Choose or Die, diretto da Toby Meakins, con Asa Butterfield, Iola Evans e Robert Englund, è disponibile su Netflix.
Dopo un incipit terrificante, Choose or Die risulta un horror davvero atipico. L’atmosfera spaventosa si dilegua e il film imbocca la strada della gamefiction.
La trama
Kayla è una ragazza con un passato traumatico alle spalle. Dopo la morte del fratellino, infatti, ha dovuto abbandonare gli studi e iniziare a lavorare. Il suo unico amico è Isaac, un coetaneo programmatore di videogame, appassionato della cultura anni Ottanta. Un giorno Kayla entra in possesso di un vecchio videogioco, Curs, un survival game, che può dare una ricompensa in denaro. Decide così di partecipare, ma ciò sarà molto pericoloso.
Curs, il videogame maledetto
Toby Meakins dirige e scrive, insieme a Simon Allen (The Watch, The Musketeers), il suo primo lungometraggio. Choose or Die è ambientato nella nostra contemporaneità; i personaggi, la vicenda e le azioni, però, assumono una connotazione retrò rivolta agli anni Ottanta del secolo scorso.
Le prime immagini del film introducono lo spettatore in un mondo abitato da presenze sinistre, sangue e morte. In parte, questi ingredienti continuano a essere presenti del dipanarsi della vicenda, ma vengono depotenziati o comunque suscitano sensazioni non proprio tipiche del genere horror.
Un adolescente litiga con la propria madre; non conosciamo il motivo, non è fondamentale. Essenziale, invece, è sapere che il padre del ragazzo, disturbato dalle urla, si è rifugiato in un’altra stanza, impegnato nel suo hobby preferito: dilettarsi con vecchi videogame.
Sorseggia birra, mentre si intrattiene con un gioco contenuto in una vecchia cassetta, tipica delle consolle anni Ottanta. Ma qualcosa non va. Il videogame riesce a trascrivere sullo schermo le sensazioni dell’uomo. Inoltre gli pone domande, apparentemente senza senso, che in realtà lo costringono a fare del male a suo figlio o alla moglie. Quest’ultima, infatti, presa dall’ira, taglia la lingua del ragazzo. È questa la macabra scoperta che fa l’uomo, è questo l’effetto di Curs, un videogame del 1984, il filo conduttore di Choose or Die.
Dopo questa terrificante introduzione, vengono presentati i principali personaggi del film: Kayla e Isaac, interpretato da Asa Butterfield (Sex Education) e inizia la loro disavventura con Curs.
Gli anni Ottanta e la gamefiction
Da questo momento in poi, però, le scene tipicamente horror sono davvero poche e Choose or Die diventa un contenitore o meglio una vetrina di un collezionista patito per gli anni Ottanta e della cultura pop.
È utile ribadire che il film è ambientato ai nostri giorni, ma la maggior parte delle tecnologie in Choose or Die sembrano vecchie almeno di quarant’anni. Nel film non appaiono, quasi mai, schermi ultrapiatti, potenti processori e il digitale è quasi del tutto assente a favore dell’analogico. In Choose or Die, inoltre, c’è la presenza onnipotente di Robert Englund.
L’attore e regista statunitense è noto al grande pubblico principalmente per il suo ruolo da protagonista della saga horror Nigtmare, tipico prodotto anni Ottanta. In Choose or Die, Robert Englund interpreta una versione romanzata di sé stesso come creatore di Curs.
“Salve… sono Robert Englund, principe dell’horror e incubo di Hollywood”.
Sono queste la parole che l’attore pronuncia in un messaggio telefonico registrato e ascoltato da Kayla e Isaac verso la fine del viaggio o meglio dire del gioco.
Choose or Die, infatti, è un gioco a cui i giovani protagonisti sono costretti. Questa componente ludica direziona il film verso la gamefiction, non certo un’operazione originale per il cinema e non nuova per la piattaforma Netflix.
Il confronto con Bandersnatch
Il film di Toby Meakins ha non pochi punti in comune con Blak Mirror: Bandersnatch. Si tratta di un film interattivo del 2018, scritto da Charlie Brooker e diretto da David Slade. In questo caso, una vera rivoluzione per quanto riguarda la fruizione filmica.
In Bandersnatch, infatti, lo spettatore viene trascinato in un gioco dove è posto davanti ad alcune scelte perché la vicenda continui. Choose or Die non coinvolge lo spettatore in questa operazione ludica; piuttosto sono i due protagonisti a mandare avanti gli eventi, come suggerisce il titolo (Scegli o Muori).
Ma anche in Bandersnatch le tecnologie sono strumenti di recupero per ricreare atmosfere trascorse e anche in questo caso il passato è riconducibile agli anni Ottonata.
Ciò avviene per diversi motivi. Prima di tutto l’atmosfera pop dell’epoca è ancora viva in una larga fetta del pubblico; e poi perché è il decennio in cui la potenza dell’audiovisivo confluisce in vari media (cinema, televisione e videogiochi).
Sterile sadismo?
Il feticismo della cultura popolare degli anni Ottanta, però, in Choose or Die non si realizza del tutto. Se i personaggi più avanti con gli anni, come il boss del gioco o Thea (Angela Griffin), la madre di Kayla, invocano un passato felice, i due giovani protagonisti sembrano provare sentimenti opposti.
Indicativa è la scena in cui il fedele scudiero Isaac rigurgita metri di pellicola, simbolo dell’analogico degli anni andati.
E poi il passato è vissuto da Kayla con un forte senso di colpa per la morte del fratellino: l’unica presenza che genera le poche sequenze horror in tutto il film.
Choose or Die, dunque, ha il merito di proporre un affascinante confronto tra tecnologie passate con quelle contemporanee e in parte riesce a ibridarle con successo. Ma senza dubbio il film delude in quanto horror. Davvero difficile provare orrore con solo un paio di sequenze girate in una fitta nebbia. Il personaggio di Lance, inoltre, personificazione del male, è solo accennato e poco approfondito.
Infine, il videogame Curs, che dà l’avvio alla disavventura dei due giovani protagonisti, si rivela una maledizione, interpretata come un dono. Una sofferenza che ricompensa chi la compie: sterile sadismo?
CHOOSE OR DIE (2022) Trailer ITA del FILM THRILLER HORROR con Asa Butterfield