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‘L’ultimo terrestre’: su Mubi la fiaba nera di Gipi

L'arrivo degli extraterrestri sulla Terra è imminente. Luca non li teme. Anzi, pare aspettarli.

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Come nel 1938 Orson Welles annunciava con incredibile verosimiglianza l’arrivo degli alieni, così entriamo ne L’ultimo Terrestre, primo lungometraggio di Gian Alfonso Pacinotti (in arte Gipi), attraverso la radio.

Giuseppe Cruciani commenta l’imminente arrivo degli extraterrestri dentro surreali conversazioni con gli ascoltatori. Siamo nella macchina di Luca, giovane uomo e protagonista di questa attesa.

Vedremo e vivremo tutto con i suoi occhi. Il mondo che circonda Luca e la sua stessa vita sono tragici. Un baratro di meschinità, di egoismi, di istinti repressi. Di violenza. Una vera giungla umana.

L’ ‘extra’ terrestre Luca: la sua vita da alieno

Luca è imprigionato dentro questo universo. Lavora in una sala Bingo. È fondamentalmente solo. I suoi colleghi sono stereotipi di tutte le debolezze e il marciume che l’umanità è capace di incarnare. Il solo amico che ha è un transessuale, Roberta (si conoscono da quando erano piccoli). Il legame di sangue, un padre autoisolatosi dopo l’abbandono della moglie. Luca non ha una donna. Consuma un po’ di sesso a pagamento ed è attratto da un barlume di luce che ad istinto, lo colpisce: Anna, la vicina di casa. La spia di nascosto mentre esce con un uomo poco raccomandabile.

L’ultimo terrestre è innanzitutto un’opera visiva. Gipi riesce a trasfigurare uno spazio costipato, plastico: che ha perduto tutte le fattezze della meraviglia. Che inganna. Un posto, il mondo umano, cupo, colmo di finzioni (il manifesto pubblicitario della famiglia felice invade lo schermo, con inquietudine ed orrore), colmo di cattiveria, colmo di volgarità. La fotografia e la sua patina asettica, traslucida, sono un occhio implacabile. Non sembra perciò incredibile che si aspettino gli extraterrestri senza pensarci troppo. Che Luca non ne abbia alcuna paura. Anche se è incapace di ribellarsi a una passività esistenziale, a scrollarsi da dosso un senso di colpa radicato nel suo destino di bambino abbandonato dalla madre.

Sarà proprio un vero extraterrestre ad estinguere la presunta colpa, portando alla luce una verità che riuscirà a liberarlo prima della fine del mondo.

L’ultimo terrestre riesce a pennellare con personalità l’approccio alla macchina cinematografica di un disegnatore sensibile e attento. Merito anche di attori del calibro di Luca Marinelli (il più umano, transessuale Roberta), Roberto Herlitzka (il meschino papà), a cui si aggiungono il protagonista (il perfetto alieno Gabriele Spinelli) e l’empatica vicina di casa Anna (la brava Anna Bellato). Perdoniamo a Gian Alfonso Pacinotti (Gipi si firma come regista col suo nome e cognome) una sceneggiatura nel finale troppo rapida e spezzettata nel ‘chiudere il cerchio’.

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L'ultimo terrestre

  • Anno: 2011
  • Durata: 100
  • Distribuzione: Fandango
  • Genere: Fantascienza
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Gian Alfonso Pacinotti

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