‘Nothingwood Party’: quando il cinema nasce dal nulla
È disponibile sulla piattaforma Mubi il docufilm della giornalista e regista francese Sonia Kronlund su uno dei personaggi più sorprendenti del mondo del cinema: l’afghano Salim Shaheen
Nothingwood Party, della giornalista e regista francese Sonia Kronlund, è un piccolo gioiello che la piattaforma Mubimette a disposizione dei propri abbonati.
Presentato a Cannes alla “Quinzaine des realisateurs”, il film della Kronlund è un divertente e interessantissimo documentario su una tra le figure più incredibili e inimmaginabili del mondo del cinema, cioè l’attore, regista, produttore afghano Salim Shaheen, star indiscussa del cinema di quella martoriata nazione.
Salin Shaheen: una vita per il cinema
In un paese dilaniato da decenni di conflitti, dove un regime autoritario considera ogni forma di cultura nociva e pertanto da vietare, l’industria del cinema è praticamente assente. Eppure, nonostante tutto, esiste un uomo che, da autodidatta, armato solo di una telecamera e di una passione coltivata sin da bambino, ha dedicato la vita al mondo del cinema.
Infatti Salim Shaheen ha realizzato oltre cento film lavorando in condizioni estreme, senza budget, recitando, dirigendo, producendo e distribuendo i suoi film e affidandosi a un gruppo di attori non professionisti che lo seguono da anni.
Dal canto suo, la giornalista d’Oltralpe Sonia Kronlund ha dedicato quindici anni della propria vita a girare per l’Afghanistan raccontando, spesso, storie atroci di donne sfigurate con l’acido, di lapidazioni o massacri interetnici. Pensando di conoscere tutto di un paese in guerra da trent’anni. Ma nel momento in cui è venuta a sapere di Salim Shaheen si è resa conto che, forse, di quel paese le era sfuggito qualcosa e ha deciso, così, di incontrarlo e realizzare un film sulla sua figura.
Ne è nato, quindi, Nothingwood Party, che racconta un momento della vita di Shaheen impegnato a girare il suo 111° film, partendo dal nulla, semplicemente con la sua incredibile voglia di fare cinema.
Salim Shaheen è un personaggio che potremmo definire una via di mezzo tra Mario Merola e Bud Spencer. I suoi sono film d’azione, pieni di scazzottate, sparatorie, inseguimenti a cavallo, con una vena sempre un po’ kitsch e sopra le righe, per lo meno per i nostri gusti.
“Una forza, una fede, una forma di resistenza!”
Eppure i suoi film sono considerati, nel suo paese, veri e propri cult e lui una grande star. Con la gente che, quando lo incontra, chiede di poter fare una fotografia insieme, sapendo che Salim non dirà mai di no. Perché Salim Shaheen è ben cosciente del fatto che i suoi film sono importanti per la gente che li guarda e che si appassiona alle sue storie un po’ naïf, dimenticandosi, per un po’, della difficoltà del vivere quotidiano.
È per questo che Sonia Kronlund, descrivendo il suo protagonista, lo definisce “una forza, una fede, una forma di resistenza”. E alla fine della visione, anche noi ci convinciamo che, effettivamente, Salim Shaheem è esattamente come lo descrive Sonia.
Aggiungendo che un uomo così, in una terra difficile come l’Afghanistan è, oltre che geniale, necessario. Sapendo che non è per nulla facile “fare il cinema” a Nothingwood, cioè la più grande industria cinematografica inesistente al mondo. Perché là dove lavora Shaheem non è Hollywood e non è Bollywood, bensì, Nothingwood, cioè “Nientewood”.
Nothingwood Party
Anno: 2017
Durata: 85'
Distribuzione: I Wonder Pictures
Genere: Documentario
Nazionalita: Francia, Germania
Regia: Sonia Kronlund
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