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Sonbahar – Autumn (Med Film Festival 2008)

“È l’autunno della vita, stagione di transizione, cambiamento, in altre parole, di decadenza. Come un passaggio obbligatorio tra l’estate e l’inverno, così Yusuf, superati gli anni della prigionia, causati dalla militanza socialista ed ora rilasciato per problemi di salute, si accinge a ripercorrere inevitabilmente il viaggio sulle alture del Mar Nero”.

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È l’autunno della vita, stagione di transizione, cambiamento, in altre parole, di decadenza. Come un passaggio obbligatorio tra l’estate e l’inverno, così Yusuf (Onur Saylak), superati gli anni della prigionia, causati dalla militanza socialista ed ora rilasciato per problemi di salute, si accinge a ripercorrere inevitabilmente il viaggio sulle alture del Mar Nero.

Qui, le sensazioni e la solitudine provate nel luogo natio, si fondono con la triste realtà vissuta dalla madre, rimasta ormai sola ad aspettarlo e da Mikhail, suo amico d’infanzia, l’unico a non essere emigrato altrove. In sospeso tra passato e presente, tra gli incubi del carcere ed un presente che sembra offrire poco, Yusuf si troverà a mettere insieme ciò che gli rimane pur di andare avanti. Sarà allora che il suo animo disadattato si legherà a quello di Eka, prostituta georgiana amante della letteratura, che rappresenta l’ultimo scampolo per cui valga la pena vivere.

Tuttavia i colori dell’autunno nascondono ben altro che la vita. Affidandosi interamente al vigore delle immagini e attraverso una ricercata lentezza narrativa, Alper mette in scena un dramma esistenziale sullo sfondo degli anni Novanta, tracciando un personale modo di fare film che si discosta dall’odierna produzione cinematografica ed il risultato è del tutto apprezzabile al punto da dimenticare che si tratta di un’opera prima. Lento, cadenzato e riflessivo, tre attributi per un prodotto che sembra provenire da un altro mondo e da un altro tempo.

G. M. Ireneo Alessi

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