Snowball di Lee Woo-jung è un dramma adolescenziale sudcoreano prodotto da Milestone Company e disponibile fino al 17 aprile online per il Florence Korea Film Fest.
Il film è l’esordio alla regia di Lee Woo-jung ed è tratto dal libro The Best Life di Lim Solah. La storia mette a nudo il peso delle amicizie nell’adolescenza e le falle del sistema educativo sudcoreano.
Snowball di Lee Woo-jung, la trama
Kang-yi, So-young e Ah-ram sono migliori amiche. Molto diverse ma molto unite. Kang-yi è la ragazza normale, con genitori credenti e poco attivi nel rappresnetare un riferimento di vita. So-young è la studentessa migliore e la più appariscente tra le tre: famiglia benestante, nutre l’aspirazione di diventare modella o attrice. E infine Ah-ram, l’outsider, che ricorre a tutte le strategie per trasgredire il sistema, tra cui anche la sua famiglia che anziché supportarla la maltratta.
Il trio non manca di sostenersi a vicenda. Ad un certo punto, affaticate e annoiate dal sistema scolastico e chiaramente disilluse, programmano la fuga dalla provincia in direzione Seoul. La vita della grande città le risucchia e tira fuori il peggio di loro.
Sconfitte, rientrano a casa. Il loro rapporto idilliaco è inesorabilmentel cambiato, rovinato. Il confronto con la parte più profonda del loro essere e le sfide della vita fuori dal loro piccolo universo, spinge in particolare So-young a scagliarsi contro le altre due fino a bullizzarle senza sosta. E trascinare Kang-yi all’esaurimento.
Dove sta il vero fallimento
Snowball di Lee Woo-jung descrive la storia di tre ragazzine che sembrano completamente scollate dal reale. Ignare dei pericoli della società che vivono, si espongono e rischiano in prima persona di continuo. Ma, d’altronde, non ricevono dal mondo adulto alcun tipo di sostegno: la scuola, un liceo femminile che ancora utilizza punizioni corporali e umiliazioni di classe, le abbandona al loro lato oscuro; le tre famiglie, sono, ciascuna a suo modo, lontana dall’ascolto di cui le ragazze avrebbero necessità.
Questo è il sistema cancerogeno, che spinge le ragazze sempre più in basso. Nel periodo in cui la storia ha luogo, a scuola c’era da preoccuparsi delle molestie fisiche e verbali da parte degli insegnanti, della lunghezza della gonna più che delle emozioni degli studenti, specialmente di quelli maltratti.
L’anaffettività diventa poi il leitmotiv della seconda parte del film.
È vero che l’adolescenza è un’età in cui le amicizie frantumate, frantumano il mondo intero. Ma questa So-young, da angioletto, diventa una vera teppista che ci prova gusto a bullizzare la ex-amica. L’estremismo di questa trasformazione rende la storia scomoda e inverosimile.
Narrativa lenta ed ellittica, spesso claustrofobica
La narrazione procede per ellissi temporali e riflessive, a singhiozzi. Si dissemina il cammino di suggerimenti con i quali lo spettatore deve ricomporre il puzzle degli avvenimenti e di ciò che è stato taciuto.
Ritorna asfissiante la paura che la protagonista Kang-yi (l’esordiente Min-ah Bang) vive costantemente e che le impedisce qualunque forma di ribellione. Anche la richiesta di aiuto ai genitori finisce in un nulla di fatto, poco convincente e incoraggiante.
È un film quindi di difficile fruizione, che lascia rabbia e incredulità nel pubblico, sebbene si riferisca ad un passato, che la Corea e il suo sistema educativo dovrebbero aver superato.
Clicca qui per leggere le altre recensioni dei film presentati al Florence Korea Film Fest 2022