Spike Lee è considerato uno dei più grandi registi afroamericani al mondo. Fin dagli esordi ha letteralmente cambiato Hollywood.
Chi è Spike Lee?
Shelton Jackson Lee, questo il suo nome completo, nasce ad Atlanta il 20 marzo 1957, ma cresce a Brooklyn. È figlio di un musicista di Jazz e di un’insegnante; questo avrà molto impatto sulla sua futura carriera. Inizialmente interessato a diventare un giocatore di baseball, Lee cambiò subito idea. Sarà grazie alla madre che il giovane Lee si avvicina al cinema.
Durante l’università, realizza diversi cortometraggi di successo, tra cui Last Hustle in Brooklyn e The Answer. Nel 1983 esce Joe’s Bed-Stuy Barbershop: We Cut Heads, suo primo lungometraggio. E già nei suoi lavori, Lee affronta tematiche politiche e sociali molto forti, quali il razzismo, la violenza e le droghe. Ma fin da subito ha saputo usare un linguaggio tutto suo.
Dagli anni 1980 ad oggi, Spike Lee ha scritto, diretto e prodotto molti film di successo. Nei primi anni di carriera, ha saputo anche mettersi in gioco come attore. Negli anni, Lee ha diretto diversi spot pubblicitari e spettacoli teatrali. Il suo lavoro più recente è stato American Utopia (2020).
In occasione del suo 65esimo compleanno, ecco 5 grandi film che hanno segnato la carriera di Spike Lee.
Spike Lee – I suoi film
Lola Darling (She’s Gotta Have It), 1986
Primo film. Lola Darling (Tracy Camilla Johns) una bella e vitalissima ragazza nera, conduce a New York una vita assolutamente libera. La sessualità è in lei così naturale e costante da farle frequentare tre uomini ad un tempo: il fatuo Greer; Mars un simpatico ciclista, Jamie, il più tenero e devoto. La situazione è paradossale, ma Lola non sa decidersi e da ciò nascono slanci, ripulse e momenti curiosi.
Per alcuni i sogni si avverano. Per altri invece no. Basta un riferimento al famoso romanzo di Zora Neale Hurston, “I loro occhi guardavano Dio”, per presentarsi al Mondo.
Nel suo debutto alla regia, a soli 29 anni, Spike Lee mostra tutta la sua creatività. I primi minuti del film sono subito cruciali. Spike Lee mostra subito diverse fotografie in riferimento alla società afroamericana, presentando tematiche molto forti. Mi ha molto colpito come utilizzi il B/N per raccontare una storia d’amore “difficile”
Lola Darling è un’omaggio chiave a Prendi i Soldi e Scappa, di Woody Allen. Come quest’ultimo, si avvale della tecnica dell’intervista. Molti dei protagonisti del film si presentano al pubblico, grazie alla rottura della quarta parete. Un’altra novità sta nei suoi dialoghi semplici e serrati, ma molto fluidi. E già nei dialoghi, Lee espone, senza pregiudizio, i suoi pensieri e le sue ideologie politiche.
Lola Darling è un sentito richiamo alla città di New York, patria d’amore di Lee. Le musiche Jazz di Bill Lee, padre del regista, si sposano benissimo con il film, raccontando una perfetta favola afroamericana. Così come la musica rap diventa metafora di un cinema moderno e innovativo che Lee cerca di adottare. Merito anche della sua scenografia innovativa, piena di graffiti e a tratti sporca, ma molto elegante.
Due parole per descrivere Lola Darling? Semplice, ma rivoluzionario.
Disponibile su Netflix.
Spike Lee- Tanti grandi film
Fa’ la cosa giusta (Do the Right Thing), 1989
New York, Brooklyn, 1989. In un quartiere povero di afroamericani a Brooklyn, c’è una pizzeria gestita da Sal (Danny Aiello) e i suoi figli. Tutto sembra normale. Ma basta la giornata più calda dell’anno per riportare a galla nuove tensioni. Nonostante la tensione crescente tra i neri e gli italoamericani, Sal non ne vuol proprio sapere di vendere la pizzeria ed andarsene. La giornata prosegue sempre più calda e tesa, finché un incidente non ribalterà le cose…
Secondo film di Spike Lee. Come nel precedente, anche qui Lee si cimenta nei panni d’attore e, in grande stile, ci porta nella sua Brooklyn. Stavolta è un simpatico balletto jazz-rap a introdurci la storia, insieme alla voce squillante e calda del presentatore di Willow Radio.
