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I Cassamortari: la recensione del nuovo film di Claudio Amendola. Su Prime Video

Giovanni, Maria, Marco e Matteo si occupano dell'agenzia di pompe funebri del padre: il colpo grosso sembrerà arrivare con la morte di una popstar...

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I Cassamortari, il terzo film da regista di Claudio Amendola, è disponibile dal 24 marzo su Prime Video.

Il film, nato da un soggetto dello stesso regista e di Francesca Neri e sceneggiato con Kissy Dugan e Roberto Jannone, vede tra i protagonisti Massimo Ghini, Giuliana Lojodice, Lucia Ocone, Gianmarco Tognazzi, Sonia Bergamasco e Piero Pelù.

La trama 

I quattro fratelli Pasti hanno ereditato dal padre l’impresa di onoranze funebri presso cui lavorano: Giovanni, il maggiore, gestisce la clientela, sempre attento alle spese; Maria intesse relazioni con i vedovi, soprattutto se piacenti; Marco è il truccatore ufficiale dei defunti; e Matteo si occupa della comunicazione social.

Tutti e quattro sono in qualche modo vincolati all’eredità paterna, di cui beneficia soprattutto la loro madre, che spende e spande senza farsi troppi problemi. Un giorno il cantante rock Gabriele Arcangelo, idolo di Maria, viene a mancare, e la sua manager Maddalena decide di affidarne le esequie proprio ai Pasti.

Ma la figlia del cantante, Celeste, vuole ottenere il massimo dalla popolarità paterna, e anche i Pasti e Maddalena intravvedono il potenziale commerciale della salma, dalla quale i fan non vogliono separarsi.

La recensione

Così come La Mossa Del Pinguino e Il Permesso- 48 Ore Fuori, opera prima e seconda da regista di Claudio Amendola, anche I Cassamortari esce fuori come un racconto morale che insegue i suoi personaggi alla ricerca di un riscatto. Lo sport, il carcere, le imprese funebri: le storie di Amendola hanno uno sfondo ben preciso, un sottogruppo sociale all’interno del quale ci si fa legge a sé.

E nel quale i personaggi fanno fatica, arrancano e alla fine vincono forse solo dal punto di vista etico e/o morale perché sugli altri fronti (quelli “ufficiali”) escono fuori come perdenti, dropout, emarginati da quello che si vuole definire normalità.

I Cassamortari riporta poi il regista in una dimensione forse più congeniale (non che il dramma del secondo film fosse fuori fuoco, anzi), permettendogli di stare a suo agio nella comfort zone della commedia: che crea un cortocircuito da sottolineare quando si scontra con la professione dei protagonisti del film.

Insomma, una specie di Six Feet Under all’italiana, per capirci, con meno approfondimento e sicuramente con un sorriso che affiora più facilmente dalle labbra: il film conferma la vena autarchica di Amendola nello scegliere le sue storie completamente svincolato dal già detto e dal già fatto, in un’autonomia che lo porta a costruzioni narrative felicemente originali.

I Cassamortari parte quindi da un assunto di base divertente e decisamente affascinante, che implicitamente porta il discorso su tematiche poco affrontate da una commedia italiana sempre più conformata, distratta e poco coraggiosa: tutto ruota ovviamente intorno alla morte ma senza fermarsi mai sul facile patetismo o su pericolosi scivoloni poetici, grazie alla dimensione leggera scelta della sceneggiatura e all’ironia caustica e velenosa che corrode la storia.

Amendola si conferma allora narratore di storie di confine, mentre spariglia le carte note con ellissi esorbitanti: fonde divertito il solito immaginario italiano (da commedia o tragedia, indifferentemente) con il suo ribaltamento speculare, facendo uscire fuori un tono grottesco anche se mai sopra le righe.

I Cassamortari, come il curling, come il permesso carcerario, è solo un escamotage narrativo per inserirsi ancora una volta in quella zona liminale che compie scarti continui, detour rispetto al già raccontato, giungendo al traguardo gigantesco di spostare il baricentro della costruzione drammaturgica -una impresa di famiglia e le complicate dinamiche dinastiche- mantenendosi in equilibrio e conquistando una zona franca dove regnare incontrastato senza etichettare il proprio sguardo.

In tutto questo, non dimentica di ridere di sé stesso e della macchina da showbiz nella quale lui stesso è costretto: allora ne ride insieme ai suoi attori -che dimostra come sempre di amare- seguendo le tracce di una storia che parla dell’eccesso della visione e della perdita di buongusto, argomenti mai troppo urlati oggi.

La comicità pian piano scivola nella grana grossa, ma probabilmente è una ben precisa autoriale che alla fine decide di alleggerire il film da suggestioni che potevano farlo fuoriuscire eccessivamente dall’orbita del mainstream.

E allora è forse questo il solo difetto, anzi il limite de I Cassamortari, che diventa il limite di Amendola: quello di affidarsi fin troppo al mestiere e di non avere il coraggio di gettarsi senza rete nel vuoto, per decostruire definitivamente gli spazi entro cui già si muove arrivando a raccontare le nuove storie di cui è capace con nuove declinazioni che aprirebbero definitivamente gli squarci già graffiati sul cinema contemporaneo.

I cassamortari

  • Anno: 2022
  • Durata: 99
  • Distribuzione: Amazon Prime Video
  • Genere: commedia nera
  • Nazionalita: italia
  • Regia: Claudio Amendola
  • Data di uscita: 24-March-2022

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