La Giusta Distanza è il terzultimo lungometraggio di Carlo Mazzacurati; poi ha girato La Passione (2010) e prima della scomparsa, nel 2014, La sedia della felicità.
Scritto dal regista insieme a Doriana Leondeff, Marco Pettenello e Claudio Piersanti, il film è prodotto da Fandango e Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution. Nel cast: Giovanni Capovilla, Ahmed Hafiene, Valentina Lodovini e Giuseppe Battiston.
Il film di Mazzacurati può considerarsi un grande insegnamento sul pregiudizio.
La Giusta Distanza: trama
Racconta le vicende di un paesino veneto scarsamente popolato, in cui apparentemente non accade mai niente. Un giorno arriva Mara, la nuova maestra chiamata dopo la malattia psichiatrica della precedente. Mara è un po’ il catalizzatore di tutte le vicende del luogo.
Presto ci si accorge che non si tratta di un paesino in cui non si può raccontare nulla a qualcuno arrivato da fuori. La malattia mentale della vecchia maestra è già un grande evento, ma il giornale locale è pieno di tante altre notizie. Giovanni, un diciottenne del posto, decide di collaborare al giornale e scrivere, anonimamente, le storie intorno a lui. C’è un misterioso serial killer dei cani, per esempio: altra storia non proprio ordinaria in un paesino dimenticato dal mondo.
Poi ci sono il meccanico tunisino del posto, l’autista della corriera, il magnate locale. Personaggi con una loro storia e i loro legami attorno a Mara. Giovanni li conosce tutti e scrivere potrebbe essere problematico se sapessero del suo lavoro come giornalista. Guidato dal suo maestro al giornale deve imparare a trovare la giusta distanza per trovare e raccontare la verità. Questo sarà per lui un prezioso insegnamento, utile per risolvere il caso più complesso da quando ha iniziato a scrivere sul giornale.
Il tema del pregiudizio
La Giusta Distanza descrive un posto davvero dimenticato dal mondo. Il sesso non esiste se non a pagamento; le mogli si trovano su cataloghi online; c’è una sola corriera, guidata sempre dallo stesso autista, che può persino fermarsi con tutti i passeggeri a bordo per aiutare Mara in panne con la sua automobile.
Tutti i personaggi appaiono spaventosamente soli, atomi che girano impazziti in cerca di un legame impossibile da trovare. Ma ognuno ha motivo di pensare agli altri. Molti agiscono nell’ombra e devono, per ragioni encomiabili o condannabili, nascondersi. E questo contesto non fa che alimentare il pregiudizio, sentimento così diffuso nel nostro tempo, mai descritto, però, in modo eccessivamente stereotipato.
Certo c’è il meccanico tunisino che deve affrontare la sua parte del problema, ma il tentativo è quello di spostarlo a un livello superiore. Il giovane giornalista avrà molto da imparare in questo senso. Innamorato della verità delle cose dovrà fare i conti con i suoi pregiudizi, intesi come idee già complete e consolidate attorno alle persone delle quali scrive. Dovrà riuscire a trovare, come si diceva, la giusta distanza, quella che gli permette di osservare le cose senza troppo coinvolgimento e senza troppo distacco, evitando il rischio di non percepirle più.
Il grande insegnamento di questo film è tutto qui. Trovare la giusta distanza però è difficilissimo. L’emozione e il trasporto prevalgono quasi sempre quando si è di fronte a un’altra persona, a un evento. Per rimediare a questo errore spesso se ne compie un altro uguale e contrario: distaccarsi, rimanere freddi, senza sentire più il calore delle emozioni. Questo atteggiamento è altrettanto pericoloso, se si vuole interagire con il mondo attorno.
Riuscire a trovare la giusta distanza è quello che deve imparare Giovanni nel film, ma è quello che dobbiamo imparare tutti nella vita, sembra volerci comunicare Mazzacurati. Per osservare bene le cose, percepirne i colori, il calore delle emozioni e poi magari lasciarsi coinvolgere e travolgere, slegando le corde di sicurezza. Per immergersi in qualcosa con la capacità di non cadere nel facile giudizio aprioristico e spesso errato.
Il finale del film lavora molto su questo aspetto tematico ed è impossibile non fermarsi a pensare, alla fine dei titoli di coda, su quanto spesso cadiamo quotidianamente in questo errore: al telefono, in macchina, al supermercato, a scuola, all’università, al lavoro.
La Giusta Distanza è un film che può insegnarci a costruire i legami con le persone attorno a noi o a ricostruirli su basi diverse senza cadere negli atteggiamenti, rischiosi in egual misura, di mettere tra noi e il mondo troppa distanza o metterne troppo poca.