All’attivo tanti ruoli per il piccolo schermo e alcuni per il cinema. Abbiamo visto di recente Leonardo Pazzagli nella serie Netflix Fedeltà. Adesso lo ritroviamo nella fiction Mediaset Più forti del destino. Ma conosciamolo meglio, proprio attraverso i suoi personaggi.
Leonardo Pazzagli come Libero in Più forti del destino
Com’è stato prendere parte alla fiction Più forti del destino? Il primo progetto ambientato nell’Ottocento.
È sempre molto interessante quando uno si trova circondato da scenografie, costumi, acconciature che lo rimandano a un’altra epoca, un’altra realtà. Nei mesi estivi è stato anche scomodo, però, perché eravamo vestiti a cipolla (ride, ndr). Quando non c’è un grande utilizzo di green screen ed effetti speciali e, guardandoti intorno, ti senti calato in quella realtà diventa tutto molto suggestivo. Ed è uno degli elementi che rendono interessante questo lavoro.
Come descriveresti il tuo personaggio? Se dovessi descriverlo con uno o più aggettivi cosa diresti? Già il nome, Libero, è significativo e riassume anche lo spirito stesso del personaggio. Come tu stesso affermi, è un anarchico.
Sì, direi un anarchico e un buono di cuore. È sempre difficile essere essenziali. Forse potrei aggiungere che è uno dei pochi che non è costretto dalle circostanze a scendere a compromessi e può riuscire a rimanere puro. Anche in virtù del suo collocamento politico, è un capo rione anarchico e sicuramente non si piega a dinamiche di potere, di famiglie, di nobiltà.
Come hai lavorato per costruire il personaggio? Che indicazioni hai seguito e hai avuto?
Libero ha un’evoluzione piuttosto chiara. Per questo mi sono affidato molto all’istinto e ad alcune linee guida caratteriali ed emotive che secondo me c’entravano col personaggio: quindi purezza e bontà, ma anche una forte grinta e una forte presenza.
E invece in Fedeltà
Pur rimanendo su questo personaggio, mi aggancio all’altro progetto recente, Fedeltà. Personalmente ho trovato delle similitudini tra il personaggio di Libero e quello di Andrea. Sei d’accordo? Più che altro si può dire che entrambi i personaggi sono legati dall’amore: sono entrambi innamorati. Come ha lavorato Leonardo Pazzagli in questo senso? Hai lavorato allo stesso modo per questo aspetto?
Consapevolmente no. Poi ovviamente c’è sempre l’interpretazione che è figlia del proprio vissuto. Credo che per Libero in Più forti del destino, rispetto a quello che hai detto tu sull’amore, sia tutto più palese e manifesto. In Andrea di Fedeltà rimane, invece, più un punto interrogativo: è innamorato o no? O è innamorato soltanto dell’amore? Quindi si può dire che in Più forte del destino è palese. In Fedeltà rimane avvolto nel mistero.
Un altro aspetto che mi ha colpito molto del personaggio di Andrea è il fatto di essere silenzioso. In qualche modo lo è anche Libero, seppur in maniera diversa. È stato difficile lavorare sulla creazione di questo personaggio in quest’ottica? Secondo me sei stato bravo perché sei riuscito a comunicare senza parlare.
In generale, seppur simili, i due personaggi hanno due personalità diverse: Andrea è un grande osservatore che non sente il bisogno di parlare, porta la comunicazione avanti anche con altri mezzi e quando parla è preciso, diretto e chirurgico. Libero, da questo punto di vista, sa vedere le cose, e parla. Di più.
Leonardo Pazzagli e i suoi personaggi
Quindi si sono influenzati a vicenda? E Leonardo Pazzagli è stato influenzato da questo?
Avendo girato prima Fedeltà, forse, come attore, sono stato arricchito da quello che ho scoperto su di me con questa serie. E, anche inconsapevolmente e inconsciamente, qualcosa di quello l’ho portato in Più forti del destino.
Approfitto di questa risposta per chiederti se c’è un personaggio tra questi due, o anche tra altri che hai interpretato, a cui sei legato. Ce n’è uno al quale ti senti più vicino, magari caratterialmente o per determinate scelte?
Sono tanti, ma quelli a cui sono legato di più sono quelli che mi hanno arricchito e che mi hanno fatto scoprire cose di me che sono più sottotraccia. Se, però, dovessi scegliere il personaggio che mi ha arricchito di più direi quello che ho interpretato nella fiction Pezzi Unici che mi ha aperto degli orizzonti su alcuni temi. Poi ovviamente quasi tutti mi hanno arricchito come essere umano. E credo che la bellezza di questo lavoro sia proprio questa: scoprire cose nuove.
L’esperienza di Pezzi Unici
A questo punto non posso non chiederti di Pezzi Unici nel quale sei uno dei protagonisti. Che ricordi hai di quell’esperienza? Com’è stato prendere parte a un progetto corale?
Molto bello da un punto di vista umano, perché abbiamo fatto molto gruppo con i ragazzi. Siamo stati una piccola famiglia per sei mesi. Ho ottimi ricordi anche perché, essendo toscano, era la prima volta che tornavo a casa e giravo qualcosa lì. E quindi ottimi ricordi.
Di fatto sei il protagonista insieme agli altri pezzi unici. Quindi immagino tu abbia avuto un approccio diverso.
Sì, quello sicuramente. Per la prima volta ho fatto 90/100 giorni consecutivi di riprese. La difficoltà era non farlo diventare un lavoro ordinario, ma ogni giorno cercare di riattivarsi ed essere presente, felice e carico. Questa è stata la difficoltà principale con la quale mi sono confrontato. Fare sei mesi tutti i giorni sul set è stato un impegno nuovo, ma stimolante.
In Fedeltà, anche se non vi incontrate praticamente mai, hai ritrovato Carolina Sala, tua partner in Pezzi Unici. Com’è stato?
In realtà ci siamo visti direttamente in occasione della promozione perché sul set non ci siamo mai incontrati (ride, ndr).
Tanti progetti e approcci diversi
C’è (stata) una differenza nell’approccio che hai avuto nei vari progetti, più precisamente tra pensare di far parte di un prodotto Rai/Mediaset e, quindi, locale e di uno Netflix che sicuramente è una vetrina ben più grande?
Quello in realtà è stato un pensiero che ho fatto il giorno prima che uscisse la serie. Alla fine quando reciti lo fai per una cosa che non sai chi la vedrà e cerchi comunque di fare il meglio. Il giorno che è uscita Fedeltà ci ho pensato ed effettivamente non mi era mai successa una cosa così. È stato strano ricevere commenti da chiunque, anche da posti che non sai nemmeno bene dove collocare sulla cartina.
Leonardo Pazzagli e il suo cinema
In generale ti sei ispirato a qualcuno in particolare per i tuoi ruoli? Qual è il tuo cinema (e la tua tv) di riferimento?
Mi piacciono tanti generi diversi. Molti me li godo da spettatore. Quando guardo un prodotto, al cinema o in tv, cerco di vederlo da spettatore. Certo, ho la mia opinione, ma la fonte di ispirazione principale resta la vita reale. Per esempio, sul set osservo gli attori con tanta esperienza per vedere tecnicamente che cosa fanno. Ognuno ha la propria umanità. E tutti quelli che riconosco come possibili maestri li osservo e cerco di rubare.
C’è un regista con il quale vorresti collaborare?
Tutti i registi a cui piace dirigere gli attori (che non sono tutti) e che si spendono nel dirigere gli attori. Un nome solo non riesco a fartelo.
Progetti futuri?
Ancora niente di ufficiale di cui poter parlare.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli