La notizia dell’unione di tredici registi indipendenti di genere e della messa in cantiere del film ad episodi P.O.E. Poetry Of Eerie era saltata fuori sui vari social network e i siti internet più attenti durante la scorsa estate. L’idea era nata in maniera giocosa, quando, incontratisi all’interno di un festival indipendente, alcuni dei registi coinvolti si lanciarono l’un l’altro la “sfida” di riuscire a girare in soli tre giorni un episodio tratto da un racconto di Edgar Allan Poe, avvicinandolo quanto più possibile alla propria poetica filmica, per avere dopo due mesi il film a episodi completo.
A distanza di così poco tempo, pur con qualche intoppo e qualche cambio ai timoni degli episodi (al momento i registi sono quindici per tredici cortometraggi), P.O.E. ha già iniziato il suo giro nei festival italiani e internazionali (lo scorso ottobre ha avuto l’onore di un battesimo al festival di Nizza, e il giorno dopo è stato proiettato alla convention Horror Maximo, a Calcata).
L’importanza indiscussa del progetto P.O.E., della sua riuscita filmica ne parleremo più avanti sempre in questa rubrica, è quella di avere finalmente inaugurato un collaborazionismo all’interno del nostro nuovo cinema di genere, più volte auspicato ma mai concretizzato in maniera così netta.