Il film, a mio parere, si basa su un’idea geniale. In una sola giornata, Lee racconta il quartiere di Brooklyn attraverso uno spaccato della società. Tutti i personaggi sono legati da un filo nascosto. Ma bastano piccoli elementi, come il caldo o la “politica” a creare disordine e “guerra” tra la società.
Anche stavolta, la fotografia è il principale stilema di Lee. È qui che il rosso sarebbe diventato il suo cavallo di battaglia. Allo stesso tempo, è il colore perfetto per poter esprimere il grande caldo e il popolo “nero” di Brooklyn. E ho molto apprezzato come Lee segua e ammiri continuamente la sua grande famiglia.
Insieme a Spike Lee, il cast comprendeva anche Samuel L. Jackson, Danny Aiello, John Turturro, Giancarlo Esposito e un’allora esordiente Rosie Perez.
Il film ha lanciato il giovane regista nell’Olimpo di Hollywood. Nel 1990 ha ricevuto 2 nomination ai Premi Oscar nelle categorie Miglior Attore non Protagonista e Sceneggiatura Originale. È solo l’inizio di una lunga e promettente carriera.
Disponibile su Apple TV.
Malcolm X, 1992
Per Malcolm Little (Denzel Washington) la vita è sempre stata caratterizzata dalla sofferenza e dalla lotta a causa di un’infanzia infelice. Dopo essere diventato uno spacciatore e sfruttatore, Malcolm finisce in galera. Ma l’incontro con il musulmano nero Elijah Muhammad gli cambia la vita: ribattezzandosi Malcolm X, diventa in poco tempo il capo e la guida di tutti i neri che lottano per la loro dignità. Temuto e rispettato, Malcolm X si rivela un uomo straordinario che dà voce e speranza ad un popolo oppresso.
Si tratta del progetto più personale e più “lungo” di Spike Lee. Basato sull’omonima autobiografia ufficiale, il film racconta la difficile vita di uno dei pastori più importanti di tutta l’America: Malcolm X.
Ancora una volta, è la prima scena a incantare: la bandiera degli Stati Uniti d’America. Dovrebbe essere un paese libero, dove gli uomini possono vivere in pace. Ma in realtà è solo ipocrisia. La bandiera prende poi fuoco, fino a formare una grande X: non si vede il sogno, ma l’incubo americano.
Lee racconta una storia “antica”, ma l’ha saputa rendere moderna in ogni aspetto. Malcolm X segna la prima collaborazione con il compositore Terrence Blanchard. Insieme alla musica, anche l’ottimo montaggio di Barry Alexander Brown riesce ad alterare momenti felici a quelli più drammatici.
Lee e Denzel Washington sono al loro meglio: insieme, ci portano a scoprire la dura verità che nasconde l’America. Lee non perde mai tempo a sbattere in faccia allo spettatore la crudeltà e il male assoluto di un mondo corrotto. Questo ci spaventa molto, ma ci invita a saper prendere una posizione.
Fin dalla sua uscita, avvenuta nel 1992, Malcolm X è stato considerato il miglior film del regista. Candidato a 2 Premi Oscar, il film rimase però a bocca asciutta.
Disponibile su Amazon Prime Video.
La 25esima ora (25th Hour), 2002
Monty Brogan (Edward Norton) è uno spacciatore di droga, fidanzato con Naturelle, una ragazza portoricana. I suoi migliori amici sono Jacob, un insegnante innamorato di una sua studentessa, e Frank, un agente di borsa. Monty ha anche un cane, con il quale passeggia per le strade di New York. Il padre, James, è un vigile del fuoco in pensione che pensa ai colleghi uccisi l’11 settembre.
Il film è basato sul romanzo di David Benioff, che ha anche scritto la sceneggiatura. Rispetto ai precedenti lavori, Spike Lee cambia completamente direzione. Uscito nel 2002, è stato tra i primi a trattare la forte tematica post-11 settembre 2001, che vide la distruzione delle Torri Gemelle di New York City.
