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Asian Film Festival

‘On the job: The missing 8’ un thriller maestoso che punta il dito sulla corruzione

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on the job the missing 8

Dal 7 al 13 aprile 2022, il Cinema Farnese di Piazza Campo de’ Fiori a Roma, ospita il 19° Asian Film Festival.

Una rassegna che comprende molto cinema dell’ultimo biennio proveniente dall’emisfero Est del nostro globo e che racchiude anche le ultime opere di alcuni autori piuttosto noti, che fa piacere ritrovare ed ammirare.

Tra i maestri presenti con i loro film a questo festival, primeggia il nome del filippino Eric Matti, che, attraverso il suo pseudo-sequel di quel suo B-movie piuttosto noto intitolato On the job del 2013, non solo si è ritrovato accolto al 78° Festival di Venezia nella sezione del Concorso, ma si è anche aggiudicato la Coppa Volpi per la migliore interpretazione da parte dell’attore protagonista John Arcilla.

On the job The missing 8 – la trama

È un mondo difficile e la corruzione regna sovrana in quel di La Paz; non la capitale boliviana, bensì un grande centro abitato filippino dove la scadenza in carica della municipalità in corso, scatena una vera e propria gara alla candidatura.

Nel frattempo, un onesto direttore di giornale si oppone alla reiterata richiesta di edulcorare le notizie che escono dalla propria redazione, mettendo a repentaglio la vita sua e di altri otto, tra cui il figlio di un collega. Ben otto persone che scompaiono nel nulla senza che nessuno possa riuscire a scoprire la loro fine.

Su questa misteriosa sparizione, di cui solo noi spettatori avremo il privilegio assoluto di conoscerne anzitempo il sanguinario esito, prende fondamento e si dirama un’opera titanica e monumentale.

Struttura

On the job : the missing 8 è strutturato come un thriller forsennato e anche piuttosto complesso, che si dipana attraverso le indagini di un coraggioso giornalista, aiutato nella sua indagine dalla sua tostissima famiglia.

“Han provato a seppellirci. Non sapevano che eravamo semi”.

A questa storia si intersecano le gesta di un ergastolano dal setto nasale deviato dalle vicissitudini della sua vita cruda e allo sbando. L’uomo   viene utilizzato segretamente dai servizi governativi  per eseguire uccisioni senza poter essere identificato e per questo messo in libertà quando occorre.

Le due vicende si alternano fino a convergere verso un finale straordinario che richiama, in tutta la sua potenza scenica e visiva, il cinema maestoso del maestro italiano Sergio Leone.

On the job : The missing 8 – la recensione

Considerato, a questo punto a torto, qualora ciò non sia che una sfaccettatura della sua notevole caratura di cineasta, un regista di serie B, Erik Matti firma, con questo suo complesso pseudo-seguito di On the job, il suo capolavoro, e probabilmente uno dei film più belli ed esaltanti di tutto il 19° Asian  Film Festival.

On the job 2: The missing 8 avvolge lo spettatore nella sua controversa storia tentacolare, facendogli superare quasi senza accorgercene le sue tre ore e mezza di durata, forte di una regia potente e di una direzione magistrale che rende tutto galvanizzante.

Anche quando qualche collegamento ci risulta complesso da cogliere, e laddove le stesse fisionomie di molti tra gli attori co-protagonisti rischiano di confondersi tra loro dinanzi ai nostri occhi di spettatori europei poco avvezzi a districarci tra i tratti somatici dell’etnia filippina.

La sequenza finale di On the job : The missing 8 si rivela inoltre da manuale: degna di restare nella memoria per la solennità e l’urgenza che comunica, e singolare per il fatto che prelude ad una vicenda tutt’altro che conclusa, foriera di un inevitabile capitolo conclusivo….o anche di più.

Come ha fatto spesso Lav Diaz, ma con uno stile completamente differente, anche il cinema di Matti è molto incentrato sul fenomeno della corruzione tra poteri forti, che, nelle Filippine, appare più che mai un costume dilagante. 9/10

‘On the Job: The Missing 8’ il potere strisciante della corruzione. La recensione da Venezia 78

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