Paura nella città dei morti viventi è una delle molte collaborazioni fra il Maestro Fabio Frizzi e il regista Lucio Fulci. Il loro rapporto inizia col genere western dove Frizzi non è da solo ma all’interno del noto trio Bixio-Frizzi-Tempera, autori, lo ricordiamo, di colonne sonore di enorme successo popolare quali Fantozzi e Febbre da cavallo.
Nel 1979 Fulci lascia il western e la commedia per passare al genere horror con Zombi 2 e richiama Fabio Frizzi, stavolta in solitario. L’esordio in questo nuovo genere fu un successo internazionale per Fulci e di conseguenza anche per le musiche di Frizzi. Non a caso la loro collaborazione proseguirà coi successivi Paura nella città dei morti viventi, …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà, Manhattan Baby e Un gatto nel cervello. Le musiche di Zombi 2, per lo più basate su ritmi tribali, avevano un caratteristico tema principale con dei cori tenebrosi realizzati con il mellotron, uno strumento a tastiera molto in voga all’epoca, soprattutto nell’ambiente del rock progressivo, che permetteva di riprodurre suoni pre-registrati su nastro analogico, soprattutto di archi per creare l’effetto orchestrale. Come vedremo, in Paura nella città dei morti viventi questo strumento ha ancora più spazio che in Zombi 2. Il secondo horror di Fulci, anno 1980, è ambientato in una cittadina americana dove a seguito del suicidio di un prete i morti ritornano in vita. Abbandonata l’ambientazione caraibica del precedente film, anche le musiche di Frizzi cambiano registro. Abbiamo infatti una colonna sonora molto cupa e ossessiva con una base rock data da una sezione ritmica “da paura” costituita dai due Goblin Fabio Pignatelli al basso e Agostino Marangolo alla batteria a cui si aggiunge un grande session man come il percussionista Adriano Giordanella (sue le percussioni di Sandokan).
Le dieci tracce che compongono questa colonna sonora furono stampate la prima volta in vinile nel 1982 dalla Beat Records (CR 11) e poi in varie edizioni in CD: in Italia per la Beat Records (CDCR 24) nel 1995, in USA per la Eibon Records Promo nel 1996 e in Germania per la CMV Laservision (CMV 0102) nel 2001. Alcune fonti parlano anche di una edizione a tre LP (Canopo CNP 0089) che includeva anche L’aldilà di Frizzi e Quella villa accanto al cimitero di Walter Rizzati.
Queste dieci tracce sono: Introduzione-paura-liberazione, Fatti misteriosi, Irrealtá di suoni, Occhi di brace, Verso l’alba, Apoteosi del mistero, Suoni dissonanti, Paura vivente, Paura e liberazione, Tenebre viventi.
I temi che si distingono in questa colonna sonora sono tre. Quello principale, Apoteosi del mistero, diventa molto presente nella seconda parte del film quando la vicenda è all’apice del delirio. Nella prima parte del film, invece, è prevalente un altro tema che troviamo in più tracce (Irrealtà di suoni, Verso l’alba e Suoni dissonanti). Poi abbiamo la title track Introduzione-paura-liberazione che è anche la prima traccia del disco che ora andiamo ad analizzare nel dettaglio. Questa prima traccia è suddivisa in tre parti: la prima parte è un brano classico cupo con un’orchestra di archi e tema eseguito da un contrabbasso pizzicato; la seconda parte, che corrisponde coi titoli di testa e di coda, è un rock lento ossessivo con la batteria in evidenza, lunghe note di basso, tappeto sonoro di mellotron e intervento finale della chitarra elettrica; la terza parte è un tema misterioso per pianoforte e tastiere che, ad essere maliziosi, ricorda il tema principale di Phenomena (che sarà realizzato 5 anni più tardi).
La seconda traccia del disco, Fatti misteriosi, è costituita da una prima parte di suoni dissonanti e di una seconda identica al brano Paura vivente che è un rock sperimentale con batteria, basso, chitarra elettrica, synth, mellotron e pianoforte.
Arriviamo quindi ad uno dei temi più importanti: Irrealtá di suoni. Inizia con un arpeggio di chitarra e piano (gran parte delle chitarre acustiche sono suonate dallo stesso Frizzi), poi entrano basso, batteria e mellotron ed infine il flauto. Questo tema è ripreso in Suoni dissonanti che è praticamente identico se non per l’assenza di un tappeto sonoro di tastiere che invece accompagna la precedente. Verso l’alba è invece una versione funky dello stesso tema con un basso strepitoso, batteria e flauto ma senza chitarre e mellotron.
Il quarto brano del disco, Occhi di brace, riprende le prime due parti di Introduzione-paura-liberazione, con la prima identica e la seconda senza la sezione ritmica. Dalla prima traccia del disco si sviluppano anche altri due brani, Paura e liberazione e Tenebre viventi. Paura e liberazione è in pratica la terza parte del primo brano maggiormente sviluppata, mentre Tenebre viventi, dopo un introduzione di pura avanguardia, riprende la prima parte, quella classica, con la differenza del contrabbasso non più pizzicato ma suonato con l’archetto.
Abbiamo lasciato per ultimo Apoteosi del mistero, il brano principale che si apre con i caratteristici cori eseguiti dal mellotron per poi esplodere nel tema eseguito dalle tastiere accompagnate da tutto il gruppo. Nel complesso è una colonna sonora senza punti deboli che avvolge e coinvolge grazie a dei temi molto belli e splendidamente suonati. I cd sono tutti fuori catalogo, mentre LP originale si aggira sugli 80€, ma vale la pena spendere un po’ di tempo per ricercare gli uni o l’altro.
Fabio Meini
www.caniarrabbiati.it