Nei giorni in cui in Ucraina è in pieno svolgimento un conflitto sanguinoso, esce nelle sale Bad Roads – Le strade del Donbass. Film presentato in anteprima alla 35ª Settimana Internazionale della Critica di Venezia e selezionato per rappresentare quello sfortunato paese nella corsa agli Oscar per il miglior film straniero.
Realizzato da Natalya Vorozhbit, regista, drammaturga e sceneggiatrice ucraina, che lo ha tratto da una sua omonima pièce teatrale, Bad Roads-Le strade del Donbass si compone di quattro storie, tutte ambientate nella regione del Donbass, dove, dal 2014 ad oggi, con lo scoppio della guerra fra Russia e Ucraina, si è combattuta una guerra civile, conseguenza dell’autoproclamata indipendenza da parte della componente russofona presente nella zona.
Bad Roads – Le strade del Donbass: quattro episodi collegati fra loro da un triste e doloroso fil rouge
I quattro episodi di Bad Roads – Le strade del Donbass, slegati fra loro ma idealmente uniti da un fil rouge rappresentato dalla guerra incombente, vedono come protagonisti un preside fermato senza documenti a un posto di blocco, una ragazzina in conflittualità adolescenziale con la nonna che fa le veci della madre morta, una giornalista tenuta prigioniera e stuprata da un miliziano e, infine, una donna che cerca di farsi perdonare da una coppia di contadini per avergli investito, accidentalmente, una gallina.
Seppur raccontate con registri molto diversi fra loro, tutte le storie narrate in Bad Roads– Le strade del Donbass evidenziano la violenza della guerra sulle persone che la vivono sulla loro pelle. Si tratta di una violenza fisica, come nel caso della giovane giornalista torturata, ma soprattutto di una violenza psicologica quotidiana.
La regia alterna toni tragici ad altri più surreali per descrivere l’orrore che si insinua nei corpi e nelle menti
Il film della Vorozhbit – che ha dovuto interrompere le riprese del suo nuovo film Demons, a causa dell’invasione russa del suo paese – alterna toni tragici, come nell’episodio della giornalista seviziata dal suo carnefice, ad altri quasi surreali, come in quello della donna che ha investito la gallina. In tutti però viene messa in risalto quella che, citando Hanna Arendt, viene chiamata la banalità del male. Un male che si insinua nei corpi e nelle menti delle persone, arrivando a colpire tutti, nessuno escluso. Anche chi pensa che un conflitto, in quanto lontano, non debba riguardarlo.
Le strade del Donbass che la regista descrive sono strade di morte, prive di speranza. Tanto più alla luce della nuova guerra scoppiata da poco più di un mese. Luoghi in cui le persone, che vivono in un perenne stato di conflitto e di odio, hanno imparato a mettere in atto tecniche personali di sopravvivenza per non soccombere.
Dal punto di vista stilistico il film è realizzato con lunghe inquadrature fisse che, unitamente alla completa mancanza di colonna sonora, contribuiscono a comunicare allo spettatore un insopportabile e crescente senso di angoscia.
Purtroppo, un film attuale che, come affermato dalla stessa regista: “descrive la violenza che esce dal nulla scatenando un grande conflitto”. E che, unitamente ad altre recenti pellicole (fra cui, per citarne solo alcune, Donbassdi Sergei Loznitsa, Atlantise Reflectionentrambi di Valentyn Vasjanovyč, Klondikedi Maryna Er Gorbach), aiutano a comprendere le origini del conflitto.
Dal 28 aprile al cinema.
Bad Roads – Le strade del Donbass
Anno: 2020
Durata: 105'
Distribuzione: Trent Film
Genere: Drammatico
Nazionalita: Ucraina
Regia: Natalya Vorozhbit
Data di uscita: 28-April-2022
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