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Festival del Cinema Tedesco

‘Caro Thomas’, al Festival del Cinema Tedesco la biografia di un uomo-poeta

Il dramma biografico di Andreas Kleinert conclude, con il documentario Italo Disco, la rassegna al Quattro Fontane di Roma

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Penultimo film a chiudere il Festival del Cinema Tedesco dal 24 al 27 marzo al cinema Quattro Fontane di Roma, Caro Thomas è un dramma biografico diretto da Andreas Kleinert e scritto da Thomas Wendrich. Il film è prodotto da Zeitsprung Pictures e dalle emittenti pubbliche Norddeutscher Rundfunk e Bayerischer Rundfunk ed è distribuito da The Match Factory e Wild Bunch. Tra gli interpreti Albrecht Schuch, Jella Haase, Jörg Schüttauf, Anja Schneider, Ioana Iacob, Peter Kremer, Joel Basman, Emma Bading.

Caro Thomas, il trailer

Caro Thomas, la storia

Germania Est, 1955. L’undicenne Thomas viene spedito dal padre alla scuola per cadetti dell’esercito popolare della DDR, nella campagna sperduta del Brandeburgo. Thomas non aspira e non si adatta alla carriera militare e dopo tre anni torna dalla famiglia a Berlino, dove il padre, fedele funzionario ministeriale, è totalmente devoto alla causa e alla salvaguardia dell’apparato dello stato socialista. Tra i due è subito chiara la diversa visione della realtà che li porta a un conflitto permanente. Thomas ha aspirazioni da artista, il suo sogno è fare lo scrittore. Comincia a frequentare la scuola di cinema ma nel 1966 ne viene espulso in seguito allo scandalo creato dalla rappresentazione della sua prima opera teatrale. Nel ’68 Thomas appoggia attivamente le proteste contro l’invasione della Cecoslovacchia e finisce in prigione. Scontata la sua pena e affrontata la rieducazione in fabbrica, Thomas dovrà destreggiarsi tra le limitazioni e i conflitti con lo stato e le sue aspirazioni, accompagnato sempre da una fervida immaginazione poetica e uno stile di vita libero e privo di compromessi.

Il colore culturale del bianco e nero

In un pittorico bianco e nero un uomo scrive poesie sul corpo nudo di una donna. È una significativa apertura quella scelta da Kleinert per cominciare il racconto della vita di Thomas Brasch, scrittore, poeta, drammaturgo e regista di cinema e teatro tedesco, vissuto tra il 1945 e il 2001. Perché quello che maggiormente ci impressiona di Thomas, al netto della profondità dei suoi componimenti, belli quanto spiazzanti, è lo spavaldo, gioioso e giocoso rapporto d’amore con le donne della sua vita. Di una di queste, Bettina Wegner, cantautrice considerata la ‘Joan Baez’ della Repubblica Democratica Tedesca, abbiamo anche visto un magnifico ritratto nel documentario Bettina all’ultima Berlinale.

L’ambiente culturale che si racconta nel film Caro Thomas è, a dispetto del grigiore e del rigore con cui percepiamo il regime tedesco orientale di quegli anni, un ambiente variegato di artisti e intellettuali che lottano per potersi esprimere, ingaggiando spesso con lo Stato uno scontro coraggioso e stimolante, piuttosto che un dissenso generico, anticamera di carcere e/o esilio in Occidente. Solo dopo il caso Bierman e il rifiuto dello Stato di pubblicare le sue prose, Thomas sembra gettare la spugna chiedendo un visto di uscita per Berlino Ovest dalla quale non farà ritorno. Wolf Bierman è un cantautore tedesco occidentale che si trasferì nella DDR diventandone un critico feroce. Lo Stato socialista si liberò di lui con un’espulsione. Thomas Brasch aveva firmato una petizione contro questo provvedimento.

Una famiglia di ribelli nel cuore dello Stato

Quello della famiglia Brasch è un caso particolare quanto paradossale. Il padre di Thomas, Horst, era un funzionario del partito socialista e viceministro della cultura, mentre i fratelli Klaus, Peter e Marion rispettivamente attore, scrittore e giornalista. Un rapporto della Stasi, la famigerata polizia politica, considera sia Thomas che Klaus “nemici della DDR”. Sia Thomas che Klaus e Peter sviluppano una dipendenza da alcol e droghe che ne causerà la morte in tempi, tuttavia, non sospetti.

Uno stile al servizio del contenuto poetico

Il giocoso rapporto triangolare che Thomas ha con le sue due fidanzate è presentato con una scena che si ispira e cita Jules et Jim in una situazione capovolta. Stilisticamente il film non vuole calcare le orme della nouvelle vague. Non ne ha la naturalezza o la parsimonia della tecnica. Ma, considerata anche la scelta del bianco e nero e anche l’uso di immagini tratte da Gli uccelli di Hitchcock, vuole forse rendere in generale un tributo al cinema di una volta.

Altro elemento a conferire al film un’atmosfera d’antan, l’uso del repertorio di filmati dei carri armati a Praga.

Il generoso uso di dissolvenze incrociate all’interno della stessa scena o sequenza, nei punti del racconto dove maggiormente viene fuori il poeta. Thomas Brasch, sembra sospendere il tempo della finzione per regalarci intermezzi di sofisticata videopoesia. In uno di questi, vediamo Thomas accoccolato nel letto col padre, un sogno che il protagonista fa dopo che il ligio padre-funzionario di stato lo denuncia alle autorità. In questo dualismo di difficile sintesi si enuclea l’intero rapporto dell’uomo-poeta Thomas col suo padre-Stato.

L’intero film è suddiviso in capitoli, ciascuno dei quali ha come titolo un verso della seguente poesia di Thomas Brasch:

«Was ich habe, will ich nicht verlieren, aber
wo ich bin, will ich nicht bleiben, aber
die ich liebe, will ich nicht verlassen, aber
die ich kenne, will ich nicht mehr sehen, aber
wo ich lebe, will ich nicht sterben, aber
wo ich sterbe, da will ich nicht hin:
bleiben will ich, wo ich nie gewesen bin».*

*Ciò che ho, non voglio perderlo, ma/ dove sto, non voglio rimanere, ma/ quelli che amo, non voglio lasciare, ma/ quelli che conosco, non voglio vedere, ma/ dove vivo, non voglio morire, ma/ dove muoio, lì non voglio andare:/ voglio rimanere, dove non sono mai stato.

Caro Thomas al Festival del Cinema Tedesco di Roma. La locandina dell’uscita tedesca.

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Caro Thomas

  • Anno: 2021
  • Durata: 2h 37min
  • Distribuzione: The Match Factory
  • Genere: Drama, Bio
  • Nazionalita: Germania
  • Regia: Andreas Kleinert
  • Data di uscita: 27-March-2022