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‘Passeggeri della notte’ sul filo emotivo ed esistenziale di Rohmer

Mikahël Hers, giunto al suo settimo lungometraggio, torna negli anni Ottanta per descrivere una famiglia nell'intimo, con semplicità e profondità

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passeggeri della notte

Passeggeri della notte, Les passagers de la nuit (2022) di Mikhaël Hers, passato in concorso al 72º Festival di Berlino, e nel programma del Rendez-Vous – Festival del Nuovo cinema francese, è distribuito  dalla Wanted.

Passeggeri della notte è sbarcato su RaiPlay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per vederlo.

Rispetto ai film precedenti, ambientati nella contemporaneità della Francia, Hers, con il suo settimo lungometraggio, ci immerge in pieno negli anni Ottanta. Non per allontanarsi dal presente e/o creare un parallelismo storico-sociale con l’oggi, ma per raccontare altre complessità esistenziali tra personaggi di un altro tempo.

Les passagers de la nuit è un’opera coerente con la visione umana del regista. I pregi  sono esterni (la messa in scena) e interni (la descrizione dell’intimo).

Passeggeri della notte la trama

Maggio 1981: Mitterrand è stato eletto presidente. Per le strade di Parigi si respira un’aria di speranza e cambiamento, a cui partecipa anche Élisabeth (Charlotte Gainsbourg).

Dopo qualche anno, quella gioia è svanita, poiché Élisabeth è rimasta sola a dover badare ai figli dopo essere stata lasciata dal marito. Trovato lavoro in un programma radiofonico della notte,  conosce una ragazza di nome Talulah (Noée Abita) e decide di prendersi cura di lei: sarà l’inizio di una nuova vita.

Passeggeri della notte film degli anni Ottanta

Les passagers de la nuitIl film di Hers pare sia stato realmente filmato negli anni Ottanta. È come se fosse un reperto filmico di quell’epoca distribuito soltanto oggi. I dettagli dell’urbe parigina; la grana della fotografia; i volti e i corpi degli attori – benché siano del cinema odierno –; la colonna sonora, sono tutti elementi sapientemente miscelati senza accademismo o saccenteria, e nemmeno intaccati da un sentimento passatista.

Anche l’incipit, che ricrea l’euforia di quel 1981, data storica per molti francesi, perché fu eletto François Mitterand, primo Presidente socialista, non è prettamente legata alla nostalgia, ma serve come apertura sociale per entrare nell’intimo di un singolo individuo. Un popolo è composto di persone, e pertanto di sentimenti.

Il passaggio ellittico che attua Hers è semplice: i festeggiamenti esultanti del popolo per le strade, tra cui alla fine spunta Elizabeth, e poco dopo lei stessa che, dal suo appartamento, osserva Parigi dall’alto in un’alba livida. Scena che al contempo sintetizza la speranza sua, e di un popolo, per un futuro migliore e la solitudine che la stringerà successivamente.

Mikhaël Hers: tra Eric Rohmer e Jacques Rivette

Les passagers de la nuit, realizzato utilizzando pellicola a 35 mm e 16 mm come ai vecchi tempi, contiene, oltre ad alcuni filmati amatoriali inerenti il paesaggio parigino, due brani estratti da Le pont du Nord (1981) di Jacques Rivette e da Le notti della luna piena (Les nuits de la pleine lune, 1984) di Eric Rohmer.

Queste due estrapolazioni cinefile sono gli unici due veri piccoli momenti nostalgici. Per un determinato cinema che difficilmente si potrà riprodurre, e per l’attrice Pascale Ogier (1958-1984), interprete in ambedue i film, e giovane promessa del cinema francese morta improvvisamente per un infarto.

Quando, nel 1988, Talulah apprende da Mathias, la morte dell’attrice, scoppia a piangere. In lei, ossia nel personaggio che incarnava ne Le notti della luna piena, Talulah si era identificata, e scoprire che è morta giovane le fa intuire la finitezza della vita, e in particolare la sua, poiché è una ragazza fragile e randagia.

Les passagers de la nuit

Ma Les passagers de la nuit è l’opera di Hers che si accosta perfettamente allo stile dei due autori citati, e principalmente a Rohmer. Non per quanto concerne la messa in scena, poiché Hers è più attento alla forgiatura delle inquadrature, ma nel descrivere l’intimo esistenziale dei personaggi, con tocchi di semplicità e realtà.

Emozioni esternate dai dialoghi minimalisti e dalle azioni e reazioni che compiono, evitando artificiosi simbolismi che ostruirebbero il fluire del racconto.

Élisabeth e Talulah

Les passagers de la nuit

Élisabeth, ottimamente interpretata da Charlotte Gainsbourg, è il fulcro della storia. È una donna fragile e al contempo resistente agli accadimenti che l’affliggono. Quella speranza sorta nel maggio 1981, già nel 1984 (secondo segmento cronologico della storia) è scomparsa, e soltanto alla fine (intorno al 1988, terzo segmento) sembrerebbe risorgere, con un nuovo amore e un nuovo inizio (il trasloco).

Hers, però, dedica anche delicate e approfondite parentesi a Talulah e a Mathias, coppia adolescenziale agli antipodi rispetto a quelle di molto cinema francese laccato del periodo (ad esempio ne Il tempo delle mele). Una relazione che non si potrà concretizzare proprio per le paure che affliggono Talulah, ribelle esteriormente (vagabonda per le città) ma gracile nell’intimo.

Élisabeth, e in particolare Talulah, sono passeggeri della notte, ovvero esseri umani transitori nella vita, che probabilmente non lasceranno traccia. Ma mentre Élisabeth, alla fine, cerca di lasciare un ricordo tangibile ai propri figli, Talulah scompare,  forse sarà Mathias a conservare l’unica reminiscenza di lei.

Passeggeri della Notte in sala il 13 Aprile

Les passagers de la nuit

  • Anno: 2022
  • Durata: 111
  • Distribuzione: Wanted
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Mikhaël Hers