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‘Salò o Le 120 giornate di Sodoma’ – l’esaltazione del Male

Per il centenario di Pier Paolo Pasolini, parliamo del suo film più controverso e allucinante: Salò o le 120 giornate di Sodoma.

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Per il centenario di Pier Paolo Pasolini è nostro dovere parlare di quello che è stato senza dubbio il suo film più controverso, Salò o le 120 giornate di Sodoma.

Il film, presentato postumo alla morte del grande artista, inizialmente doveva essere a capo di una serie di film mai realizzati, la Trilogia della Morte.  Tanto è stato  scritto su questa pellicola, che è impossibile non avvicinarsi con un lieve timore. Forse quello che dobbiamo fare non è imbarcarci in complesse trattazioni storiche, bensì cercare di restituire quello che Salò fu a suo tempo e quello che può essere ancora oggi, specialmente in tempi così nuovamente incerti.

La trama

Al tempo della repubblica di Salò, quattro Signori, rappresentanti dei Poteri della RSI, si isolano in una villa di campagna portando con loro dei giovani innocenti. Obiettivo dei quattro è dare sfogo alle più recondite e immorali perversioni, accompagnate e fomentate dai racconti di tre ex prostitute. La pellicola è ispirata al romanzo del 1785 del Marchese De Sade, discusso scrittore e saggista noto per le sue opere dal carattere profondamente perverso.

Il film è suddiviso in quattro gironi, che, proprio come nell’Inferno dantesco, conducono sempre più a fondo nella depravazione di cui è capace un uomo.

Potere e Abbandono

Del romanzo originale di De Sade, Pasolini riuscì ad afferrarne il cuore pulsante, andando oltre i semplici concetti di sadismo e libertinaggio.

L’annientamento umano presente in Salò è sì una critica sociale al potere illimitato dei carnefici, ma anche la rassegnazione  delle vittime e, in alcuni casi, il loro completo abbandono alla ferocia.

Pasolini mette in scena, in questo crudo e grottesco spettacolo di massacro, personaggi che paiono muoversi lucidamente, completamente consapevoli dell’abiezione che compiono e che subiscono/fanno subire. I quattro carnefici non possiedono nomi, ma solo ruoli. Completamente inebriati dal perseguire il piacere, non sembrano avere nulla, nemmeno i legami affettivi e famigliari, che li identifichino come esseri umani.

Citazioni sporadiche di brillanti intellettuali come Roland Barthes e Pierre Klossowski aumentano la distanza tra un retorico passato e un presente ormai vuoto e annichilito.

L’estetica dell’orrore

Pasolini fu un brillante uomo di cultura. E di molti aspetti culturali si occupò nella sua vita: saggi, romanzi, sceneggiature, poesie. Significativa la sua carriera come regista, che partorì capolavori come Accattone Mamma Roma

Dietro Salò si individua perfettamente la sua estetica: primi piani delicati dei volti, nessun pudore nell’inquadrare l’intimità del nudo. I corpi, raffreddati dall’asprezza della villa, sono parte di una composizione pittorica, una natura morta ancora prima di sbocciare.

Non c’è nulla di più contagioso del male

Il compianto poeta ha osservato e criticato ampiamente la società del secondo dopoguerra. E lo ha fatto in modo drastico, senza porsi censure di alcun tipo. Film come Salò non sono semplici da digerire e accettare. Ma sono necessari. Perché la storia continua a ripetersi, in un ciclo continuo di oppressi e oppressori.

Occorre osservare la sofferenza, alcune volte, e soffrirne, per non cadere in quella che è (citando la pellicola) la “raffinatezza del libertinaggio”: essere allo stesso tempo carnefice e vittima.

In occasione del centenario, ecco la lista dei film di Pasolini presenti su Mubi. 

 

Salò o le 120 giornate di Sodoma

  • Anno: 1975
  • Genere: drammatico, grottesco
  • Nazionalita: Italia, Francia
  • Regia: Pier Paolo Pasolini

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