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‘Belle’ Intervista al maestro Mamoru Hosoda

L’intervista a Mamoru Hosoda, regista e creatore di Belle, presentato ad Alice nella città.

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In occasione della sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, abbiamo avuto il privilegio di incontrare Mamoru Hosoda. L’autore di origini giapponesi ha presentato alla kermesse capitolina il suo ultimo spettacolare lavoro, inserito nella sezione Alice nella città.

Belle narra la storia di Suzu, una teenager come tante, che vive con il padre e frequenta la scuola superiore. Nel passato della giovane, però, è accaduto un terribile incidente, che l’ha privata della mamma e del suo dono, la voce. Dal giorno in cui ha subito il lutto, Suzu si è allontanata dalla musica, sua grande (e salvifica) passione. Solo con la creazione di un alter ego, Belle, nel mondo virtuale di U, riuscirà a ritrovarla.

‘Belle’ in sala il capolavoro di Mamoru Hosoda

Ecco cosa ci ha raccontato Mamoru Hosoda, in merito alla realizzazione del pregevole progetto

L’acqua e le sue derivazioni sono un elemento ricorrente nelle sue opere. In questo caso, come interviene e come influenza il personaggio della protagonista?

Ovviamente, come ha sottolineato lei, l’acqua, ma in particolar modo, in questo film, il fiume, è un elemento molto importante.

Si dice spesso che il fiume è come la nostra vita, che scorre. In questo scorrere c’è una metamorfosi.

Anche nella vita di Suzu il fiume, nonché l’acqua, è importante. Il mondo di U stesso viene rappresentato spesso come un flusso, viene rapportato come qualcosa che scorre, come un grande fiume. E poi vediamo Suzu che, quando torna da scuola e si dirige verso casa, camminando, costeggia il fiume, e vede rispecchiarsi se stessa nelle acque. Come se si vedesse nell’altro mondo. Perciò ho dato molta importanza, più che all’elemento acqua, all’elemento fiume.

Quindi uno strumento che porta l’essere comune, normale, a vivere un’altra vita, quella che desidera?

Per esempio nel concerto di Belle, lei fuoriesce da una bolla d’acqua. Poi, nell’ultima scena, Suzu è sotto la pioggia a proteggere qualcosa di molto importante per lei e, completamente zuppa, cambia volto. Si vede che da bambina, da adolescente, molto introversa, diventa quasi una donna, molto forte, sicura di sè. Per cui cambia proprio espressione, e lì c’è l’elemento acqua attraverso la pioggia.

L’acqua è un elemento di trasformazione, in un circolo continuo, e c’è una forte connessione con il personaggio.

Quanto sono consapevoli i riferimenti a La Bella e la Bestia? E qual è il suo rapporto con l’opera?

So benissimo che l’opera originale è del diciottesimo secolo, ma possiamo vedere che è stata realizzata su pellicola diverse volte. E ci rendiamo conto che è sempre stata contestualizzata secondo il periodo storico in cui sono state realizzati gli adattamenti.

Infatti c’è sempre una nuova concezione della bellezza, della Bella. Io, che ho sempre amato l’opera di Jean Cocteau, avevo come grande desiderio quello di realizzare la mia versione de La Bella e la Bestia, nei tempi moderni, e rappresentare la mia Bella.

Dopo trent’anni, dopo il film d’animazione, sono riuscito a realizzarlo e ho voluto esprimere, attraverso i miei occhi, cos’è la nuova La Bella e la Bestia.

‘Belle’ L’imperdibile ritorno di Mamoru Hosoda

[Un ringraziamento particolare all’ufficio stampa Alessandra Calza e Stefania Collalto, e a Luca Bove.]

*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.

*Belle è #soloalcinema dal 17 marzo qui l’elenco delle sale disponibili

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