Dal 21 marzo 2022 su Sky Serie, The Gilded Ageè la nuova serie che porta il nome di Julian Fellowes. Per chi non lo sapesse, il sopraddetto autore britannico, nato a Il Cairo nel 1949, ha al suo attivo un titolo di grandissimo successo come Downton Abbey. Non a caso, tra quest’ultimo e il nuovo progetto – sebbene sia una produzione statunitense – si evidenziano tantissime similitudini. Alcune delle quali richiameranno sicuramente una bella fetta di pubblico.
Nella New York del 1882 prendono avvio le vicende di un gruppo di personaggi, che si intrecceranno e mostreranno la faccia di un periodo storico pieno di fermento.
Marian Brook (Louisa Jacobson) deve affrontare la perdita del padre, che l’ha lasciata senza un soldo, costringendola a recarsi dalle zie Agnes (Christine Baranski) e Ada (Cynthia Nixon). Le due vivono in una maestosa abitazione sulla sessantunesima strada, e sono portatrici, in un modo e in un altro, degli antichi valori della nobiltà statunitense.
Quando, sull’altro lato della strada, si trasferiscono i Russell, una famiglia arricchita grazie agli affari del capofamiglia (Morgan Spector), le Brook finiranno per scontrarsi tra loro, a causa delle differenti mentalità. Nel frattempo Bertha Russell (Carrie Coon) tenta di creare un suo personale giro di amicizie, così da acquisire il prestigio che ritiene le spetti.
Il genere a cui appartiene The Gilded Age ha caratteristiche e ritmi particolari, conosciuti (e probabilmente molto apprezzati) da Fellowes, che li riprende e rispetta alla sua maniera. La macchina da presa segue con fluidità i movimenti che animano le case, trasmettendo quel senso di trepidazione, di cura maniacale, di attesa. Lo spettatore viene preso per mano e introdotto in un’epoca al tempo stesso ricca di eventi, affascinante e complicata.
Il titolo prende infatti spunto dalla cosiddetta Gilded Age, identificata tra il 1870 e il 1900 negli Stati Uniti d’America. Durante quegli anni, si verificò un’importante crescita economica e demografica, che diede inizio, però, a una serie di problematiche ancora oggi piuttosto attuali.
Dall’immigrazione alla condizione femminile
In primis l’immigrazione, per cui in tanti furono spinti a raggiungere i luoghi con la maggior richiesta di manodopera. La speranza di trovare un proprio posto, o persino una carriera da inseguire, portò con sé l’inevitabile scontro con una realtà complicata. La divisione in classi sociali, che ha sempre caratterizzato qualsiasi tipo di società, ostacola il dialogo, la comprensione e la condivisione. L’eccezione, nello show, è rappresentata da Marian, che si affeziona a Peggy (Denée Benton), dopo aver ricevuto il suo aiuto incondizionato. Tra le due sembra nascere qualcosa che somiglia all’amicizia, relazione rara soprattutto considerando le rispettive provenienze.
Superare un muro di diffidenza e di pregiudizi non è mai semplice, e non dipende solo dal colore della pelle. La stessa Bertha, determinata a scalare il vertice dell’alta società, dovrà fare i conti con coloro che possono vantare origini e discendenze nobiliari antiche. Questi ultimi, a loro volta, avvertono come una minaccia la presenza dei “nuovi ricchi”, tentando di ostacolarne l’ascesa.
Voi siete il futuro.
In un simile scenario, anche la condizione della donna assume un valore fondamentale, suggerendo una sorta di primo passo verso l’emancipazione.
Un’ultima curiosità: il termine “Gilded Age” iniziò a circolare tra il 1920 e il 1930, grazie al romanzo The Gilded Age: Un racconto di oggi (1873) di Mark Twain.