Mi piace moltissimo l’introduzione del film: vediamo una New York notturna, piena di luci gialle. Ma ciò che la rende diversa dal solito, sono delle grandi luci blu, tutto ciò che resta delle Torri Gemelle. E con questa premessa, Lee ci porta a conoscere il lato più oscuro e buio della sua città.
In questo caso, la fotografia è molto fredda e distaccata. La 25esima ora può essere paragonato, a parer mio, a Taxi Driver, capolavoro diretto da Martin Scorsese: c’è in gioco il tema della solitudine, dell’abbandono, della tradimento e la difficoltà a ricominciare. Ma in questo film, c’è uno spaccato sulla società moderna: la regia di Lee segue moltissimi i personaggi, ma allo stesso tempo prende le distanza e li abbandona al loro destino.
Meraviglioso invece il monologo allo specchio di Monty. Da una semplice parola, “Fuck You”, parte una terribile maledizione e la rabbia di una città spezzettata, senza nessuna guida: una città spazzatura. E il suo montaggio ritmico coglie perfettamente le emozioni confuse del protagonista, invitandoci a riflettere su quanto detto.
Disponibile su Disney +.
BlacKkKlansman, 2018
Inizi anni ’70. Ron Stallworth (John David Washington) è il primo ufficiale di colore a prestare servizio nella forza di polizia del Colorado. Il ragazzo viene assegnato ad una missione sotto copertura con lo scopo di infiltrarsi nel Ku Klux Klan: mentre lui gestirà il tutto per via telefonica, il suo ruolo in carne e ossa sarà preso dal collega Flip Zimmerman (Adam Driver). Insieme, la coppia cercherà di smascherare il gruppo estremista, prossimo a compiere un gesto eclatante contro la popolazione afroamericana.
Chiudiamo la Top 5 con BlacKkKlansman: si tratta di un ritorno a casa per Spike Lee. Oltre a raccontare la storia attraverso crude immagini d’archivio, Lee riprende tematiche già esplorate in Malcolm X. Ma questa volta scava in ogni minimo dettaglio dentro la seta satanica della Ku Klux Klan. C’è la paura per la guerra: non solo del Vietnam, ma tra Bianchi e Neri.
Caratterizzata da un’ottima fotografia, di nuovo colorata di rosso, Lee ci catapulta e ci fa assistere ai raduni politici, nonché luoghi di ritrovo degli afroamericani. E dopo Inside Man, attraverso gli occhi di Ron, Lee diventa un vero e proprio detective. È bellissimo notare come in ogni scena ci sia una lampada ad ascoltare e catturare ogni minimo dettaglio.
Caratterizzato da ottimi dialoghi mai scontati, Lee si prende il suo tempo. Ho adorato come Lee stesso diventa l’alter ego di Ron: utilizza la forza e il coraggio per raccontare una grande occasione e una ricerca di riscatto nei confronti del suo popolo, sempre tenuto in ostaggio.
Presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2018, BlacKkKlansman è stato acclamato da grandi recensioni. Candidato a 6 nomination ai Premi Oscar 2019, vinse come Miglior Sceneggiatura Non Originale, andata proprio al mitico Spike. Una vittoria ben meritata!
Disponibile su Netflix.
Spike Lee : prossimi progetti
Ad oggi, i suoi ultimi film sono stati Da 5 Bloods, rilasciato su Netflix nel giugno 2020; e il documentario American Utopia. Una filmografia degna di rispetto. Ma il frenetico Spike Lee ha molti nuovi progetti in cantiere.
Tornerà molto presto con Prince Of Cats: si tratterà di una nuova versione di Romeo & Giulietta, di Williams Shakespeare. La novità sarà che il film sarà ambientato nella Brooklyn hip-hop degli anni 1980. A scrivere la sceneggiatura ci sarà Selwyn Seyfu Hinds, che ha recentemente scritto un episodio di The Twilight Zone.
Lee dirigerà anche un altro progetto e ritroverà l’amico Denzel. Ma ne sapremo di più strada facendo.
Spike Lee e Denzel Washington tornano a collaborare