Fino a che punto possiamo arrivare a conoscere la persona che ci portiamo a vivere in casa d’emblée, cioè un estraneo, a cui mettiamo un anello al dito, convinti che sarà solo nostro e per sempre?
Con questi interessanti interrogativi pare svolgersi la riflessione intima e originale del nuovo film Storiadimiamoglie, film di Ildikó Enyedi con Léa Seydoux.
Il film è stato recentemente rilanciato su Raiplay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per vederlo.
E’ «Un film sull’amore, la passione, l’avventura, sui mille colori della vita».
Così, la brava e pluripremiata regista e sceneggiatrice ungherese: Ildikó Enyedi, già osannata con il suo poetico e trasversale On body and soul (2017), descrive il nuovo film, tratto dall’omonimo romanzo di Milan Füst, pubblicato nel 1942.
Storia di mia moglie – La trama
Storiadimiamoglie, ambientato negli anni venti, è la storiadi Jakob Störr e di sua moglie Lizzy. Störr è un instancabile capitano di mare, dedito al proprio lavoro e rispettato da tutti. Un giorno, mentre si trova in un bar con un amico, scommette con lui di sposare la prima donna che entrerà nella caffetteria. È così che Jacob conosce Lizzy, sua futura moglie. Una semplice scommessa, fatta quasi per gioco, cambierà per sempre la vita semplice e disciplinata del capitano Störr. Dai ponti di comando, si ritrova improvvisamente assieme a Lizzy in un bell’appartamento a Parigi, nonostante non sappia molto della sua misteriosa consorte. La nuova vita matrimoniale, però, si dimostra più complessa del previsto. La tranquillità del capitano Störr viene sconvolta dalla ricerca sempre più ossessiva di comprendere una donna sfuggevole, che non si fa dire da nessuno come vivere.
Un film che racconta i diversi ‘volti’ di una relazione, l’amore, la passione, il sottile gioco tra attrazione e respingimento, tra fiducia e dubbio, conducendo lo spettatore in un viaggio nelle emozioni più contrastanti dell’animo umano, in una ricerca di come vivere la propria vita. “È inutile aspettare che la vita sia in armonia con te, l’armonia della vita la devi accettare sennò la vita ti punisce” dice Lizzy a suo marito Jakob.
La parola alla regista di Storia di mia moglie
«Ricevi un regalo. Una scatolina carina, elegante, ben chiusa. È tuo: lo puoi vedere ogni giorno sulla tua mensola del camino. Ma che accade se non riesci mai ad aprirlo? Ci provi prima con delicatezza, dopo con un coltello. Quando porti il martello, ti rendi conto che distruggeresti tutto. Per alcuni giorni allora fai finta di non interessartene. Poi ammetti che daresti qualsiasi conta solo per sbirciarci dentro per un secondo. Lentamente, quella piccola scatola ti farà impazzire…
Abbiamo realizzato questo film, un racconto spudoratamente sentimentale, su cosa significa essere un uomo, su cosa significa essere una donna, su cosa significhi essere umani. Se guardate Lizzy e Jakob, Léa Seydoux e Gijs Naber che li interpretano, non vedete gli opposti. Vedete due persone con la pelle chiara, i capelli biondi, gli zigomi alti e gli occhi con un taglio straordinariamente simile. Potrebbero essere fratello e sorella. Oppure, potrebbero essere la parte maschile e femminile della stessa anima…
Non sono solita usare storie di altri. Scrivo io i miei film e questa è la prima volta che adatto un’opera letteraria. Milán Füst, l’autore del romanzo da cui il film è tratto, è una specie di scheggia impazzita nella letteratura ungherese e mondiale. Molto spesso, viene frainteso o lodato per gli aspetti sbagliati.
Per me, è prima di tutto un pensatore radicale che riesce a trasferire i suoi pensieri in trame ricche e sensuali, piene di umorismo e giocosità. Ha scritto questo libro profondamente personale durante la Seconda guerra mondiale quando la sua vita era in pericoloso. È una scelta il racconto. Non si tratta di evadere dalla realtà. Significa semmai che, quando la tua vita è in preda a forze meschine e inaccettabili, fai un passo indietro e ti concentri su un’immagine più ampia che ti permette di ridefinire la meschinità del presente e di considerarla per ciò che è davvero: mediocrità. E dalla quale l’elementare bellezza della vita, oscurata temporaneamente dalle forze contrarie, può emergere. L’apparente carattere frivolo e audace del romanzo è ciò che ho trovato affascinante sin dalla prima volta che da adolescente l’ho letto.
