatt per Wellsee e da Lucere Film in collaborazione con Rai Cinema. Il film è stato realizzato con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, il supporto di Emilia-Romagna Film-Commission.

Bocche inutili: il film di Claudio Uberti sulla Giornata della Memoria

Il regista di “Bocche inutili”

Claudio Uberti, Classe 1975, nativo di Chiari (Brescia), lavora come regista professionista dal 1999. Quando ha completato gli studi artistici, acquisendo una vasta esperienza nel cinema e nella televisione, soprattutto dopo l’illuminante e straordinario incontro con la regista Lina Wertmüller, con la quale ha condiviso molte esperienze in cinema, televisione e teatro. Ha diretto numerosi documentari storici e culturali in molti Paesi europei e non solo, oltre a una serie di fiction per la televisione nazionale e internazionale. Nel 2015 debutta come regista nel lungometraggio di finzione con il film Rosso Mille Miglia, interpretato da Martina Stella.

  • Anno: 2022
  • Durata: 100'
  • Distribuzione: Galassia cinema
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Claudio Uberti

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