“Aaron è un rispettabile macellaio, sposato con Rivka e padre di quattro figli. Durante una giornata di pioggia, conosce Ezri, giovane e bello studente della Yeshiva, rimasto solo e senza casa. Alla tenera amicizia iniziale, segue una travolgente passione che turberà non poco la tranquilla quotidianità di Aaron, fino allora uomo assai retto e probo.”
L’omosessualità non cessa di esercitare notevole interesse sulla cinematografia contemporanea: dopo i due film in concorso visti al Festival di Roma (Viola di mare; Plan B), anche al MFF approda la diversità, in una pellicola ambientata all’interno di una comunità ebraica ultra ortodossa, sullo sfondo di una Gerusalemme bigotta e intollerante.
Aaron è un rispettabile macellaio, sposato con Rivka e padre di quattro figli. Durante una giornata di pioggia, conosce Ezri, giovane e bello studente della Yeshiva, rimasto solo e senza casa. Alla tenera amicizia iniziale, segue una travolgente passione che turberà non poco la tranquilla quotidianità di Aaron, fino allora uomo assai retto e probo.
Particolarmente significativa la sequenza in cui i due s’immergono nelle acque di un piccolo fiume, rievocando il tono di una cerimonia battesimale, di un’iniziazione che suggella l’incontenibilità di un amore travolgente e, soprattutto, la liberazione della pulsione latente di Aaron. Non mancano le perplessità, soprattutto religiose, del ligio macellaio, che s’interroga onestamente sulla compatibilità del suo amore con i precetti del culto. La riflessione cede alla vitalità del sentimento che letteralmente rianima la funerea vita condotta da Aaron.
Ma – e ci s’incomincia a chiedere il perché – come in tanti dei film che si confrontano con queste tematiche, purtroppo l’epilogo è tragico. Il nostro protagonista, vista l’impossibilità di proseguire la relazione, riproponendo il rito iniziatico, s’immerge, stavolta solo, nelle acque del fiume. Lo vediamo sparire sorridente sott’acqua, come se la morte costituisse l’unica via d’accesso al suo insopprimibile amore, sottratto finalmente alle maglie della finitudine e restituito all’eternità senza tempo.
Luca Biscontini
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