11 Film belli da vedere al cinema + 1 film da vedere gratis su Mubi
Ecco i film belli da vedere nel 2022. Non solo al cinema ma anche in streaming su Appletv e Mubi. Il capo perfetto, West Side story, Drive my car e tanto altro.
Nel 2022 in Italia in piena ondata Omicron sempre piú persone si avvicinano alle piattaforme streaming come Netflix, Appletv, Prime e Mubi per guardare film carini o belli (a seconda dei gusti) e rinunciando spesso ad andare in sala per paura di contagiarsi. Ma ci sono trend diversi in Europa occidentale. In Germania, Austria, Svezia e Francia molte persone sono tornate al cinema per rivivere quei momenti magici di cui per tanto tempo abbiamo fatto a meno. Il nostro auspicio con questa guida sui film da vedere é quello di invitare sempre piú persone a tornare nelle sale per godersi dei film belli e passare una serata da soli o in compagnia. Ma vediamo quali sono i film che dobbiamo guardare al cinema e subito dopo in piattaforma in Italia nel 2022.
Film Belli che vi consigliamo di vedere nel 2022.
Cominciamo con un film attualmente in sala: Ennio, il film sul compositore italiano di colonne sonore piú famoso al mondo
Giuseppe Tornatore il regista del film, compie un sentito e convincente omaggio al Maestro Ennio Morricone schivando abilmente i rischi della celebrazione agiografica. Il suo film Ennio, ora al cinema , è la raffigurazione di un genio con la semplicità e la naturalezza del carattere. È interessante la prospettiva scelta da Tornatore per raccontare quello che è stato e quello che rappresenta Ennio Morricone. Una lunga e sentita intervista, corredata di numerosi spezzoni di film e immagini di repertorio, con la voce narrante che svela le emozioni, comprensive di gioie e delusioni, di una carriera irripetibile”.
Una versione del Macbeth più intellettuale che materiale. Al cinema e su Appletv il Machbeth di uno dei fratelli Coen
Macbeth è un’opera più intellettuale che materiale in cui la parola viene esaltata dalla stilizzazione dello spazio scenico. Con le star Denzel Washington, nominato come miglior attore, e Frances McDormand nella parte dei protagonisti il film visibile su Apple TV+. è oggi al cinema.
Come scrive Carlo Cerofolini “Se è vero che da sempre le considerazioni dei Coen si sono esercitate sulle forme del cinema di genere, prese in prestito per raccontare la parabola esistenziale dei loro antieroi, nel caso specifico la natura della trasfigurazione cinematografica sembra farsi più scoperta, intercettando alla radice il grumo della poetica filosofico esistenziale che ne ha forgiato le storie. The Tragedy of Macbeth, infatti, presuppone un assoluto artistico, quello del sempiterno capolavoro shakespeariano, resistente a qualsiasi tentativo di mimesi per la forza con cui il suo immaginario archetipo si è sedimentato nel corso dei secoli e, dunque, per la capacità di imporre e non di subire le interpretazioni del mondo”.
In questo articolo stiamo parlando di film belli, una definizione che non si addice ai grandi titoli che stiamo nominando perché banalizza di molto la qualitá degli stessi ma vogliamo essere chiari sulla questione film da vedere al cinema e in seguito sulle piattaforme.
Steven Spielberg riporta al cinema West Side Story, il celebre musical di Laurents, Sondheim e Bernstein, 60 anni dopo il film di Wise e Robbins.
Per Spielberg, scrive Andrea Vassalle, West Side Story non è un musical qualsiasi, i brani furono infatti uno dei suoi primi grandi amori giovanili e l’idea di riproporlo al cinema lo ha rincorso per tutta la carriera, sino a prendere forma definitivamente. L’amore per quelle musiche si coniuga con il ricordo della propria infanzia e del proprio percorso cinematografico e se da una parte si mantiene fedele all’originale, dall’altra trova una rimodulazione nella messa in scena che si dispiega sin dalla prima sequenza, definendo così l’anima e la traiettoria del film. (…)
Il film, tramite l’ingresso in scena di alcuni personaggi dal sottosuolo, sembra avere una genesi seplocrale che, comprovata dalle macerie, riconduce ad un passato fonte di confronto-scontro con il presente. Sono le macerie della speranza di coesione culturale e sociale americana, tema fondante del musical, ispirato dal Romeo e Giulietta shakespeariano, che oggi sembrano fatali ancor più di mezzo secolo fa.
Mike Faist as Riff in 20th Century Studios’ WEST SIDE STORY. Photo courtesy of 20th Century Studios. All Rights Reserved.
In sala anche ‘America Latina’ dei fratelli D’Innocenzo, interpretato da Elio Germano. Thriller psicologico ambientato nella profonda provincia laziale.
Dopo il corale Favolacce (2020), i fratelli D’Innocenzo con America Latina si concentrano su un singolo personaggio, Massimo, che pare, comunque, estrapolato da quel gruppo d’individui eterogeneo insoddisfatti della propria esistenza.
Ritorna Elio Germano in un ruolo similare (un padre di famiglia), già percepito dalla critica, dopo appena due ruoli con i registi romani, come il loro attore feticcio, ma il suo personaggio è opposto a quel Bruno sicuro di sé, che non perde i pezzi e sa come reagire alla realtà che lo circonda.
La periferia di Latina è ancora un luogo immerso nella campagna, in cui le case sono costruite distanti tra loro; pertanto ognuno vive una propria vita distaccata e solitaria, e le relazioni interpersonali difficilmente possono concretizzarsi.
America Latina, non accolto in modo del tutto favorevole da parte della critica, conferma che i D’Innocenzo non vogliono fare un cinema accomodante. Certamente questo loro terzo lavoro è più rispingente dei due precedenti, e non manca qualche increspatura, ma è un film possente, che certifica l’abilità dei due autori romani.
I D’Innocenzo sanno costruire scene di spessore, intagliando spesso formidabili inquadrature, e si confermano ottimi direttori di attori (eterogenei), a cui hanno costruito personaggi tanto ostici quanto intriganti.
DRIVE My CAR tra i film belli provenienti dal continente Asia (Ora al cinema)
Il film racconta la storia di Yusuke, un attore e regista di teatro che non si è più ripreso dalla improvvisa scomparsa della moglie, una drammaturga. Due anni più tardi gli viene chiesto di mettere in scena Zio Vanja per un festival ad Hiroshima; lì, gli viene assegnata un’autista, giovane e riservata, con cui, durante i viaggi a bordo della sua Saab 900, finirà con lo stabilire un legame più significativo di quanto si aspettasse.
Il film, tratto dall’omonimo racconto di Murakami Haruki contenuto nella raccolta Uomini senza donne, è fresco del premio come miglior sceneggiatura al festival di Cannes. Si tratta però di un adattamento che amplia di molto gli scenari proposti dal racconto dello scrittore giapponese, dando vita a un’opera ambiziosa e molto personale. Il film è interpretato da Nishijima Hidetoshi, Miura Toko e Kirishima Reika.
Non lasciatevi spaventare dalla sua durata, che si attesta sulle tre ore; anzi, mettetevi comodi e lasciatevi accompagnare da questo delicato racconto, scrive Stefano Monticelli.
In sala il ritorno di Neo e Trinity. Dirige Lana Wachovski
Dopo anni di attesa arriva nei cinema Matrix Resurrectionsnuovo episodio della saga di Neo e Trinity diretto da Lana Wachovski. Per fortuna a restare sempre uguale scrive Carlo Cerofolini è il principio di Matrix, la filosofia della matrice, ovvero lo scarto tra realtà e apparenza, tra la vita che si crede di vivere e quella che invece viene vissuta. A sussistere è anche il principio dei principi ovvero la roulette russa delle pillole da scegliere per scoprire la verità o continuare a sognare. C’è il bianconiglio e quelle meravigliose sparatorie in cui gli eroi fanno fuoco camminando sui muri e facendo continue giravolte. Insomma, Matrix Resurrections sancisce che il carrozzone è ripartito e che lo spettacolo è assicurato (al solito: the show must go on). Fatto sta che a tratti sembra un remake degli altri tre film, con strategie e azioni che risultano rimesse in scena con piccole varianti.
Il Capo Perfetto (al cinema)
Non è un caso, forse, scrive Elisabetta Colla, che il nuovo film di Fernando León de Aranoa(Perfect Day, Escobar), perduto nella traduzione italiana l’evocativo titolo originale spagnolo El Buen Patrón(Il Buon Padrone), sostituito dal più banale Il Capo Perfetto – film candidato agli Oscar e a ben 20 Premi Goya per la Spagna, già nelle sale italiane con BIM Distribuzione – sia ambientato in una fabbrica di bilance, luogo simbolico di equilibri possibili o impossibili, ipocrisie e paternalismi, oscillazioni decisionali e misure cangianti di pesi, entro e oltre i limiti dell’etica e della legalità.
Protagonista assoluto del film è, ça va sans dire, Javier Bardem, attore amatissimo in Spagna e nel mondo (fra le sue interpretazioni più note Prima che sia notte, Non è un Paese per Vecchi, Biutiful, Escobar-il fascino del male). Al suo terzo lavoro con León de Arano, veste qui i panni di Blanco, il ‘buon padrone’ della fabbrica, erede di una stirpe di padroni. Questi, almeno nella parte iniziale del film, sembra cercare il benessere del suo personale, che lo considera magnanimo e umano, mettendo in atto mediazioni e ricercando soluzioni non-conflittuali, come un comprensivo ‘padre-padrone’, per risolvere i tanti problemi e le situazioni spiacevoli e spinose che si presentano quotidianamente nella sua onorata azienda. Proprio mentre questa è in gara con altre imprese per un premio di eccellenza locale.
Ma, a poco a poco, mentre la tensione sale per la visita di ispezione della commissione del premio, Blanco inizierà a collezionare una serie di errori e disastri, in parte comici in parte tragici, che lasceranno emergere la sua vera natura. Continua a leggere la recensione di Elisabetta Colla.
BELFAST scritto e diretto da Kenneth Branagh (al cinema)
Il regista realizza un distillato dei suoi ricordi e con una messa in scena schietta, ma curata in ogni suo piccolo particolare, rappresenta una tragedia della quotidianità nel cuore della guerra civile. Regia superlativa e sceneggiatura ben calibrata fanno di Belfast una vera opera d’arte, capace di emozionare e superare a pieni voti ogni giudizio estetico. Luca Bove
Scrittura, piani sequenza e attori: il cinema di Paul Thomas Anderson e Licorice Pizza
Oltre alle ottime capacità di scrittura scrive Simona Grisolia, il regista ama dedicare nei suoi film ampi spazi al lavoro con la macchina da presa. Spesso utilizza lunghi piani sequenza o particolari effetti di fotografia. Altra mossa vincente è il lavoro che fa con il suo attore. Non solo ha lavorato con grandi nomi ma ha saputo rendere ogni loro performance diversa e altamente sentita. Non a caso, attrici e attori guidati da Anderson hanno spesso ricevuto nomination ai premi più importanti. È il caso di Daniel-Day Lewis, monumentale in Il Petroliere, e il trio Seymour Hoffman, Adams, Phoenix in The Master. Phoenix sarà protagonista di Vizio di forma, film complesso e affascinante.
L’ultimo film prima di Licorice Pizza, di cui è disponibile il trailer, è Il filo nascosto, con un indimenticabile Daniel Day-Lewis.
Il 31 Marzo esce in sala Spencer di Pablo Larrain
Dopo tanti slittamenti finalmente c’è una nuova data per Spencer, il film di Pablo Larraín con protagonista Kristen Stewart nei panni di LadyDiana. Il film doveva inizialmente uscire in sala il 20 gennaio, scrive Veronica Ranocchi- Ma, dopo il dilagare in Italia dei contagi dovuti al diffondersi della variante Omicron, il film era stato rimandato a data da destinarsi. Ora invece, come si può leggere sul sito della 01 Distributionl’uscita è stata nuovamente fissata per il 31 marzo.
il 28 Aprile Il terzo film di Robert Eggers sarà in sala e porterà sul grande schermo un cast di star, da Nicole Kidman a Ethan Hawke, in ‘The Northman’
The Northman, un film epico ricco di azione che segue le vicende di un giovane principe Vichingo alla ricerca di vendetta per l’omicidio del padre.
Il cast è ricco di star e include Alexander Skarsgård, Nicole Kidman, Claes Bang, Anya Taylor-Joy, Gustav Lindh, Ethan Hawke, Björk e Willem Dafoe.
Da vedere il TRAILER per farsi una idea di questo film che ci ha incuriosito.
Se volete vedere un film particolare vi segnaliamo che su Mubi arriva Tastedi Lê Bảo.
Per vedere un film gratis su Mubi potete abbonarvi a due settimana di prova e in quei giorni guardare tutti i film che volete, ricordatevi di disdire il vostro abbonamento prima che terminino i giorni di prova.
I personaggi vi si muovono con azioni ritmiche – pelano ortaggi, sfilettano pesce, gonfiano una mongolfiera – o bloccate in una stasi inspiegabile, come una veglia misteriosa. Con qualche sentore del cinema di Apichatpong Weerasethakul o Tsai Ming-liang. Il primo (mezzo) dialogo arriva dopo 20 minuti. La storia è anch’essa il raggio di una chiacchierata nel chiaroscuro di una scrittura completamente disossata. Quando il protagonista Bassley si racconta – come è finito a Saigon, perché vive con le quattro sconosciute – quello che più conta è che ormai siamo trasportati, per ipnosi, in quel mondo parallelo, nei suoi gesti di sopravvivenza.