Anche se parla di una coppia sposata, il romanzo parla della più grande delle domande scottanti, qualcosa a cui sembra ridicolo pensare quando hai 16 o 17 anni: come dovremmo vivere le nostre piccole e brevi vite sulla Terra? Ho scelto di indagare sulla questione attraverso il punto di vista di un capitano di una nave da carico che vuole capire sua moglie, una donnina francese, e attraverso lei la vita stessa. L’uomo riceve lezioni molto dure dalle quali deve imparare ad accettare a digerire che la vita non è qualcosa di controllabile.
The Story of My Wife è anche una parabola sulla fine del patriarcato. Si può definire così, anche se il film comunica in maniera molto più semplice e sensuale di una parabola. Si potrebbe dire che è più un invito per i componenti di tale patriarcato decaduto a unirsi a noi nella costruzione di qualcosa che è divertente e appagante per tutti quanti. Oggi, abbiamo la grande opportunità storica di far capire alla parte maschile dell’umanità di cogliere la possibilità di avere una vita migliore grazie a un modello di vita più appagante.
Il film ha sette capitoli i cui titoli non sono presi dal libro. Il romanzo è un’enorme divagazione di un monologo interiore, un flusso di autoanalisi e riflessione. Nel dare forma alla trama, ho costruito una sorta di itinerario attraverso il quale il protagonista Jakob può vedere più volte il suo fallimento e scegliere un nuovo approccio nella speranza di far bene. Lui “riavvia” la sua percezione nel tentativo di riprendere il controllo delle cose che accadono a e intorno a lui.
I titoli offrono allo spettatore un momento di calma, utile a valutare ciò che i personaggi hanno sperimentato e a prepararsi a una nuova avventura».
I premi di Ildikó Enyedi
Dopo aver ricevuto la Camera d’Or a Cannes per Il mio XX secolo e l’Orso d’Oro a Berlino per Corpo e anima, film candidato al Premio Oscar come miglior film straniero, la regista e sceneggiatrice Ildikó Enyedi con Storiadimia moglie racconta la complessità di una relazione di coppia, scrivendo un adattamento del romanzo La Storiadimiamogliedi Milan Füst e veicolandolo con un cast straordinario: Léa Seydoux, Gijs Naber, Louis Garrel, Sergio Rubini, Jasmine Trinca, tra gli altri.
Una coproduzione internazionale firmata per l’Italia da Palosanto Films con Rai Cinema.
La locandina di Storia di mia moglie
Altre dichiarazioni della regista
«Per la prima volta ho scritto una sceneggiatura tratta da un romanzo – ha affermato la regista Ildikó Enyedi – con l’intenzione di servire i pensieri e la mente di uno scrittore che ammiro profondamente fin dalla mia adolescenza. Ma, di sicuro, posso farlo solo a modo mio. Milan Füst ci offre una storia: una bella trama ricca di colpi di scena, sorprese, un giro sulle montagne russe delle emozioni. Ci guida attraverso l’indagine emotiva di Jakob Störr con la suspense di un buon racconto poliziesco. Il mio intento primario è di raccontare bene questa storia. Voglio trascinare lo spettatore nelle profondità del mondo di Jakob Störr, l’affascinante capitano di vascello naufragato sulla terraferma…Il romanzo racconta di una storia d’amore appassionata ma l’essenza del libro è la ricerca di come vivere la nostra piccola, fragilissima vita.Bisogna accettare e apprezzare che la vita non si possa controllare. È più sfuggente, misteriosa».
La produzione
Storiadimia moglie è una produzione Inforg-M&M Film in associazione con National Film Institute Hungary. Prodotto da Palosanto Films con Rai Cinema e da KomplizenFilm. In associazione con PyramideProductions. Opera realizzata con il sostegno di Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Eurimages, Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo, DFFF, Filmförderung Hamburg Schleswig-Holstein, Filmförderungsanstalt, Medienboard Berlin-Brandenburg, Malta Film Commission and The Government of Malta, Creative Europe MEDIA, RTL Klub, Dorje Film. In coproduzione con WDR/ARTE, ARTE France Cinema con la partecipazione di ARTE FRANCE.
Nel film il casting è affidato a Irma Ascher, Nina Haun, Lilia Trapani Hartmann, la scenografia a Imola Láng, i costumi ad Andrea Flesch, la supervisione VFX a Béla Klingl, le musiche originali ad Ádám Balázs, il montaggio a Károly Szalai, la fotografia a Marcell Rév.
Il trailer di Storia di mia moglie
'Storia di mia moglie'
Anno: 2021
Durata: 169
Distribuzione: Raiplay
Genere: drammatico
Nazionalita: Francia, Italia, Ungheria
Regia: Ildyko Enjedy
Data di uscita: 31-March-2022
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