Scritto e diretto da Bradley Rust Grey, Jack & Diane sbarca su Mubi a fine febbraio 2022. Pienamente ascrivibile al più puro cinema indipendente americano, il film si sviluppa su un filo sottile, tra il romance, il racconto di formazione e l’horror. Chiaramente, il fatto di essere stato scelto per arricchire una piattaforma come Mubi, non è un caso né una coincidenza, quanto una vera e propria dichiarazione di intenti. E non sorprenderà se, al termine della visione, si rimarrà con più di una domanda e una riflessione sospese.
Jack & Diane | La trama
Diane (Juno Temple, Ted Lasso) alloggia dalla zia Linda (Cara Seymour) a New York, durante i mesi estivi, prima di iniziare una prestigiosa scuola di Parigi. Un giorno, mentre cerca disperatamente di contattare la gemella Karen, incontra Jack (Riley Keough, The Terminal List). Tra le due scatta immediatamente qualcosa. Da una simpatia e una curiosità reciproche, ben presto arrivano a frequentarsi.
Va bene se ti dimentichi di me.
Quando la zia di Diane mette in punizione la nipote, Jack decide di fare un’improvvisata in casa delle due, sconvolgendo, di non poco, il loro già precario equilibrio. Ma il sentimento tra Diane e Jack possiede una forza quasi dirompente, senza dubbio salvifica, in grado di far aprire la loro anima e di affidarla l’una all’altra. Entrambe sopportano dei pesi legati al passato e alla famiglia, e scorgono un’ancora di salvezza nella relazione.

Strani incantesimi e doppie facce
Nel 1982, il cantautore John Mellencamp compose una canzone dal titolo Jack & Diane. Nel brano, due adolescenti vivono una storia d’amore, intensa ma amara. A distanza di trent’anni, un filmaker americano ne riprende le suggestioni – dalla provincia americana alla love story tra teenager – per restituirle in un’opera cinematografica semplice ma profonda.
L’amore e la morte costituiscono due facce di una medesima medaglia. Diane e Jack ne sanno qualcosa: la prima sogna un mostro che divora persone, la seconda vive nel ricordo del fratello suicida. Il loro legame si nutre di questa dualità, che via via si rafforza, grazie anche alle confidenze che le due si scambiano.
L’incantesimo è un gioco di sguardi
Il gioco di sguardi canalizza l’attenzione dello spettatore, mostrandogli subito e chiaramente dove porterà. Jack e Diane vengono ammaliate l’una dall’altra, come fossero vittime di uno strano e sensuale incantesimo. Essendo, almeno in apparenza, agli antipodi – Diane ha un aspetto femminile, colorato e bambinesco; Jack sembra un maschiaccio, coi capelli corti e i bermuda di jeans – l’attrazione non lascia loro scampo.

La coppia Temple-Keough riesce a donarle la giusta credibilità e concretezza. All’epoca ventitreenni, le attrici appaiono completamente al servizio dei rispettivi personaggi. Il calore, la sofferenza, il desiderio e la speranza sono i tratti caratterizzanti, così veri da superare i confini dello schermo. L’idea poi di virare verso l’horror, con inserti continui e disturbanti a spezzare la fluidità del racconto, potenzia ancor di più il progetto, sia a livello visivo che simbolico.
Il mostro (nel quale si trasformano, a turno, sia Diane che Jack) può assumere varie interpretazioni, ciascuna ugualmente legittima e interessante. Anche per questo, la pellicola dimostra il suo valore e quello della piattaforma su cui è ospitata, distinguendosi dalla massa.
*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.