Granchio Nero la recensione della pellicola che dal 18 marzo 2022 é in streaming su Netflx.
Il film si allinea da una parte alla tendenza sempre più crescente del cinema distopico.
Un thriller angosciante ( basato sull’inedito romanzo omonimo di Jerker Virdborg del 2002) che coniuga però l’azione al ‘tormento psicologico’, il puro action a una fantapolitica in parte terribilmente attuale.
In una Svezia tetra e dai colori spenti si aggira una manifestazione inquietante di una guerra ‘climatica’ oltre che militare.
Noomi Rapace (Uomini che odiano le donne, Lamb,) è protagonista credibile di Edh, un personaggio ombroso che ha in sè il compito di trasmettere il messaggio racchiuso in Granchio Nero.
Nel corso di un inverno lungo e rigido sei soldati intraprendono una missione segreta attraverso un arcipelago ghiacciato per trasportare un misterioso pacco che potrebbe metter fine alla guerra. Quando si addentrano in territorio nemico, non hanno idea dei pericoli che li aspettano o di chi possano fidarsi. Ma per la pattinatrice di velocità divenuta soldatessa Caroline Edh, la missione è completamente diversa
200 miglia nautiche, pattinando sul ghiaccio, dietro le linee del nemico. La regia di Adam Berg ci mette dinanzi ad un quesito:
Fino a che punto si può arrivare per vincere una guerra?
Il lungometraggio svedese crea l’atmosfera giusta, convoglia con sè la giusta dose di tristezza e disperazione che ci si aspetta da uno scenario non solo bellico ma anche post-apocalittico, e accompagna le imprese dei protagonisti con una sceneggiatura affatto banale. Volutamente omessi, molti particolari restano non chiariti, ma il dubbio è forse funzionale a creare la suspense voluta e a lasciare quella necessaria dose di incertezza che un simile scenario non può non avere. Siamo in guerra e il mondo così come lo si conosceva è appena finito. Cosa ci si può aspettare se non un clima di pura anarchia, scene di panico collettivo e inspiegate crisi omicide di sconosciuti passanti per strade ormai impraticabili?
Un nemico da sconfiggere in Granchio nero su Netflix? La recensione
L’improvviso cambiamento con cui Granchio Nero trasforma le battute iniziali lascia un po’ stupiti e passare da un breve contesto di vita quotidiana a una missione militare segreta genera qualche dubbio. Ma la coperta in auto per nascondersi ha forse un suo perchè. E chi è il vero nemico nel film? In realtà nessuno forse.
Soffermandosi molto su paesaggi, ambientazioni e impatto fotografico sembra manchi in realtà un approfondimento sui personaggi. Granchio Nero si concentra molto sull’’impresa compiuta dai sei soldati, senza scendere molto nei dettagli elaborati, mettendo al centro dell’attenzione la moralità e le emozioni ma non motivandole.
Il fine giustifica i mezzi?
Dovrebbe essere questo il tema? La pellicola propone proprio questa situazione e mostra come molto spesso ignari soldati siano solo pedine inviate a compiere atti orribili travestiti da imprese storiche.
Il confine tra bene e male diviene labile così come la distinzione tra buoni e cattivi nel senso specifico del termine. Edh, non è certo la classica madre premurosa delle prime immagini… se mai lo fosse stata. La sua evoluzione ha un tantino di prodigioso (gesti estremi, non esita mai a premere il grilletto, si comporta come una navigata super eroina) in tempi forse troppo brevi. Noomi Rapace offre tuttavia una base solida per un’interpretazione decisa e mai sopra le righe e con la sua grande esperienza riesce a connettersi con il pubblico. Scelta intelligente sicuramente l’aver voluto coniugare e mantenere l’idea della madre pronta a tutto per la figlia con quella del soldato in missione.
La guerra e il suo scenario terribile
La guerra dà luogo a scenari terribili, si sa. Granchio Nerofa altrettanto in periodi purtroppo di orribile contemporaneità. Anche se potrebbe risultare ora di cattivo gusto, la messinscena della Guerra è realistica e non può che sottolineare l’orrore bellico, con momenti capaci di impressionare. I sogni della protagonista sono flashback che enfatizzano la distinzione tra ricordi e amara realtà.
Purtroppo però quando la natura della missione verrà svelata e appare definitivamente chiaro che non esiste una guerra giusta, il film perde di ritmo e si fa troppo sbrigativo. L’equilibrio narrativo viene meno insieme al sano e duro realismo che lo aveva caratterizzato, con una conclusione rassicurante di cui non sentivamo il bisogno.
Peccato l’aver ceduto alla tentazione consolatoria di non voler turbare troppo un pubblico che non aspettava altro invece che una conclusione più cinica e coraggiosa e che andasse davvero fino in fondo all’orrore.
Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers