Il Bari International Film & TV Festival, ideato e diretto da Felice Laudadio, nella sua veste griffata 2022 presenta un programma denso e ricco di interessanti intrecci tra il cinema e la società civile, comprensiva di tutte le sue componenti di ricerca, arti e mestieri. L’attenzione alla condizione umana, nelle sue variegate estensioni, sembra essere l’ideale trait d’union che lega e confeziona l’intero ordito di proiezioni ed eventi.
Il Petruzzelli
Il Bif&st 2022, fedele alla sua concezione, determina poche pause e suggella la capacità del cinema di abbracciare ogni argomento, con la possibilità di testimoniare e diffondere opinioni e verità, generando riflessioni. Il cardine di questo transatlantico di celluloide è come sempre il Teatro Petruzzelli. Nel cartellone delle Anteprime internazionali, nella categoria dei da non perdere. Hill of Vision, di Roberto Faenza, Operation Mincemeat, di John Madden, e Vous ne désirez que moi, di Claire Simon, trovano una collocazione certa. Con la cura del dettaglio e la ricostruzione dei fatti, attraverso la messa in bella vista di primi piani e dialoghi ficcanti, le loro opere ci portano lì dove occorre pensare per comprendere il senso delle azioni.
Il Bif&st 2022, dettagli rilevanti
Faenza indaga lo spaccato dell’incredibile infanzia vissuta da Mario Capecchi, il genetista futuro premio Nobel nel 2007. Madden ripercorre la controversa operazione d’intelligence e di depistaggio messa in atto dagli Alleati nella seconda guerra mondiale prima dello sbarco in Sicilia. Claire Simon certifica il tribolato e intenso rapporto tra Marguerite Duras e Yann Andréa, il suo ultimo turbolento compagno. Un collage di narrazioni che mostra il passo inedito della Storia che si fa memoria e comprime il quotidiano in infinite postille da raccontare.
Zabuti
Il presente nella sua modalità più stringente, con i suoi molteplici risvolti, è sempre stato nelle cose del Bif&st. L’assegnazione del Premio Federico Fellini ai cineasti dell’Ucraina, nella persona della regista Daria Onyschenko, diventa un’occasione per cercare di capirlo e decifrarlo. La proiezione di Zabuti, la prima opera di lungometraggio della Onyschenko, seppur datata 2019, risulta quanto mai attuale. Un punto di partenza ideale per dare uno sguardo disincantato sulle cause alle origni della tragica e dolorosa invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa.
Un affare culturale
La Onyschenko ne racconta alcune dinamiche attraverso la storia di una giovane insegnante di lingue, Nina, che vive a Luhansk, nella zona ucraina occupata dai separatisti filorussi. Con coraggio la donna affronta la difficoltà culturale nel doversi attenere a diffondere un’educazione prettamente russofona. Lottando per gli idiomi e le tradizioni locali, la sua resistenza induce a uno schema di riflessione potente attraverso il quale decifrare la natura dell’atavica dirompente conflittualità di quei luoghi.
Il Bif&st 2022, il Panorama Internazionale
Nella sezione competitiva del Panorama Internazionale, ispirata alla volontà del coraggio, spiccano e troneggiano Lieber Thomas di Andrea Kleinert e Las Consecuencias di Claudia Pinto Emperador. Il primo è un vero e proprio biopic sulla figura anticonformista e ribelle del drammaturgo tedesco Thomas Brasch. Adagiata in una bella fotografia in bianco e nero, a cura di Joahnn Feindt, la pellicola, con buon cipiglio, ripercorre la storia e l’impegno civile di Brasch nella fu Repubblica Democratica Tedesca.
Il mestiere del dramma
Claudia Pinto Emperador, nella sua seconda opera di lungometraggio, ambienta, nel panorama vulcanico delle Canarie, un dramma sospeso nel tempo. Immerso in un dolore familiare profondo che sostiene la sua trama in un crescendo di tensione e rivelazioni. Un lavoro fregiato di un ottimo cast con Juana Tosta, la protagonista, e la giovane e promettente Maria Romanillos sugli scudi. Nella stessa sezione v’è attesa per la presentazione del primo cimento alla regia di Claudia Gerini. Il suo Tapirulàn, un dramma legato alla capacità di gestire emozioni e modernità attraverso un punto di fuga paradossalmente terribilmente fisso, pare muoversi nei meandri dell’attenzione alla psiche responsabilizzando al massimo dialoghi e primi piani.
Il Bif&st 2022 al Piccinni
Il più antico teatro barese, il Piccinni, risalente al 1854, ospiterà una serie di eventi misti inerenti il rapporto tra Cinema, Industria e Lavoro. Un ciclo di lezioni dedicate alla figura di Pierpaolo Pasolini farà da filo conduttore per indagare nel connubio tra cinema e lettartura. Da seguire con attenzione la mini rassegna dedicata a Stéphane Brizé con l’analisi delle dinamiche umane determinate dall’interrelazione tra Industria e Lavoro. La loi du marché, En Guerre e Un Autre Monde rappresentano, senza dubbio, dei pilastri di discussione sempre attuali e troppo spesso derubricati in contesti marginali. In un mondo nel quale le classi meno abbienti sono costrette a una serie di compromessi tali da degradare verso un abisso sempre più profondo.
Il Kursaal Santalucia
Nello storico teatro barese di foggia liberty il Bif&st 2022 torna alle origini distinguendosi, principalmente, per una sezione non competitiva dedicata alle opere di fiction, sia italiane che internazionali, molte delle quali in anteprima nazionale. Da non mancare Romanzo radicale io sono Marco Pannella di Mimmo Calopresti programmato per il pomeriggio del 26 marzo, Jugée coupable di Gregory Écale, la nuova miniserie crime-drama francese, e il sempreverde Don Matteo giunto al numero 13 di cui verranno proiettati due episodi inediti a partire dalle 19 di lunedì 28.
Il teatro Margherita
Nel caratteristico teatro Margherita, dalla storia travagliata e affascinante, con una prima edificazione su palafitte risalente al 1893, il Bif&st 2022 svolge la sezione Cinema & Libri. Tra i volumi più interessanti spicca la monografia di Chiara Ricci dedicata a Monica Vitti. Un percorso completo di narrazione della vita e della carriera della grande attrice attraverso molte interviste, materiale di repertorio, di ricerca e di studio. D’obbligo la citazione per Stanley and Us, 1997 – 2001: un’odissea kubrickiana di Mauro Di Flaviano, Federico Greco e Stefano Landini. È la riedizione aggiornata di un’opera omnia tratta dall’impresa del documetario omonimo messo in opera dai tre autori. Si struttura con una seconda parte dedicata a una capillare citazione di tutta la carriera e i lavori dell’immenso Stanley Kubrick.